Italiani, migranti e terroristi.

Vi è capitato ultimamente di guardare il telegiornale? Avete fatto caso al fatto che ormai - non voglio esagerare, ma direi che avviene in due notizie su tre - la gente viene distinta tra Italiani e Migranti? (I terroristi sono un discorso a parte, ci arrivo dopo).

 

 

«Migrante eroe si intromette in rapina e viene ucciso dai due rapinatori italiani»

«Migrante stupra donna»

«Migrante fa questo»

«Migrante fa quello»

«Migranti hanno millemila benefici alla faccia degli italiani che rimangono a bocca asciutta»

La prima notizia l’ho sentita ieri, ed è l’eccezione alla regola, che si perde nella giungla di cattiverie che i migranti compiono.

Ma chi sono questi “migranti”?

Sono persone come noi. Sono persone che vivono in posti dilaniati dalla guerra, che pur di scappare da quella realtà preferiscono imbarcarsi in barconi che dire sovraffollati è riduttivo, in cui non sanno se moriranno di malattia, d’asfissia, di fame, sete o annegamento (se non per un incendio). Il loro unico pensiero è: “Se Dio me lo permetterà, arriverò a destinazione sano e salvo, e mi rifarò una vita con la mia famiglia. InshAllah.”

E qui siamo arrivati al punto cruciale. I migranti sono principalmente musulmani. E, si sa, i musulmani sono bruttisporchiecattivi, una massa di terroristi dell’Isis che minacciano la democrazia e la libertà del mondo occidentale.

Quando sbarcano in occidente mollano la famiglia e vanno in giro a stuprare le donne occidentali; poi vanno a casa, fanno le abluzioni, si fissano addosso qualche chilo di esplosivo con il nastro adesivo, vanno in qualche luogo affollato - preferibilmente icone di democrazia - e urlando “Allah Akhbar” si fanno saltare in aria. E il terrore dilaga.

E la gente ha paura persino del musulmano della porta accanto, quello che conosce da vent’anni e saluta ogni mattina col sorriso, perché sotto le moschee o i negozi d’abbigliamento dei pakistani ci nascondono le armi. Garantito.

Analizziamo la questione con un tantino di obiettività in più, dimenticando per un attimo quello che i mass media propinano senza esclusione di colpi.

Quanti stupri (prendiamo un reato a caso) avvengono al giorno? In discoteca, complici i fumi dell’alcol; in vicoli bui a tarda notte; a scuola; a casa propria. Dappertutto.

Ti basta essere una donna sola, aprire la porta a un pincopallino qualunque che vuole venderti il robot da cucina o leggere il contatore, ed essere spinta dentro casa per essere violata, picchiata, rapinata e magari anche uccisa. Il mondo va così ormai.

Ora, analizziamo la cosa ancora più a fondo: quanti di questi stupri vengono pubblicizzati al telegiornale? Perché di pubblicità si tratta. Ti vendono un prodotto, e sull’etichetta c’è scritto: “Migrante stupratore, assassino, rapinatore e chi più ne ha più ne metta. Ce n’è per tutti i gusti. E non dimenticate che è musulmano, la ciliegina sulla torta.” Et voila, panico garantito.

I migranti sono il nemico pubblico numero uno, il 90% è composto da terroristi e/o furfanti in generale. Il popolo italiano invece è composto da santi. Ma andiamo! Da che mondo e mondo, ogni popolazione conta membri della specie umana divisibili in: “buona e cattiva gente”. Europei, Africani, Americani, Asiatici, Australiani, Eschimesi. Buoni e Cattivi. Tutti ne hanno, nessuno escluso. E fa tanto sitcom televisiva, ma niente rende meglio l’idea alla radice.

Ci sono migranti che commettono reati in Italia. Ovvio. Come nel resto del mondo. Il flusso di migranti è tale che è normale che tra loro c’è anche cattiva gente. Ma ce n’è tanta anche qui da noi, non abbiamo niente da invidiare a nessuno. E specificare al TG che certe cose le abbia fatte un migrante e/o musulmano (perché ormai li trattano da sinonimi) fa notizia e alimenta il fuoco dell’odio e della paura.

Io sono italiana, nata in Italia da genitori anch’essi italiani. Sono nata cattolica e mi sono convertita all’Islam qualche anno fa, perciò ciò che ho scritto lo vivo sulla mia pelle ogni giorno. Vivo la diffidenza degli sguardi, gli stereotipi di pensiero. La gente osserva il mio velo, poi mi sente parlare e mi fa i complimenti perché parlo l’italiano davvero bene!

Sono italiana e per giunta una scrittrice, se non parlassi bene l’italiano per me sarebbe un vero problema! Scherzi a parte, i pregiudizi della gente sono tanti, troppi, e non è facile metterli da parte. Se vado a fare una visita medica, mi domandano come farò a tornare a casa. In macchina. Io guido una station wagon. E so pure parcheggiare bene.

“Ma non hai caldo?” Mi chiedono persino le sconosciute per strada. E io sorrido, pensando che nessuno si azzarderebbe mai a chiedere a una suora se ha caldo con il velo addosso. “No, sto bene, sono riparata dal sole e alla fine ho anche meno caldo di chi è in canottiera”. Rispondo io; ed è vero, anche se nemmeno io l’avrei mai pensato fino all’estate scorsa, quando non portavo ancora il velo. I pantaloni lunghi li ho sempre messi d’estate, perché coprire anche il resto dovrebbe essere un problema? È tutto nel cervello.

E la chiave di tutto (della pace, della comprensione, della convivenza reciproca) è proprio nel cervello. Deprogrammatelo. Cancellate l’odio che i media hanno impiantato a suon di ripetizioni infinite, giorno per giorno. Ci sono musulmani che schiavizzano le donne? Migranti che rapinano i negozi o stuprano le donne? Ecc ecc ecc?

Certo. I malati di mente ci sono dappertutto.

Non fidatevi a priori di nessuno, perché questo mondo non lo permette, ma allo stesso modo non odiate e non abbiate nemmeno paura di nessuno a priori. Fermatevi un attimino a pensare quanto sarebbe brutto se accadesse a voi.