Come la musica migliora la performance sportiva
Tutti noi facciamo costantemente esperienza di come la musica riesca a influenzare il nostro stato psico – fisico: a seconda della tipologia può esser usata come sedativo o come stimolante.
Non solo: la musica sembra poter influenzare le funzioni esecutive, le abilità sociali e le capacità motorie.
La musica migliora la performance sportiva
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Relativamente a queste ultime, gli effetti positivi che la musica è in grado di produrre sulla prestazione sportiva sono stati ampiamente dimostrati negli anni.
Diversi atleti, infatti, fanno ricorso alla musica prima di una gara.
Michael Phelps (nuotatore statunitense) ha dichiarato che la musica lo aiuta a rilassarsi e a concentrarsi. Nella sua playlist non manca Eminem e l’EDM (Electonic Dance Music) che lo aiuta a darsi la carica.
Tra le canzoni preferite di Usain Bolt prima di una gara vi sono: “One love” di Bob Marley, “Real friends” di Christopher Martin e “My life” di I-Octane.
Leonardo Bonucci ha dichiarato di avere una playlist che ascolta prima del riscaldamento e che l’ultima canzone che lo prepara a scendere in campo è “Faded” di Alan Walker.
I fattori della musica che influenzano l’attività sportiva
Secondo le ricerche del Dott. Karageorghis i fattori della musica che influenzano la prestazione atletica sono:
- La risposta al ritmo: capacità del corpo di muoversi seguendo il ritmo della canzone (tempo, velocità);
- L’armonia del suono: fa riferimento alla musicalità (combinazione fra note e melodia);
- L’impatto culturale: si riferisce alla diffusione di un genere musicale in una società o in un sottogruppo etnico;
- Le associazioni extra musicali che il brano evoca ( ricordi, emozioni…).
Tali fattori influenzano la performance agonistica nell'ordine in cui sono stati riportati.
Gli studi indicano inoltre cinque capacità agonistiche che la musica è in grado di influenzare:
- Dissociazione: ascoltare musica durante la prestazione può restringere l’attenzione e distrarre la mente dalle sensazioni di fatica, abbassando la percezione di sforzo. Può promuovere, inoltre, stati d’animo positivi come vigore ed euforia mitigando tensione, depressione e paura. Tali effetti sono validi per sforzi di bassa e moderata intensità; in caso di sforzi molto elevati la percezione della fatica annulla l’impatto della musica. Ciò non significa che essa non svolga alcuna funzione: in caso di un allenamento particolarmente intenso essa è in grado di farlo sembrare più divertente. In questo caso, quindi la musica non influenza ciò che l’atleta sente ma come si sente.
- Regolazione dell’attivazione: poiché la musica altera l’attivazione emotiva e fisiologica può esser usata prima di una competizione come stimolante o, al contrario, come sedativo per calmare uno stato ansioso. Un esempio è la campionessa olimpica Kelly Holmes che utilizzò le ballate soul di Alicia Keys durante le olimpiadi di Atene nel 2004 o Audley Harrison (pugile) che prima di ogni incontro ascoltava musica classica giapponese.
- In particolare sembra che un ritmo più veloce sia associato a livelli maggiori di eccitazione mentre le emozioni siano influenzate dal testo e da associazioni extra musicali.
- Sincronizzazione: le ricerche hanno dimostrato che la musica sincronizzata (battiti e tempo) con l’esercizio apporta un aumento dei livelli prestazionali; al contrario della musica di sottofondo (asincrona) che perde quasi totalmente il suo effetto se usata con sport impegnativi. Un caso famoso è quello di Halle Gebrselassie (maratoneta) che segnò il record del mondo correndo a tempo con la canzone “Sandman”, scelta perché il suo ritmo era perfettamente sincronizzato con quello dei suoi passi.
- Acquisizione di abilità motorie: soprattutto nei bambini la musica da la possibilità di esplorare nuovi modi di muoversi e di migliorare la coordinazione.
- Raggiungimento della trance agonistica: la conseguenza di tutto quanto esposto finora è che la musica può promuovere lo stato di trance (innescando emozioni e processi cognitivi collegati ad esso), ovvero di totale motivazione intrinseca, attenzione e concentrazione necessari per raggiungere la migliore prestazione possibile.
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Quale musica ascoltare?
Come possiamo costruire la playlist al fine di migliorare la nostra performance sportiva?
È necessario tener conto del tipo di attività in cui si sarà impegnati (alta – media – bassa intensità; allenamento o pre-gara) e dello scopo che si vuol ottenere (attivare o rilassare?).
Se voglio usare la musica nel corso del riscaldamento per aumentare la frequenza cardiaca è necessario che le tracce seguano un aumento progressivo del tempo musicale (che accompagnerà l’aumento della frequenza cardiaca).
In un allenamento ad esempio a circuito la playlist può esser realizzata tenendo conto delle diverse fasi dell’allenamento; pertanto, si potrà scegliere un brano più forte per la fase attiva e uno più lento e con un volume più basso per il recupero.
Ad esempio per un allenamento da moderato ad intenso sarebbero da privilegiare le canzoni che hanno tra le 120 e le 140 battute al minuto come “Don’t stop me now” dei Queen o “Eye of tiger” dei Survivor.
Queste sono le piccole linee guida da tenere in considerazione: non esiste una playlist ideale, essa va adattata a seconda delle proprie finalità e soprattutto è importante che segua i propri gusti personali!
Si può concludere affermando che la musica contribuisce alla concentrazione, distensione e alla realizzazione di una performance migliore. Pertanto può essere un ottimo mezzo per gli atleti che devono affrontare gare importanti.