Sergei Prokudin e le fotografie a colori della Russia degli Zar quando ancora non esistevano le pellicole
Sergei Prokudin-Gorski è senza dubbio un personaggio sconcertante per quanto il suo lavoro abbia anticipato i tempi realizzando fotografie a colori della Russia degli Zar quando ancora non esistevano le pellicole che potessero farlo.
La fotografia è avanzata così tanto, tecnologicamente parlando, che oggi vediamo le immagini di soli venti anni fa e ci sembrano quasi preistoriche.
È probabile che molti giovani non sappiano nemmeno cosa siano i rullini fotografici o come avvenga un processo di sviluppo.
Però, Sergei Prokudin-Gorski, come un moderno scienziato o ricercatore, riuscì a scattare fotografie a colori all'inizio del XX secolo prima ancora dell'invenzione della pellicola a colori e tutte di un’eccellente qualità.
I primi anni e la passione per la fotografia di Sergei Prokudin
Sergei Mikhailovich Prokudin-Gorski era nato il 30 agosto del 1863 nella tenuta di famiglia di Fúnikova Gora, a circa trecento chilometri da Mosca. I Prokudin-Gorski erano una nobile famiglia russa nella quale c’erano stati alti ufficiali militari che avevano partecipato a battaglie come Austerlitz, alla difesa di Sebastopoli e nella guerra di Crimea. Iniziò i propri studi a casa per poi frequentare l’Alexander Lyceum di San Pietroburgo.
All'Università di San Pietroburgo diresse inizialmente i propri interessi a corsi di matematica e fisica,
ma sembra che sia stato il suo insegnante lo scienziato Dimitri Mendeleev a trasmettergli il suo interesse per la chimica.
Sergei Prokudin-Gorski tuttavia lasciò sia gli studi universitari sia l'Accademia medica militare imperiale.
Nel 1898 divenne membro della Sezione Fotografia e chimica dell'IRTS (Imperial Russian Technical Society) nella quale continuò a coltivare il suo interesse crescente per tutto ciò che riguardava la fotografia e dove poteva sperimentare ed investigare sul procedimento per creare delle fotografie a colori.
In realtà non si trattava di una strada nuova né di recente intuizione.
Allo scatto che William Henry Fox Talbot fece nel 1835, realizzando il più vecchio negativo fotografico al mondo, erano seguiti vari studi che avevano condotto,
nel 1861, il famoso scienziato James Clerk Maxwell (Edimburgo, 3 giugno 1831 – Cambridge, 5 novembre 1879), noto per la prima teoria moderna dell'elettromagnetismo, a mostrare la prima immagine a colori.
Infatti ad una conferenza sulla "teoria dei tre colori primari", organizzata dalla "Royal Institution of Great Britain", Maxwell presentò la prima dimostrazione di una fotografia a colori realizzata dal fotografo Thomas Sutton.
Proiettore a triplo colore, Prokudin Gorsky, probabilmente, ne ha usato uno simile (foto sechtl-vosecek)
Il soggetto veniva fotografato tre volte, cambiando in ogni scatto il filtro utilizzato, in modo che, da ciascun scatto si sarebbero ottenute delle immagini in trasparenza da vedersi una attraverso il filtro rosso, un'altra con il filtro verde e infine una con il filtro blu.
Questa tecnica con la separazione dei colori era ancora imprecisa, ma Sergei Prokudin-Gorski riuscì a perfezionarla ed a catturare tutti i colori naturali e le loro sfumature.
Di fatto l'emulsione che si usava non dava risultati soddisfacenti e i fotografi e chimici che avevano tentato di ottenere delle foto a colori si erano trovati di fronte ad esiti non particolarmente interessanti o a metodi troppo complicati.
Sergei Prokudin - Gorski era deciso ad indagare il modo per ottenere il colore in modo definitivo.
Per ottenere questo, si recò a Berlino per studiare fotochimica con lo scienziato Adolf Miethe, col quale anche in seguito avrebbe mantenuto buoni rapporti, e con altri esperti europei.
Quando tornò a casa, non solo aveva un procedimento più efficace ma aveva anche concepito il più grande progetto della sua vita: un documentario fotografico sul'Impero russo.
Sergey Prokudin-Gorsky avrebbe scattato fotografie a colori della Russia degli Zar per raccogliere tutti gli aspetti culturali, storici ed artistici e utilizzarli nel campo dell'istruzione scolastica.
Lo scienziato e chimico russo usava un triplo sistema di filtri col quale catturava rapidamente tre volte le immagini monocromatiche, ciascuna con un filtro di ogni colore (verde, rosso e blu).
Il risultato di questi scatti fatti ad alta velocità (tra uno e tre secondi) era tale da poter essere proiettate ricostruendo il cromatismo con buona fedeltà.
Era un metodo limitato perché si potevano vedere in questo modo solo le foto proiettate, ma la tecnologia successiva ha permesso di stamparle e il risultato è sorprendentemente buono.
Sergey Prokudin - Gorsky e il progetto della Russia degli Zar fotografata a colori tra il 1909 e il 1914
Probabilmente fu grazie alla foto dello scrittore Leon Tolstoi, realizzata nel 1908, che lo Zar Nicola II gli mise a disposizione una carrozza ferroviaria totalmente equipaggiata e con le forniture necessarie per realizzare il suo progetto.
In seguito quella foto sarebbe diventata la sua opera più conosciuta.
Sergey Prokudin-Gorsky ottenne anche tutti i permessi per visitare le aree ad accesso limitato e il pieno supporto della burocrazia dell'impero così che poté documentare con i suoi scatti tra il 1909 e il 1915 la grandezza della Russia degli Zar.
Però, Nicola II (18 maggio 1868 - 17 luglio 1918), lo sappiamo è stato l'ultimo imperatore di Russia. Con Nikolaj Aleksandrovič finirà la dinastia Romanov portando con sé leggende e storie come quella di Rasputin o della Granduchessa Anastasia.
Lo scoppio della rivoluzione interruppe il suo lavoro, perché, ovviamente, l’appoggio e i salvacondotto dello Zar non avevano più alcun valore.
Sergey fu nominato professore dal governo rivoluzionario, ma nell'agosto del 1918 durante un viaggio di lavoro in Norvegia, dopo aver appreso che i bolscevichi avevano ucciso Nicola II e la sua famiglia, decise di non tornare.
Si trasferì a Londra nel 1919 da dove ottenne il permesso di ricevere la sua collezione di immagini.
In realtà non tutte gli furono restituite, una parte del materiale fu trattenuta perché considerata riservata in quanto le immagini erano di luoghi ritenuti strategici (purtroppo queste poi andarono perse).
Sergey Prokudin-Gorsky morì il 27 settembre 1944 alla periferia di Parigi, nella casa russa (Maison Russe), poco dopo la liberazione della città da parte degli alleati. I suoi resti si trovano nel cimitero russo di Sainte-Genevieve-des-Bois.
La sua intera collezione venne nascosta durante la guerra, e quando finì, i suoi eredi la vendettero per essere esposta alla Library of Congress di Washington nel 1986.
In seguito tutte le immagini furono scansionate in modo che tutti potessero goderne.