Come si scrive una scena d'amore.

Salve a tutti, vorrei parlarvi un po’ di “scrittura creativa”, questa sconosciuta. Siamo autori, scribacchini, pensatori, ma quanto ne sappiamo davvero di “come si scrive”?

Per cominciare... La scena d’amore.

Uno dei momenti che dovrebbe toccare il cuore del lettore, farlo palpitare, o risvegliare in lui emozioni e pulsioni sopite. Dovrebbe.

Uno degli errori più comuni nella stesura di una scena d’amore è quello di scadere nel banale, strappando al lettore solo un grande sbadiglio. In passato leggevo molti paranormal romance, e sempre più spesso saltavo le scene d’amore. Adesso sono arrivata al punto di non sopportarli quasi più e di leggerli solo se strettamente necessario, perché sono quasi tutti fatti col proverbiale “stampino”.

Un luogo comune è che la scena d’amore dovrebbe essere il più descrittiva possibile, e per non trascendere nel banale si debbano descrivere le più esorbitanti acrobazie e stravaganze che i personaggi possano compiere in una camera da letto. Ciò è profondamente sbagliato, a meno che non si stia scrivendo un romanzo erotico, e andrebbe dichiarato a caratteri cubitali prima che il lettore abbia la sfortuna di imbattersi in una scena da film porno che non avrebbe voluto leggere.

Non tutti vogliono leggere una rappresentazione grafica del sesso, e questo è da tenere conto. Si può toccare il cuore del lettore e farlo commuovere o infervorarlo anche descrivendo un semplice bacio, se poi la trama vuole che i personaggi abbiano rapporti, che li abbiano in privato, il modus operandi dell’attività difficilmente cambia. Inoltre, leggere e rileggere di palestra da camera trita e ritrita, praticamente pagine fotocopiate di libro in libro, è stancante e nauseante, ve lo dico per esperienza diretta.

Ora che vi ho allertato sui luoghi comuni, passiamo ai casi specifici e infine, finalmente, al come descrivere una scena d’amore valida.

Cominciamo dal romanzo erotico, così ci togliamo subito il dente cariato: volete descrivere una scena di sesso e il lettore è consenziente, nel senso che ha scelto il vostro romanzo proprio per quello.

Prima di tutto è consono sapere che le tendenze di mercato - purtroppo - dimostrano che i romanzi in stile sfumature di ogni colore sono sempre più diffusi, apprezzati da chi vuole una lettura senza troppe pretese, ma che gli scateni una reazione fisica evidente senza dover necessariamente entrare in un sito porno. S

crivetela pure, siate grafici quanto volete, ma tenete bene a mente che, perlomeno, dovreste stare attenti ad utilizzare un linguaggio un tantino più ricercato dell’usare i termini volgari di uso più comune per riferirsi alle parti del corpo (a meno che non sia uno dei personaggi ad usare certi termini).

La volgarità non è professionale e sicuramente non otterrete l’effetto sperato di coinvolgere il lettore (quello sano di mente, almeno), al massimo spegnerete i suoi bollori sul nascere.

E se non vi importa dei miei consigli e contate sui ragazzini ormone-dipendenti a cui non frega niente della forma per fare fortuna, vi invito a spendere due minuti per pensare che ciò che state rovinando è il vostro futuro, i figli che un giorno non vi cambieranno il pannolone quando non sarete più in grado di pulirvi il sedere da soli, ma preferiranno sbattervi in un ospizio e dimenticarsi di voi.

Ma questa è solo la mia opinione personale. Inoltre, sappiate che descrivere più di una scena di sesso fatta con lo stampino nello stesso libro, è ancora più noioso che leggerne diverse singole in più libri, ma tutte, comunque, uguali.

Passiamo avanti: il romance puro, quello adatto anche ai ragazzi, in cui ciò che conta sono i sentimenti, non l’atto in sé.

C’è chi non lo apprezza per il rischio di coma diabetico, e il suo scopo è quello di far sognare il lettore, di farlo “innamorare”, non di farlo eccitare come accade per l’erotico, quindi si può benissimo fare a meno delle descrizioni grafiche, per privilegiare la profondità dei sentimenti.

Anche qui il rischio è quello del “già visto, già sentito”, ma, se è vero che l’originalità non è un concetto adatto a tutti, è anche vero che uno scrittore che si rispetti è in grado di catturare l’attenzione del lettore usando le parole con maestria, anche quando sta descrivendo qualcosa di banale o di trito e ritrito (e ciò per l’erotico vale solo in parte, perché comunque, a lungo andare, anche se scritto bene tende a nauseare e stancare).

Vi ho detto quasi solo ciò che non dovete fare, passiamo quindi, finalmente, ai consigli pratici su come descrivere una scena d’amore valida. Innanzitutto, state attenti al punto di vista: è ovvio che dovrete adattarvi al POV di uno dei personaggi e descrivere ciò che sente dentro di sé, i suoi pensieri più intimi, se state usando la prima persona, mentre, se usate il narratore onnisciente, dovete attenervi alla formula dello “show, don’t tell” (mostra, non spiegare).

Premesso che sappiate usare i POV con maestria, prima di scrivere “proiettate” la scena nella vostra mente, come se fosse un film. Se vi fa sbadigliare, non scrivetela, deve prima di tutto comunicare qualcosa a voi. E, se la trovate eccessiva, molto probabilmente lo è. Tenete inoltre conto del target a cui è destinato il libro, onde evitare di propinare contenuti inappropriati ai ragazzini e, ultimo ma non meno importante, cercate di far sì che certe scene siano utili ai fini della trama.

Una scena d’amore senza utilità è ciò che di più scadente si può leggere, è sterilità pura.

È lì senza motivo, solo per offrire uno sbaciucchiamento in più. Proprio come le battaglie in un fantasy, che spesso vengono spiattellate al lettore in sequenza e di continuo, le scene d’amore vanno usate con sapienza, devono essere la classica scena clou, in cui i personaggi ottengono un momento d’intimità agognato e difficile da guadagnarsi, magari dopo infinite difficoltà che li hanno allontanati. (Sempre che il vostro personaggio non sia ninfomane)

Come non si può fare un fantasy solo con le battaglie, non si può fare un romance solo con le scene d’amore, o si corre il rischio più che concreto di danneggiare la trama.

Ci sarebbero un’altra infinità di cose da dire, ma non ne abbiamo né il tempo né lo spazio, quindi posso solo consigliarvi di fare tesoro dei miei consigli. Alla prossima!