Camille Claudel e Nathalia Goncharova: Due artiste, due vite profondamente differenti, un gesto grafico incredibilmente simile

Donna scultrice, dotata di un vero e proprio genio artistico Camille Claudel; pittrice e costumista, scenografa e stilista, performer prim'ancora che il termine fosse inventato, con un magistrale senso dei colori, Nathalia Goncharova.

Camille Claudel e Nathalia Goncharova

Camille Claudel e Nathalia Goncharova
Camille Claudel e Nathalia Goncharova

Le loro sono state esistenze differenti vissute entrambe intensamente, con passione, coraggio e tenacia.

Camille Claudel, nasce in Francia nel 1864. Ha una mentalità decisamente moderna in una Paese ancora troppo maschilista.

Camille Claudel dimostra da sempre di avere un talento e un genio unici, ha assoluta padronanza del movimento e delle forme, ma viene considerata l’onta della casa soprattutto quando diventa l’amante dello scultore più famoso del momento, Auguste Rodin, con cui vivrà una relazione passionale e artistica, durata 15 anni.

Dopo essere stata lasciata, viene internata e sequestrata, contro la sua volontà e per ordine della famiglia, in un ospedale psichiatrico all'età di 48 anni. Ci resterà per circa 30 anni dove morirà dimenticata da tutti.

Nathalia Goncharova nasce invece in Russia nel 1881 e sviluppa ben presto una visione artistica rivoluzionaria e anticonformista.

A Mosca verrà addirittura processata e assolta per pornografia avendo esposto dipinti di nudo. Intreccia la sua vicenda umana e artistica con il pittore russo Mikhail Larionov che sarà suo compagno di vita e d’arte, con cui si trasferirà definitivamente a Parigi all'età di 33 anni e che le sarà vicino fino alla morte avvenuta nel 1862.

Grafologia: Analisi grafologica di Camille Claudel e Nathalia Goncharova

Grafologia: Analisi grafologica di Camille Claudel e Nathalia Goncharova
Grafologia: Analisi grafologica di Camille Claudel e Nathalia Goncharova

Sappiamo come in grafologia non esistano due scritture uguali perché la produzione grafica di ogni persona è il risultato di una serie di meccanismi neurofisiologici differenti e peculiari di ogni individuo.

Sappiamo inoltre come l’espressione grafica sia per la maggior parte inconscia, non sottoposta quindi, se non in una piccolissima parte, alla componente razionale del soggetto scrivente.

Max Pulver, svizzero, uomo di grande cultura; grafologo e psicologo, oltre che filosofo, afferma nel suo trattato “La simbologia dello spazio grafico” che “L’uomo che scrive disegna inconsapevolmente la sua natura interiore”.

Osservando le scritture di queste due grandi artiste, che come abbiamo visto hanno avuto due esistenze decisamente differenti per nascita, condizione e vicende personali, però non si può non rimanere colpiti dalla loro somiglianza soprattutto nei tratti principali.

Camille Claudel e Nathalia Goncharova e il gesto grafico incredibilmente simile

Campione di scrittura di Camille Claudel
Campione di scrittura di Camille Claudel
Campione di scrittura di Nathalia Goncharova
Campione di scrittura di Nathalia Goncharova

Si tratta in entrambi i casi di una forma grande e metodicamente disuguale, legata con personalizzazioni, inclinata, angolosa, prolungata alto/basso, intricata tra righe, tenuta del rigo sinuosa, con lettere sopraelevate (soprattutto quella di Nathalia) e con gesti lanciati (trattini delle “t” – finali di parola, soprattutto quella di Camille).

Sono caratteristiche che grafologicamente appartengono a personalità dotate di grande vitalità, orgoglio, tenacia, immaginazione, originalità e creatività. Sono persone spontanee, passionali, tese e inquiete, pervase dalla volontà e dal bisogno di agire, di lottare e di combattere per le proprie idee e convinzioni.

La loro agitazione le porta a volte a disperdere energie e a peccare in lucidità e spirito critico, prese come sono dalle loro pulsioni, dai loro istinti e dal loro orgoglio che le rende insofferenti alle frustrazioni e agli insuccessi.

Queste due grafie non fanno altro che confermarci la grandezza e l’unicità di due artiste che pur non conoscendosi, pur avendo vissuto in mondi differenti, con sofferenze più o meno profonde, hanno saputo a loro modo regalarci la loro maestria, la loro grandezza, il loro coraggio, per dimostrare come le donne appartengano alla popolazione umana con gli stessi diritti di chiunque altro.

Sono riuscite in qualche modo a dare un’anima a ciascuna delle loro opere rendendole immortali.