Definizione della lingua italiana dei segni dalla Treccani (altro…)

Ci siamo mai chiesti realmente per chi scriviamo? Quando ci poniamo di fronte a un PC, quando cominciamo a cliccare quei minuscoli tasti moderni con le nostre dita - a volte, sono dita veloci, altre, un po’ più lente, ma poco importa -, per cosa o per chi lo facciamo?

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La legge approvata in questi giorni sulla riforma della Pubblica Amministrazione ha previsto l’abolizione della figura del Segretario Comunale ed oltre 3000 funzionari rischiano di perdere il loro posto di lavoro.

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La guerra non si combatteva solo al fronte, ma anche nei paesi di campagna, luoghi in cui accadevano fatti tragici che la stampa dell’epoca ignorava. Uno di questi gettò nella disperazione la mia famiglia. Era il 18 marzo 1944.

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Quante volte al giorno usiamo la parola “diverso”? Tante, tantissime. Ad esempio: «in camera mia ci sono diversi libri», con questo possiamo voler dire che ce ne sono molti e anche, se si vuole, che sono di generi differenti; «quei due hanno caratteri totalmente diversi», un individuo può essere solare, un altro introverso; ancora, «io e la mia coinquilina abbiamo orari diversi, non ci incontriamo mai», una può rientrare dal lavoro nel momento in cui l’altra esce per recarvisi.

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Come scrivere un libro senza che il lettore si ritrovi a leggere una lista della spesa.

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Chi è il vampiro?

Cosa rappresentava ieri? E cosa invece rappresenta oggi?

No, questo articolo non vuole essere una verbosa disamina storica sull’argomento, quanto piuttosto un insieme di considerazioni, personali o meno, sul tema.

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Come si può riuscire a capire se stiamo vivendo la realtà o se è tutto frutto di una proiezione della nostra immaginazione?

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Se si inserisce il termine Fanfiction in rete ci si aprirà davanti agli occhi un universo nuovo e spesso sconosciuto, soprattutto dai più grandi.

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Impossibile annoiarsi.

La poesia di Wisława Szymborska (poetessa polacca nata nel 1923, premio Nobel per la letteratura nel 1996), nella sua apparente semplicità, cattura immancabilmente il lettore perché sa guardare con sottile ironia alla vita reale e quotidiana e, da questa, si spinge a indagare la complessità del mondo.

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L’estate è sinonimo di depilazioni selvagge, l’antitesi del torpore invernale in cui un leggero vello cresce indisturbato sotto strati di vestiti, calze pesanti e "pigiamoni" con teddy bear.

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Gli accadimenti noti e appena susseguitisi in Grecia, relativi al braccio di ferro, poi perso di Atene, tra la patria di Platone e Bruxelles (UE), portano inevitabilmente a considerare e a deprecare l'uso di tanti termini e terminologie, che anche in questo caso, vengono distorte e trasformate a uso e consumo di chi vuol far passare concetti “buoni” ma che ha in mente azioni davvero deprecabili.

 

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Salve a tutti, vorrei parlarvi un po’ di “scrittura creativa”, questa sconosciuta. Siamo autori, scribacchini, pensatori, ma quanto ne sappiamo davvero di “come si scrive”?

Per cominciare... La scena d’amore.

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Cos'è il lupo nelle favole?

Il lupo nelle favole, nei racconti e nei libri è il simbolo di un vivere selvaggio sempre sullo scivoloso confine fra il male assoluto e una libertà anarchica, ribelle e temibile.

È il lupo di Perrault che mangia Cappuccetto Rosso, è quello di San Francesco cattivo solo perché affamato ed è quello protettivo di Romolo e Remo.

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Quante parole nuove usiamo, conosciamo e apprendiamo ogni giorno? Forse più di 100... (altro…)

Avete mai sentito il bisogno di prendere carta e penna e far parlare le vostre emozioni, che siano state queste positive o negative?

Io sì, l’ho sentito.

La scrittura è diventata la mia terapia, la mia cura, la mia medicina, la mia evasione.

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La domanda (poco simpatica): ˮ A cosa serve la poesia? ˮ rimane spesso senza risposta.

Perché di solito chi lo chiede sottintende che, tutto sommato, della poesia si potrebbe fare a meno, dato che non serve a innalzare il prodotto interno lordo, non si può mangiare e non produce neppure una grande audience.

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Legge sulla cannabis

Dal sito la Repubblica si legge a proposito della nuova legge sulla Cannabis

La notizia arriva direttamente dal ministero dell'Agricoltura, il Mipaaf, che con una circolare - dopo un anno di richieste incessanti da parte dei coltivatori e i lavoratori dell'indotto - si è espressa sulle regole della legge in vigore dal gennaio 2017: produrre e vendere l'erba legale è possibile, senza più dubbi per le migliaia di italiani che negli ultimi mesi hanno investito in questo business con non poche incertezze.

"La coltivazione della canapa - si legge nella circolare ministeriale - è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha un tasso THC di oltre lo 0,2% come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6% l'agricoltore non ha alcuna responsabilità; in caso venga accertato un tasso superiore allo 0,6% l'autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa".

L'ultimo paragrafo della circolare ribadisce inoltre alcuni punti su cui produttori e coltivatori spingono da tempo: impedisce ad esempio le importazioni che non rientrano nel catalogo europeo, mettendo un freno dunque a ibridi, incroci ed erbe svizzere.

Dal Fatto Quotidiano:

Altre precisazioni

Nella circolare sono riportate anche le regole di coltivazione nell’ambito del settore florovivaistico, a partire dal fatto che la riproduzione di piante di canapa è consentita esclusivamente da seme certificato; e poi non è permessa la riproduzione per via agamica di materiale destinato alla produzione per poi essere venduto; il vivaista deve conservare il cartellino della semente certificata e la relativa documentazione di acquisto per un periodo non inferiore a 12 mesi; la vendita delle piante a scopo ornamentale è consentita senza autorizzazione; le importazioni a fini commerciali di piante di canapa da altri paesi non rientrano nell’ambito di applicazione della legge e, in ogni caso, devono rispettare la normativa dell’Unione europea e nazionale vigente in materia.

Articolo in aggiornamento