Chris Rea non solo Josephine

Josephine è la canzone più conosciuta del cantante britannico Chris Rea.

Il brano cantato dal musicista italo irlandese è caldo e coinvolgente… E per certo, chi non sente la voglia di intonare?

...Josephine, I'll send you all my love.
And every single step I take.
I take for you,
Josephine...

Chris Rea biografia e musica

Chris Rea è italo irlandese il padre italiano, Camillo Rea, originario di Arpino, provincia di Frosinone e la madre Winifred irlandese ed il suo nome, almeno in Italia è direttamente collegato al brano pubblicato nel 1985 e incluso nell'album Shamrock Diaries.

Foto di Chris Rea (Christopher Anton Rea 4 marzo 1951, Middlesbrough)
Foto di Chris Rea (Christopher Anton Rea 4 marzo 1951, Middlesbrough)

Christopher Anton Rea è nato il 4 marzo 1951 a Middlesbrough, in Inghilterra e si è avvicinato alla musica solo dopo i vent'anni.

La scintilla è scattata ascoltando Charlie Patton (Charley Patton) un musicista blues americano del Delta il cui stile riuscì a toccarlo nel profondo sin dal primo ascolto. La passione per la chitarra crebbe, invece, ascoltando soprattutto Ry Cooder e Joe Walsh.

Ma per capirne i retroterra culturale va aggiunta una tragedia familiare comune a molte famiglie italiane che vivevano nel Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale.

Suo nonno, Camillo, morì sull'Arandora Star (che lui, probabilmente per errore, chiama Andorra Star) mentre stava navigando per essere deportato in Canada affondata da un sottomarino tedesco. La tragedia aumentò il senso dei legami familiari e, in un periodo difficile per gli italiani nel Paese britannico, li portò anche riunirsi ascoltando molta musica popolare.

Video e Testo di Josephine di Chris Rea

Testo di Josephine di Chris Rea
Testo di Josephine di Chris Rea

Rea è sposato con Joan Lesley, incontrata quando erano ancora adolescenti, ed hanno due figlie, Josephine, (nata il 16 settembre 1983), e Julia Christina, (nata il 18 marzo 1989). Chris Rea compose Josephine proprio per dedicarla alla sua prima figlia, così come fece anche per l’altra figlia Julia, anche se il secondo brano ha avuto meno successo.

Josephine è una canzone che lo stesso Rea ha registrato in più versioni differenti. Esistono la versione semi-acustica e quella disco e persino una versione modificata di Josephine (La Version Française).

Si dice che Chris Rea abbia cominciato professionalmente nel 1973, unendosi al gruppo di Middlesborough i Magdalene, sostituendo David Coverdale, che invece andava a far parte dei Deep Purple. Quelle di David Coverdale sarebbero state grandi scarpe da indossare. Di certo c’è che quell'anno passato a suonare nelle band si rivelò un buon trampolino di lancio per Chris Rea che alla fine formò i Beautiful Losers.

È in questo contesto che la Magnet Records scoprì Chris Rea nel 1974.

Con la Magnet Records Chris pubblicò il suo singolo di debutto più tardi nel 1974: So Much Love. Ma fu un pessimo inizio per la sua carriera da solista. Sarebbero passati altri quattro anni dal flop prima che il musicista tornasse a pubblicasse un altro album: Whatever Happened to Benny Santini?

Era infatti il 1978 l’anno in cui usciva Whatever Happened to Benny Santini? che vedeva Gus Dudgeon come responsabile alla produzione inviato dalla Magnet Records.

Chris Rea però non si trovava bene con Gus Dudgeon che voleva creare su di lui un immagine simile a quella di Elton John per sfondare nel mercato americano.

Lo stesso nome d'arte Benny Santini, racconta Chris, venne fuori perché il musicista lo propose sarcasticamente ai dirigenti di Magnet che ritenevano il suo non commercialmente attraente.

Video di Fool (If You Think It's Over)

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Effettivamente il primo singolo, Fool (If You Think It's Over) ottenne una buona popolarità negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ma Rea vedeva che l'album era stato del tutto modificato e questo lo spinse a cominciare una lotta per difendere la sua libertà artistica.

Rinunciare al mercato nordamericano, tranne che per brevi apparizioni, divenne inevitabile. Quello europeo, e tedesco in particolare, sembravano al musicista dare meno peso all’immagine di un artista e più importanza a quanto proponeva.

Lo scontro con la Magnet Records, altrettanto inevitabile, ebbe come conseguenza il minor supporto in termini economici e pubblicitari così che gli album successivi ebbero poco successo commerciale.

Alla fine, nel 1983, la Magnet Records si rifiutò di finanziare e produrre la registrazione di Water Sign.

Rea allora, deciso a continuare per la propria strada, contatta Jim Beach e Paul Lilly come rappresentanti ed insieme, organizzando dei tour promozionali attraverso il Regno Unito e la Germania, raccolgono i fondi necessari per garantirsi una certa indipendenza economica.

A questo punto accade anche qualcosa di inaspettato nella sua Irlanda. Water Sign piace alla critica e al pubblico ed i singoli Let It Loose e I Can Hear Your Heartbeat (per l'incredulità di Magnet) diventano una specie di mania collettiva. E con l'album successivo, Wired To The Moon, pubblicato nel 1984, continua a crescere il successo di Rea nelle isole britanniche.

Nel 1985 l’uscita di Shamrock Diaries (co-prodotto da David Richards), con Josephine, chiude una fase di crescita importante e fa di Chris Rea uno dei principali musicisti del pop-rock europeo dandogli popolarità in Olanda, Belgio, Regno Unito, Australia e, naturalmente, anche in Italia.

Ma la crescita artistica del musicista italo irlandese, invece, non finisce lì… anzi.

Nel 1989, Chris Rea pubblica l'album che sarebbe diventato il suo più grande successo commerciale: The Road To Hell.

L’ispirazione venuta durante un ingorgo, lo portò a creare un concept album che tratta dell’ambiente, del benessere e delle incertezze per le nuove generazioni con temi come la disoccupazione, l’emigrazione e la corruzione.

Video di The Road To Hell di Chris Rea

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Lo stile è un blues-rock con spunti gospel che danno un saggio delle abilità di arrangiatore di Rea e delle sue intuizioni nonché delle sue future aspirazioni.

Durante un tour canadese ed europeo nel 1995 cominciano però i problemi di salute.

Chris raccontò in un’intervista rilasciata alcuni anni dopo:

"Prima ho avuto un colon che necessitava di un intervento chirurgico immediato, poi ho avuto un problema post-operatorio… ".

Ma è nel 2001 che accade il peggio per la sua salute. I raggi X rivelano una grande ombra sul pancreas del musicista.

Di questo dirà Chris Rea:

Pensavano che avessi un cancro al pancreas. C'era una grande ombra sulla radiografia e l'unico modo in cui potevano capirlo era entrare e toglierla comunque. C'era una probabilità del 50% che fosse cancro e se lo fosse stato… non sarei sopravvissuto oltre il Natale”.

Aggiungendo

Sono rimasto un po 'scioccato… mi hanno tolto il pancreas e il duodeno, mi hanno fatto un buco nello stomaco, hanno unito l'intestino allo stomaco e poi hanno tagliato quattro nuovi dotti biliari dal fegato. Poi sono state cinque settimane in ospedale… Adesso sono diabetico. Devo mangiare enzimi di diverso tipo con diversi tipi di cibo. Ho tutti i tipi di problemi...”

Ma nella stessa intervista, non rinunciando a pensare alla sua musica, annunciava che l’album successivo sarebbe stato un disco blues… o qualcosa di più.

Ricordandosi che aveva preso in mano una chitarra solo perché aveva sentito Charley Patton, quando lasciò l’ospedale (sapendo che la sua salute era ormai fortemente compromessa) la prima cosa cui pensò fu:

"Non posso ancora andare, perché non c'è ancora un album con Chris Rea, chitarrista slide”.

Però perché un italo irlandese di Middlesborough dovrebbe suonare cose gospel blues?

Questa domanda se la pose tanto Rea come le case discografiche. Le case discografiche risposero rinunciando a pubblicare i suoi brani e Chris con il desiderio di conoscere lui stesso più in profondità questa sua passione giovanile.

Nel 2002 esce Dancing Down The Stony Road (Stony Road) e il musicista racconta:

"Se i capi di tutte le compagnie musicali avessero saputo della musica e dei fan di Chris Rea, non si sarebbero preoccupati di Stony Road.

I miei fan abituali hanno sempre saputo quel lato di me ... sapevo che non ci sarebbero stati problemi, così ho fatto comunque Stony Road.

Tutte le case discografiche lo hanno rifiutato e io sono stato molto contento quando alla fine è diventato un disco d’oro”.

Nella sua carriera Christopher Anton Rea ha dovuto accettare i periodi in cui era di moda e quelli in cui non lo era, ha fatto musica, alcune volte per il successo economico ed altre solo per affabilità, nella quale non si sentiva completamente a suo agio. Come italo irlandese ha poi scoperto un genere che non gli dovrebbe appartenere per nascita ma lo divenne per passione.

Però Rea vede la sua interpretazione dell’essere musicista qualcosa di legato al desiderio di fare qualcosa che lo coinvolga. Ha dichiarato

Non sono una rock star e non lo sono mai stato. Non è un punto di vista morale, quello che succede è che penso che per essere una rock star serva una disciplina dura che io non ho.

Penso che Madonna sia meravigliosa, ma non credo che siamo nello stesso business”.

Per Chris Rea è importante che un musicista contribuisca con un lascito personale e dichiarando:

Il lusso di vendere oltre 30 milioni di album mi ha permesso di provare approcci nuovi e diversi alla musica. Sarei dannato se prendessi i soldi e scappassi”.

Solo con una indipendenza economica conquistata dopo molti anni il cantante ha potuto pensare a qualcosa che più rappresentasse le sue idee:

Un giorno un artista più giovane potrebbe vedere cosa stavo cercando di fare, unendo il mio amore per le arti visive e la musica, e iniziare un movimento completamente nuovo. Allora avrei saputo che ne sarebbe valsa la pena!”.