Le discariche abusive: la finanziaria, le sanzioni e la lotta contro il crimine
Come ogni fine anno, la manovra finanziaria per l'esercizio successivo occupa la prima pagina dell'informazione italiana.
Le discariche abusive
Per il 2020, il governo sta elaborando un provvedimento da 30 miliardi, di cui 16 coperti in deficit e 14 da tagli alla spesa pubblica, nuove entrate derivanti dalla lotta all'evasione e tasse, queste ultime non ancora definite con esattezza a causa di contrasti all'interno della maggioranza ma che dovranno essere determinate, entro la fine dell'anno, per l'approvazione definitiva.
Alcune delle spese da finanziare sono causate da multe che l'Italia è stata condannata a pagare dall'Unione Europea a seguito di procedure d'infrazione.
Una riguarda le discariche abusive.
Già sotto osservazione dal 2003 per le irregolarità in duecento siti, l'UE ha condannato l'Italia una prima volta nel 2007 a causa della reiterata violazione degli obblighi derivanti dalle direttive europee in materia.
Bonifica delle discariche abusive
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Nonostante la chiusura di molte discariche irregolari, il 2 dicembre del 2014 l'Italia è stata nuovamente sanzionata per la presenza, in tutte le regioni italiane tranne Valle d'Aosta e Trentino Alto-Adige, di discariche non conformi alle direttive europee mentre, nelle strutture che erano state chiuse, mancava la necessaria bonifica richiesta.
La condanna dell'Italia comporta il pagamento di una penalità da calcolarsi ogni sei mesi:
per il primo semestre la somma prevista era di 42,8 milioni di euro da cui venivano detratti, a ogni scadenza,
200 mila euro per ciascun sito messo a norma che diventavano 400 mila se riguardante rifiuti pericolosi.
Le discariche incriminate nel provvedimento di condanna non erano frutto di filiere criminali o abusive ma create negli anni '70 e '80 dalle amministrazioni di diversi Enti Locali ed originate da loro scelte superficiali o dall'assenza di normative vincolanti che hanno portato a individuare luoghi non idonei per morfologia territoriale o specifiche tecniche.
Molte di queste discariche sono commissariate:
si tratta di aree nate per convogliare i rifiuti solidi urbani in via temporanea ma, in seguito, divenuti stabili per un totale di 81 siti.
A marzo 2017, il governo Gentiloni ha creato una task force di Carabinieri ex-forestali capitanati dal generale Giuseppe Vadalà, nominato Commissario di Governo per la bonifica dei siti inquinati, al fine di accelerare i tempi di risanamento e ridurre le multe stabilite dall'UE.
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In due anni e mezzo di lavoro e cinque semestri di sanzioni, il risultato è stato importante in quanto sono state ripulite 42 discariche sulle 81 di partenza, consentendo all'Italia di risparmiare, ogni anno, sedici milioni e ottocentomila euro, abbassando la sanzione agli attuali otto milioni.
Visti gli ottimi risultati, Vadalà è stato nominato Commissario anche per il sito di Crotone, uno dei più inquinati d'Italia, dove l'iter di recupero procede con troppa lentezza.
L'Unione Europea, per portare fuori l'Italia dalla procedura di infrazione, chiede che i siti individuati siano recintati e non vengano più conferiti rifiuti, assicurando che il contenuto presente non produca inquinamento mentre i rifiuti pericolosi siano prelevati.
In alcune discariche sono stati rimossi anche gli scarti non pericolosi per poi procedere con un'indagine geomagnetica, al fine di capire se vi è stato inquinamento delle falde superficiali e contaminazione di quelle più profonde.
L'obiettivo finale è la bonifica delle 39 discariche rimaste entro il 2022 per azzerare il debito con l'UE:
un lavoro molto complicato in quanto, oltre agli aspetti tecnici, è necessario assicurare che le gare e gli atti amministrativi si svolgano secondo procedure regolari, impedendo infiltrazioni da parte di organizzazioni criminali.
Oltre alle somme pagate negli anni alla UE per la sanzione, occorre considerare le spese per la messa in sicurezza dei siti, che finora hanno superato i 160 milioni di euro.
Una delle regioni italiane oggetto del maggior numero di interventi da parte della squadra del Commissario Vadalà è stata la Campania, dove sono state ripulite otto discariche.
È doveroso ricordare la figura del professor Franco Ortolani, geologo e senatore, morto il 23 novembre 2019 dopo una battaglia con due tumori provocati dai veleni purtroppo presenti nei terreni di quella regione. Il professor Ortolani si è sempre impegnato nella lotta all'Ecomafia per la salvaguardia dell'ambiente, al fine di proteggere il territorio campano e i suoi abitanti da discariche illegali e roghi tossici.
Roghi tossici e discariche abusive
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Per fortuna, la lista delle discariche in infrazione si sta esaurendo ma, ogni giorno, nuovi casi vengono alla luce.
Esistono almeno 22.000 siti di smaltimento non regolare, spesso originati da filiere criminali. Talvolta vengono presi in affitto capannoni che, dopo essere riempiti di rifiuti, vengono incendiati per disfarsi del contenuto a costo zero.
Inoltre, esistono siti "occulti" nascosti in luoghi di difficile individuazione perché si confondono con attività autorizzate. In Lombardia, si stima ne esistano oltre cinquemila.
Il 17 ottobre 2019 a Marudo, in provincia di Lodi, gli ufficiali di polizia giudiziaria di ARPA Lombardia, l'Agenzia Regionale Prevenzione Ambiente, hanno sequestrato, in un'azienda specializzata nel trattamento rifiuti, un quantitativo di rifiuti superiore quattro volte a quello autorizzato,
Questo è avvenuto grazie a un sistema finanziato dalla Regione Lombardia denominato SAVAGER, un acronimo che sta per Sorveglianza AVanzata Gestione Rifiuti. I tecnici di ARPA hanno analizzato fotografie satellitari ed utilizzato droni per ottenere immagini in 3D che hanno fatto sospettare la presenza di un quantitativo anomalo di rifiuti in quella zona.
A quel punto, è scattata l'ispezione nell'azienda che ha confermato l'entità di rifiuti in eccesso. La ditta è stata costretta a provvedere al corretto smaltimento del materiale sequestrato prima di poterne ritirare altro.
Un episodio che testimonia la complessità della materia.
Le discariche abusive costituiscono una triste realtà che distoglie importanti risorse economiche che potrebbero essere utilizzate in altri settori, come sanità o manutenzione di scuole e strade ma, soprattutto, mettono a repentaglio la salute di tutti i cittadini.
Il nostro sistema di vita comporta una produzione esagerata di scarti che occorre ridurre al più presto, per non finirne soffocati.
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