Gianmarco Vettori: vivere e tifare per il teatro
Gianmarco Vettori: acrobatica, tiro al piattello, trampoliere, sputafuoco, abilità scenotecniche, abilità nel condurre mezzi.
Un attore di 24 anni con alle spalle già numerose esperienze sulla scena.
Ho visto recitare Gianmarco a teatro, a Roma, in “ Romeo l’ultrà, Giulietta l’irriducibile” di Gianni Clementi, una moderna e contaminata opera teatrale ispirata al “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, e sono rimasto colpito dalla bravura e dalla spontaneità della sua recitazione.
Intervista a Gianmarco Vettori
Due parole su questo lavoro?
In due parole di getto direi, divertente e faticoso, ma è stato molto di più, ho conosciuto delle persone squisite tra cui il drammaturgo nonché regista Gianni Clementi, tutto il cast 14 elementi molti diversi tra noi ma accomunati tutti da un gruppo nato sin dai primi giorni di prova.
Ma tra tanti mestieri proprio quello dell’attore? Un altro ragazzo che non vuole fare il panettiere per vivere?
Questo è il mestiere più bello del mondo, nulla togliere al panettiere, che grazie a lui ogni giorno abbiamo un minimo da mangiare, però una volta che incontri sul tuo cammino una cosa così bella, è difficile dare spazio ad altro.
Come si vive in Italia recitando?
Se dovessi portare una voce generale, soprattutto in teatro, si vive male, però come dicevo essendo il mestiere più bello del mondo, il compromesso è presto trovato, mi piace pensare che, sicuramente, ci saranno tempi migliori, bisogna lavorare per questo!
A chi ti ispiri?
Mi ispiro ai miei primi insegnanti, Simone Barraco e Dora D’agostino, per come e in che modo “abitano” l’arte, mi hanno fatto amare questo mestiere.
Per il resto prendo ispirazione da tutto ciò che mi circonda sia dai grandi del cinema, del teatro sia dai prati verdi e soleggiati.
Cinema, TV?
Nonostante sia entrato da poco in un’agenzia, si iniziano a vedere i primi germogli, non posso anticipare nulla.
Prossime cose che farai?
La prossima settimana sarò in scena con la compagnia il Girasole, al teatro Vascello di Roma con una scrittura scenica collettiva dal nome Bailamme.
Sempre nello stesso mese ho un altro spettacolo tratto da “Ferite a morte” di Serena Dandini per poi dedicarmi ad altri progetti.
Consiglieresti a un ragazzino di provare a fare questo mestiere?
Io consiglierei al bambino di continuare a fare ciò che già sta facendo, cioè divertirsi, giocare e credere fino in fondo che, quando gioca con il suo amichetto, lui è il ladro e l’altro è il poliziotto, questa è la recitazione, questa è verità!