Aztechi, il popolo che viaggiava nel sogno

Chi erano gli Aztechi?

Per molti rappresentano l’idea di un popolo molto antico ma, anche se è vero che la loro storia più documentata è iniziata circa settecento fa, in realtà in termini storici è molto più recente, se pensiamo ai Romani o agli antichi Greci dobbiamo, ad esempio tornare indietro di tre millenni e oltre.

Gli Aztechi e la profezia di Huitzilopochtli

Gli Aztechi e la profezia di Huitzilopochtli
Gli Aztechi e la profezia di Huitzilopochtli

Ma gli Aztechi sono più che altro un mito e del resto da una leggenda sono nati.

E questa leggenda la conoscono tutti… Ci fu un popolo nella storia che cominciò un lungo cammino alla ricerca di una Terra Promessa. Erano guidati da un grande re e inseguivano il luogo dove avrebbero incontrato la “Visione”. Seguivano il loro Dio che gli aveva dato il segno della Sua potenza e li aveva chiamati come Popolo Eletto.

È un racconto che tutti conosciamo e associamo al popolo Ebraico ma in realtà è anche quello del popolo azteco.

Come accennato le fonti e i momenti più conosciuti degli Aztechi risalgono a circa settecento anni fa ed esattamente tra il 1325 e il 1521. Hernán Cortés, giunto in questo territorio, concluse appunto nel 1521 il suo scontro con l’Impero Azteco con quella che divenne nota come la conquista del Messico.

Però questa civiltà che si è sviluppata per quasi 200 anni influenzando lo sviluppo anche delle culture successive veniva da più lontano. Probabilmente il suo viaggio era cominciato quasi centocinquanta anni prima.

Nell'anno nel calendario azteca chiamato Ce-Tecpatl (Secondo alcuni il 1168 d.C.) il popolo di un’intera città, la mitica Aztlan, si mise alla ricerca di una “terra promessa” seguendo un sogno.

Huitzilopochtli, il "dio del sole e della guerra" aveva loro predetto:

“E quindi vi dico in tutta verità che vi farò signori, re di tutto il mondo ovunque".

La destinazione finale era un’immagine degna di una grande profezia:

"Il luogo dove avrebbero visto un'aquila su un nopal (nota anche come opuntia ficus-indica o fico d’india) che divorava un serpente".

Oggi questa immagine è diventata l'emblema posto sulla bandiera del Messico.

Le parole della profezia furono raccolte durante la conquista dell'impero azteco da Bernal Díaz del Castillo (Medina del Campo, 1492 – Guatemala, 1584) mentre era al seguito di Hernán Cortés e poi scritte nel suo libro Historia Verdadera de la Conquista de la Nueva España.

Gli spagnoli appresero molto da quel contatto con gli Aztechi, certo prima di porre fine all’esistenza della civiltà. Erano alla ricerca dell’oro ma trovarono cose di altrettanto valore come il carminio della cocciniglia, un colore che avrebbe per anni incantato i pittori e tintori europei e, naturalmente, fatto la fortuna della Spagna.

Fu Tenoch il capo militare supremo e sacerdote, vissuto fra il 1299 e il 1363, la guida che edificò la nuova città che prese il nome di Tenochtitlan.

La città azteca di Tenochtitlan

Disegno della città azteca di Tenochtitlan
Disegno della città azteca di Tenochtitlan

Tenochtitlan, sorgeva sul lago di Texcoco, un luogo con molta acqua che dovette essere bonificato prima che potesse sorgervi la grandiosa capitale degli Aztechi. Oggi in quel punto c’è Città del Messico e il lago Texcoco è quasi prosciugato.
Secondo le cronache, Tenoch il cui nome significa "in spagnolo” “Tuna de piedra” è un personaggio leggendario cui si attribuisce la guida della tribù in partenza da Aztlan, il suo pellegrinaggio e il suo insediamento nella nuova città. Storicamente vi sono prove che più regnanti condussero il popolo azteca nel suo viaggio.

A lui è soprattutto attribuita, insieme a un gruppo di guerrieri, la scoperta della profezia dell’aquila che divora il serpente sul nopal.

Gli Aztechi erano un popolo di guerrieri e cacciatori ed il loro pellegrinaggio gli procurò molti scontri.

Questi uomini erano chiamati dai loro nemici chichimecas (barbari) e con la loro formazione militare e una rigida disciplina devastarono come vandali altre nazioni e a volte agirono come mercenari.

Erano convinti di essere un popolo eletto e seguivano, prima di tutto, la promessa di un luogo dove avrebbero regnato su tutta la terra.

Durante il loro viaggio avvenne anche un cambiamento: gli Aztechi divennero messicani.

Da cosa deriva il nome Messico?

Questa è infatti una domanda che trova risposta nel pellegrinaggio del popolo della mitica città di Aztlan alla grandiosa e potente Tenochtitlan.

Fra i lasciti degli Aztechi ci sarebbe anche la parola Messico.

Huitzilopochtli, il dio che li guidava nel loro viaggio disse al popolo di Aztlan (forse per questo chiamato Azteco) che avrebbero assunto un altro nome.

Ora non sarete chiamati Aztechi, siete Mexitin" e chiese loro di mettere una piuma bianca sulle orecchie come un distintivo.

Mexitli è l'altro nome con cui è noto Huitzilopochtli. Secondo alcuni studiosi la parola Mexitli con la finale "co" darebbe "terra di Mexitli". Così gli spagnoli sentivano definire se stessi i signori di quell'impero con una parola che tradussero come Mexicas.

Un'aquila su un nopal che divora un serpente
Un'aquila su un nopal che divora un serpente

La forza militare di una tribù nomade come i Mexicas non spiega come in soli duecento anni, dalla fondazione di Tenochtitlan, siano riusciti a costruire l'impero più importante del Mesoamerica.

Il territorio si estendeva dal Messico del Nord fino quasi al Guatemala e questo senza mezzi di trasporto per merci e uomini. Senza il cavallo o l'asino, in America, i viaggi dovevano essere fatti a piedi.

Oltre al potere militare esisteva una struttura di governo efficace e ben strutturata, paragonabile, forse, a quella dell'antica Roma. Cortés, parlando di Tenochtitlan, scrisse di non aver mai visto una città più grande ed efficiente al mondo e che all’epoca, in Europa, era paragonabile a Napoli, Parigi e Costantinopoli.

Inoltre, come molti altri popoli guerrieri del passato avevano basato il proprio dominio sul potere divino che, insieme all'insegnamento militare, veniva indottrinato fin dall'infanzia.

Gli Aztechi avevano molti dei e una complessa mitologia.

Oltre al già citato Huitzilopochtli, c’era, ad esempio Quetzalcoatl, il famoso Serpente Piumato oppure Tlaloc, signore delle acque, delle tempeste.

I re Aztechi:

Montezuma I (1440-68), Axayacatl (1469-81), Tizoc (1481-86), Ahuitzotl (1486-1502)

e, l’ultimo e più noto Montezuma II (1502-20), avevano saputo accrescere il territorio e il potere su una vasta regione.

L’impero azteca si dissolse insieme alla caduta della sua capitale Tenochtitlan l'8 novembre 1519 ad opera di Hernan Cortés. Il più noto fra i conquistadores, in una sanguinosa battaglia, sterminò gran parte della popolazione di Tenochtitlan, più di 200000 abitanti, distruggendo anche la città.

Montezuma II ultimo re degli Aztechi

Montezuma II ultimo re degli Aztechi
Montezuma II ultimo re degli Aztechi

Gli spagnoli si trovarono di fronte quella che era una civiltà nei suoi primi passi, paragonabile in parte a quella romana o greca. Secondo alcuni storici e alcune citazioni degli uomini al seguito di Cortés compivano sacrifici umani, una pratica che certamente prevalentemente rivolta sui nemici.

Questo favorì Hernan Cortés e gli permise di trovare alleati fra le tribù rivali, ma, nella fine degli Aztechi entra anche un altro mito.

Moctezuma II credette che Hernán Cortés fosse Quetzalcoatl.

La questione del ritorno di Quetzalcoatl e della sua identificazione con Hernán Cortés è uno dei motivi comunemente citati per giustificare la Conquista del Messico. Alla superiorità tecnologica degli spagnoli si tende ad aggiungere la superstizione degli indigeni e la furbizia del conquistador nell'usarla.

Una leggenda sostiene che il Serpente Piumato se ne fosse andato partendo dalla costa del Golfo nella stessa direzione da cui arrivavano gli spagnoli in una data che coincide nel calendario mesoamericano con la nascita di Quetzalcoatl.

Questo avrebbe influenzato Moctezuma II che avrebbe tentennato nei confronti di Cortes accogliendolo a Tenochtitlan.

La distruzione di Tenochtitlan degli spagnoli e la fine degli Aztechi

La distruzione di Tenochtitlan degli spagnoli e la fine degli Aztechi
La distruzione di Tenochtitlan degli spagnoli e la fine degli Aztechi

Alla fine, con la drammatica distruzione di Tenochtitlan l'Imperatore Montezuma II (o Motecuzoma) trovò la sua giusta collocazione nella storia degli Aztechi.

Pensando che il conquistatore fosse il Dio Quetzalcoatl finalmente ritornato dal suo leggendario viaggio, l’ultimo re dei Mexicas divenne il simbolo di un popolo che credendo ancora nei sogni veniva distrutto dall'avidità di chi crede solo nell'oro.

Foto dipinti Aztechi dai Murales di Diego Rivera uno dei più conosciuti muralisti messicani (della città di Tenochtitlan). Altre foto da Flickr André Vasconcelos e Wikipedia.