Gigi Proietti, Tracce d’inchiostro istrioniche

Biografia breve e analisi grafologica della grafia di Gigi Proietti un maestro del teatro italiano

Un vero genio e maestro del teatro: la sua comicità, i suoi spettacoli-fiume, i suoi personaggi, le sue macchiette "petroliniane"; gli scioglilingua, le canzoni, le irriverenti risate, le parodie, le barzellette mimate rimarranno per sempre nei ricordi di tutti noi.

Biografia e analisi grafologica della grafia di Gigi Proietti

Gigi Proietti si è spento a Roma il 2 novembre 2020, nel giorno del suo 80° compleanno, ma nei nostri occhi, nelle nostre orecchie e nei nostri cuori sono e rimarranno ben presenti le sue grandi interpretazioni.

Biografia e analisi grafologica della grafia di Gigi Proietti
Biografia e analisi grafologica della grafia di Gigi Proietti

Nato nella Capitale, ha vissuto negli scantinati di via Veneto ed è cresciuto in una casa popolare al Tufello: un ragazzino talmente vivace che si racconta che un paio di scarpe gli durasse pochissimo.

Ha cominciato ad apprezzare il dialetto romano proprio nelle vie della periferia, ed è proprio qui, in questi luoghi che lui stesso definiva veri e propri laboratori di esperienza e cambiamento, che il suo interesse e amore per il dialetto romano hanno preso forma, trasformandosi in uno dei tratti distintivi del suo stile, uno di quelli che si sarebbe portato dietro per tutta la sua lunga carriera.

Artista completo, genio senza tempo, è stato sempre molto riservato sulla sua vita privata, custodita gelosamente lontano dai palcoscenici, dalle telecamere o dai flash dei fotografi.

Ha incontrato la sua compagna Sagitta Alter,

la svedese che parla romanesco”, come diceva lui, quando aveva solo 22 anni e lei faceva la guida turistica a Roma.

Si innamorarono al primo sguardo ballando l’alligalli. I due non si sono mai sposati ma sono stati insieme quasi 60 anni.

Dalla loro unione sono nate due figlie:

Susanna e Carlotta, una costumista e scenografa e l’altra cantautrice e attrice, che lo ricordano come un padre dolce, amorevole e molto presente nonostante il suo lavoro.

Tifoso sfegatato della Roma aveva una vera e propria passione per le camicie bianche:

le indossava sempre sul palcoscenico e le accompagnava a dei pantaloni rigorosamente neri, quasi come un portafortuna, che completavano il rito scaramantico dell’italico scongiuro e il triplo sputo per terra prima di entrare in scena.

La grafia di Gigi Proietti

La scrittura manoscritta non soltanto trasmette un contenuto ma, abbiamo più volte constatato, come all’occhio esperto del grafologo, sia in grado di rivelare aspetti del carattere a volte anche reconditi.

La grafia di Gigi Proietti
La grafia di Gigi Proietti

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Quella del mattatore Proietti non poteva che rivelarsi una grafia di grandi dimensioni, ampia, disuguale e dilatata nello spazio (soprattutto nella Firma) e collocata ben al centro del foglio, così come l’attore amava fare da protagonista, al centro del palcoscenico.

Un gesto grafico rapido, vivacemente spontaneo, che ha bisogno di spazio e di movimento, che genera forme polimorfe con qualche effervescenza, senza perdere in leggibilità.

La firma di Gigi Proietti

Un autografo oscuro, aggrovigliato e esplosivo al tempo stesso, che suggerisce il narcisismo e la creatività, ma anche il desiderio di protezione e di difesa.

Un uomo forte e energico, capace di essere pungente all'occorrenza (“t” a “v” e/o lanciate).

La grafia di Gigi Proietti, la firma

La firma di Gigi Proietti
La firma di Gigi Proietti

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Le persone che lo hanno conosciuto lo descrivono anche come un uomo pieno di dubbi, di ripensamenti, di "non fa per me", che quando però si impegnava in un progetto ci si buttava con tutte le scarpe.

Se osserviamo più nel dettaglio la sua grafia, scopriamo infatti che l’inclinazione delle lettere nel testo, rispetto al rigo di base, risulta leggermente fluttuante, lasciando intravedere la presenza di un carattere spesso indeciso, con un umore altalenante, con reazioni a volte critiche, oppositive e contraddittorie, ma anche dotato di quella sensibilità, che unita alla flessibilità, facilitano la capacitò di adattamento, la gentilezza e il fascino.

Tutte caratteristiche che aumentano il gradimento e i consensi del pubblico e che certamente si rivelavano utili a superare gli inevitabili momenti di scoraggiamento e incertezza che Gigi incontrava nella propria quotidianità e che lo hanno accompagnato durante tutta la sua esistenza.

L’ambivalenza delle forme suggerisce anche un soggetto che non ha mai perso negli anni la sua freschezza adolescenziale, peccando a volte persino di ingenuità.

Un uomo con un ampio campo di coscienza, dotato di creatività e di brillanti flash intuitivi, a volte influenzabile e non sempre pronto e capace di “buttarsi” in nuove imprese.

Vogliamo concludere con una sua frase che forse ben rappresenta il Gigi Proietti sia pubblico che privato: “Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce.”

Foto della grafia di Gigi Proietti Barbara Taglioni, elaborazioni CaffèBook. Foto Wikipedia.