Il ginestrino, l’altro “trifoglio”

Mentre si avvicina il Saint Patrick’s Day, che ha ormai tanti estimatori anche qui in Italia, vorremmo ancora ragionare su quale pianta utilizzò san Patrizio per spiegare agli irlandesi il mistero della Santissima Trinità.

Lotus corniculatus L., Il ginestrino
Il ginestrino, Lotus corniculatus L

Tutto avvenne ai piedi della collina di Cashel (Caiseal Mumhan, in gaelico), alla presenza di due principesse, Eithne e Fedein, figlie del re Laoghaire, e di tanti fedeli accorsi da ogni parte dell’Isola di Smeraldo. Il santo Pádraig colse dal prato un trifoglio e lo mostrò nella sua singolarità:

una foglia sola eppure suddivisa nelle tre foglioline che la costituiscono.

Sono state fatte tante ipotesi sulla specie botanica di cui si servì il Patrono d’Irlanda. A parte il trifoglio vero e proprio, c’è chi ha pensato all’erba medica, al crescione, all'acetosella e persino al ginestrino.

Ed è proprio del ginestrino che vogliamo parlarvi questa volta!

Appartiene alla famiglia delle Papilionacee, è assai comune ed è classificato con il nome latino di Lotus corniculatus L.

Si tratta di una pianta erbacea perenne, con radice a fittone da cui si dipartono numerosi steli prostrati o ascendenti.

Le foglie sono davvero caratteristiche:

in realtà sono composte da 5 foglioline più piccole, ma siccome 2 di esse solo poste all'ascella del picciolo e altre 3 sono situate all'apice del picciolo stesso, l’aspetto è comunque quello di un… trifoglio.

Fiori del ginestrino
Il ginestrino, fiori

I peduncoli florali sono assai più lunghi degli steli che recano le foglie e i fiori, che sbocciano tra aprile e novembre, sono raccolti in ombrellette che ne comprendono sino a sei. Sono di un bel giallo vivace, talora screziato di rosso.

Il frutto è un legume cilindrico-lineare, deiscente in doppia valva, che può raggiungere la lunghezza di 3 centimetri e che contiene semi ovoidi.

Come habitat, predilige i prati e i gerbidi di tutta Europa, dalle zone costiere alle catene montuose, sino a 1600-1800 metri d’altitudine.

Anche in Irlanda ed è molto diffuso, tanto da far supporre che possa essere stato proprio il ginestrino il “trifoglio” scelto da san Patrizio.

In gaelico si chiama crobh éin (ovvero: zampa d’uccello) che riecheggia il nome inglese bird’s foot trefoil. Tuttavia, se i fiori sono di varietà gialla e rossa, si preferisce definirlo bacon and eggs.

E poi c’è tutto un catalogo di altri appellativi curiosi legati alla forma della corolla, che è quella tipica delle Papilionacee:

  • grandmother’s slippers (ciabatte della nonna!),
  • shoes and stockings (scarpe e calze!),
  • boots and shoes (stivali e scarpe!),
  • pattens and clogs (soprascarpe e zoccoli!),
  • butter jags (punte di burro!),
  • love and wrangle (amore e battibecco!)…

Le proprietà medicinali del ginestrino furono studiate soprattutto dal medico parigino Henry Leclerc (1870 – 1955) e dai suoi allievi,

ma sarebbe compito della moderna fitoterapia approfondire con esperimenti clinici una specie che potrebbe avere in futuro più interessanti impieghi terapeutici.

Purtroppo, infatti, i principi attivi di questa pianta sono ancora poco noti: è stata rilevata con certezza solo la presenza di composti cianogenetici, come l’acido cianidrico.

L’unica documentazione scientifica che abbiamo a disposizione è quella che ci ha lasciato Leclerc e che attribuisce al ginestrino un’importante funzione di sedativo nervoso, analoga a quella della passiflora.

Giova quindi a chi soffre d’insonnia, di stress, di esaurimento psicofisico e, sotto stretto controllo medico, anche a chi ha crisi di angoscia, di depressione e di tachicardia.

La tisana si prepara versando 2 cucchiai di sommità fiorite in un pentolino contenente circa mezzo litro di acqua fredda.

Si porta a bollore, si spegne e si lascia in infusione per una decina di minuti. Si filtra, si dolcifica a piacere e si beve come un tè lungo la giornata.

In ogni caso, è una bevanda nuova da provare nell'imminente festa di san Patrizio, per la quale rivolgiamo a tutti voi i nostri più cordiali auguri!

Foto Wikipedia Michael H. Lemmer, Fredrik Lähnn