Strategie per gestire una persona passivo-aggressiva

Quali sono le strategie per gestire una persona passivo-aggressiva? E perché si mette in atto un comportamento passivo-aggressivo?

Ti è mai capitato di avere a che fare con partner/colleghi/datori di lavoro/amici che frequentemente ti rivolgono frasi sarcastiche salvandosi in calcio d'angolo con un semplice: "Dai, stavo scherzando!"? O l'affermare di fare un compito salvo poi rimandarlo?

Bene, è altamente probabile che tu abbia di fronte a te una persona passivo-aggressiva!

Esso è un comportamento molto diffuso e gestire una relazione con queste persone può rivelarsi complicato ed emotivamente faticoso. Il passivo-aggressivo è, infatti, in grado di ferire senza fare apparentemente nulla.

Cerchiamo di capire perché si mette in atto tale modalità comunicativa, come riconoscerla e fronteggiarla.

Il comportamento passivo-aggressivo è una modalità intenzionale e mascherata di esprimere i propri sentimenti di rabbia nascosti.
Un punto importante della definizione è l'intenzionalità di nascondere i sentimenti di rabbia; ma perché dovremmo nascondere tale emozione? Cosa spinge a farlo?

Perché si mette in atto un comportamento passivo-aggressivo

Una prima importante motivazione risiede nel non considerare socialmente accettabile la rabbia. La rabbia è una emozione naturale esattamente come la gioia o la tristezza; ma fin da bambini si è spesso bombardati dalla credenza che essa sia negativa e, pertanto, non vada espressa.

L'ostilità nascosta, al contrario, è considerata socialmente accettabile: se non è possibile esprimere la propria rabbia apertamente essa non svanirà e si avrà, pertanto, necessità di esprimerla diversamente. Ecco allora che si faranno promesse che non saranno mantenute, si tenderà a procrastinare o inventare scuse.
Tale modalità comportamentale è inoltre più facile da attuare rispetto all'assertività la quale, invece, deve essere appresa ed esercitata più volte per poter essere padroneggiata.

La persona passivo-aggressiva

La persona passivo-aggressiva
La persona passivo-aggressiva

Il comportamento passivo-aggressivo può, in alcune circostanze, avere dei vantaggi! Se il partner effettua una richiesta alla quale non si vuole risponde apertamente con un “no” si potrebbe acconsentire salvo poi procrastinare e/o trovare delle scuse. In questo caso si evita un conflitto o una discussione (o in realtà vengono solo procrastinati…?).

Da non sottovalutare, infine, il potere che l'individuo passivo-aggressivo agisce nei confronti degli altri: attraverso i suoi atteggiamenti (il ritiro dalla comunicazione, il procrastinare, il giocare il ruolo della vittima e il vendicarsi velatamente) egli spinge l'altra persona ad agire la sua rabbia, che sarà reattiva ai comportamenti attuati o no dal passivo-aggressivo.

Come riconoscere una persona passivo-aggressiva

Come si evince dal paragrafo precedente le principali caratteristiche del comportamento passivo-aggressivo sono fare la vittima, mettere il muso, procrastinare, vendicarsi, omettere, creare finti fraintendimenti e negare l'ostilità anche se colti sul fatto!

Sono atteggiamenti che possiamo ritrovare nella coppia quando, ad esempio, decidiamo di dedicare una serata ad un amico/a e il partner invece di dichiarare il suo disaccordo reagisce rifiutando di trascorrere il successivo fine settimana insieme. Oppure in ambito lavorativo possiamo avere un collega che ritarda nel consegnarci dei documenti. Infine, potremmo trovarci di fronte ad un amico che all'improvviso smette di salutarci.

A livello verbale, invece, ricorrono spesso frasi del tipo:

  • "Non sono arrabbiato";
  • "Pensavo lo sapessi";
  • "Stavo scherzando";
  • "Sei stato bravo per le tue capacità";
  • "Non avevo capito dovessi farlo ora";
  • "Certo che ti aiuterò!", seguito da il non agire;
  • "Lo farò", anche in questo caso non segue alcuna azione;
  • "Ok" salvo poi mettere il muso.

Gestire il passivo-aggressivo

In teoria sarebbe preferibile mettere distanza da queste persone. Ma se ciò non fosse possibile? Vediamo alcune strategie:

  • Non cedere alle sue richieste: adottando spesso il ruolo di vittima può indurre l'altro a risolvere i suoi problemi. Fare ciò potrebbe sembrare vantaggioso nel breve termine ma a lungo termine non farà altro che dargli maggiore forza e convinzione della correttezza del suo modo di fare, portando a un rafforzamento del suo comportamento;
  • evitare di perdere il controllo e arrabbiarsi: cedendo all'istinto di arrabbiarsi a causa dei suoi comportamenti gli viene fornito un motivo per rovesciare la situazione. Tu diventerai il carnefice e lui sarà la vittima.
  • non spingerlo ad assumersi le responsabilità: è inutile e addirittura controproducente;
  • usare il suo linguaggio: impara ad esprimerti con un canale simile al suo. Accogli il suo esser vittima ed apprezza i suoi sforzi ma rimanda anche il messaggio che è necessario continuare sulla strada intrapresa. In questo modo non gli viene comunicato che il suo punto di vista è errato e il tuo corretto;
  • esprimersi in maniera chiara e diretta: comunicagli chiaramente cosa vorresti che facesse e quando lo mette in atto approvalo lodandolo apertamente;
  • non usare la punizione: alimenteresti solo il suo esser vittima. Ciò non significa che non debba pagare un prezzo per il suo comportamento! Se gli è stato chiesto di svolgere un compito e non lo ha eseguito riportando una scusa, sarà utile comprenderlo per quanto gli è accaduto e poi riproporgli quello stesso compito aggiungendo un ulteriore attività che sarà necessaria a causa del ritardo. In questo modo capirà che il suo comportamento non è stato controproducente solo per te ma anche per lui!

Gestire la persona passivo-aggressiva

Gestire la persona passivo-aggressiva
Gestire la persona passivo-aggressiva

Con queste strategie, nel lungo termine, si può riuscire a ottenere nella relazione maggiore cooperazione ed equilibrio. Di maggiore utilità potrebbe essere una terapia cognitivo comportamentale.

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