Quando i principi ottomani vivevano rinchiusi nelle gabbie dorate
Sin dal XIV secolo l'impero ottomano dominava gran parte dell'Europa sud-orientale, dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente.
Arrivarono persino ad assediare Vienna, nel cuore dell'Europa, in un paio di occasioni. E fino a dopo la Grande Guerra l'impero sarebbe rimasto la principale potenza dell'area.
I primi sultani ottomani ereditavano il potere in modo insolito nel Medioevo.
Non seguivano, come facevano gli stati cristiani, il principio della primogenitura, cioè che il primo figlio era l'erede al trono (per gli ottomani accadde solo periodo tra il 1566 e il 1603). Al contrario, quando un sultano moriva, o anche prima, scoppiava una feroce battaglia tra i suoi figli e anche tra i parenti.
A volte i diversi pretendenti al trono cercavano alleanze negli Stati vicini, nemici o amici e, se i loro tentativi fallivano, rimanevano in questi sotto pena di morte in caso di ritorno in patria.
Un esempio molto illustrativo è quello di Mehmed il Conquistatore (Maometto II), quando assediò Costantinopoli con il suo stesso zio che lo fronteggiava dall'altra parte delle mura alleato con i Bizantini.
Mehmed stesso risolse il problema della successione diventando il primo a stabilire l'usanza del fratricidio nel 1451.
Quando salì al trono uccise tutti i suoi fratelli e parenti stretti, tranne uno che riuscì a sfuggirgli.
Ma non risparmiò neppure il suo fratellino, un bambino di pochi mesi, che morì strangolato nella sua culla. Non solo questo, raccomandò anche ai suoi figli che per riuscire ad ereditare il trono avrebbero dovuto uccidere tutti i propri fratelli. Una legge che il mondo ottomano tollerò in funzione della ragion di Stato.
Ogni nuovo sultano seguì il suo consiglio per più di un secolo. Mehmed III, nel 1595, eliminò i suoi 19 fratelli e anche molti dei suoi parenti, quelli che non riuscirono a fuggire.
Il famoso Soleiman il Magnifico non esitò a rimanere impassibile mentre suo figlio, che era diventato molto popolare tra i soldati, veniva strangolato nella stanza accanto. Prima di tutto c’era la sicurezza del potere.
Questa politica di omicidi, tuttavia, non fu mai molto popolare, né tra l'élite religiosa né fra quella politica dell'impero. Così i visir, consiglieri e alti funzionari cercarono una soluzione.
Ciò avvenne con la morte di Sultan Ahmed I nel 1617. La sua inaspettata e improvvisa morte diede il tempo a tutti i potenziali successori di essere riuniti nel palazzo di Topkapi.
Lì tutti i principi ottomani furono rinchiusi in speciali stanze chiamate kafes (gabbie).
Da quel momento in poi questa divenne l'usanza.
Tutti i principi ottomani erano chiusi nelle kafes per tutta la vita, impedendo loro di cospirare per liberarsi dei propri fratelli. Lì vivevano prigionieri ma in modo lussuoso, sorvegliati dalle guardie in ogni momento.
Solo a colui che avrebbe ereditato il trono sarebbe stato permesso di uscire. Quando un sultano moriva, il suo erede scelto dai visir era condotto alla Porta della Felicità per essere incoronato, e quella era anche la prima volta nella sua vita che usciva dalle sue stanze.
Il record di permanenza di un principe ottomano nelle kafes arrivò a toccare i 39 anni, anche se nel diciannovesimo secolo la media scese a circa 15 anni. Molti dei rinchiusi finirono per sviluppare gravi disturbi psicologici, ed è anche noto che ci furono almeno due suicidi all'interno della gabbia.
Tuttavia, il pericolo del fratricidio non era scomparso, poiché i sultani erano soliti manovrare per eliminare quanti più rivali possibili.
Nel 1621 Osman II uccise uno dei suoi fratelli e lasciò il resto morire di fame nelle loro gabbie.
Alla fine l'esercito si ribellò e i soldati riuscirono a salvare l'ultimo di loro ancora in vita facendo un buco nel tetto e tirandolo fuori con una corda.
Al pover'uomo, che non mangiava da giorni, fu necessario un po' di tempo per rendersi conto che era diventato il nuovo Sultano.
La pratica del fratricidio scomparve ufficialmente nel 1648, quando fu stabilita l'usanza del principio di primogenitura, sebbene ci sarebbe ancora un altro caso.
Nel 1808 il sultano Mahmud II fece assassinare il suo unico fratello Mustafa IV, per evitare possibili problemi...
L'ultimo sultano ottomano, Mehmed VI, che governò l'Impero tra il 1918 e il 1922, aveva 56 anni quando salì al trono, dopo aver trascorso tutta la sua vita nella kafes.
Era stato confinato dallo zio Abdul Aziz e dovette aspettare la fine anche dei suoi tre fratelli maggiori prima di poter uscire.
Fu l'ultimo inquilino dei Kafes e quello che più tempo vi era rimasto rinchiuso in tutta la storia della pratica.