Umberto Eco: "Una volta un tale che doveva fare una ricerca andava in biblioteca, trovava dieci titoli sull'argomento e li leggeva; oggi schiaccia un bottone del suo computer, riceve una bibliografia di diecimila titoli, e rinuncia."

 

È morto Umberto Eco. È morto un uomo con molta ironia, è questa la cosa che più mi dispiace, ora la maggioranza di uomini ridicoli rispetto a quella che sanno far sorridere aumenta.

Tant’è, questa è la storia, di Umberto Eco.

Era considerato uno dei più importanti scrittori italiani ed era famoso in tutto il mondo per il romanzo "Il nome della Rosa". I suoi studi di semiologia lo avevano da tempo consacrato come uno dei più affermati intellettuali del nostro Paese.

È morto nella serata di venerdì 19 febbraio nella sua casa in piazza Castello a Milano da dove non usciva da quasi un mese a causa di un tumore con il quale combatteva da due anni. Il funerale, sarà celebrato con rito civile martedì, il 23 febbraio, al Castello Sforzesco, dove alle ore 15 verrà portato il feretro.

Umberto Eco era nato il 5 gennaio 1932 ad Alessandria ed era figlio di un negoziante di ferramenta; conseguì la maturità al liceo classico "Giovanni Plana" della sua città natale. Mentre approfondiva i suoi studi universitari su Tommaso d'Aquino smise di credere in Dio. In seguito, ripensando al momento in cui lasciò la Chiesa Cattolica, in un articolo sul Time, dichiarerà: "si può dire che lui (Tommaso d'Aquino) mi abbia miracolosamente curato dalla fede".

Nel 1963 pubblica “Diario minimo”, una raccolta di scritti brevi. Nell’edizione del 1975 l'autore spiegherà che la racconta di questi saggi ebbe origine dalle pagine delle riviste "Il Verri", "Il Caffè", "l'Espresso" e "Pirelli".

“Apocalittici e integrati” è, invece un saggio che Umberto Eco ha pubblicato nel 1964 in cui il semiologo italiano trattava il tema della cultura di massa e dei mezzi di comunicazione.

Umberto Eco era anche un raffinato umorista e nella rubrica “La bustina di Minerva”, che pubblicava dal 1985 su "l'Espresso", ha lasciato molti scritti ironici e di satira. Nel 1992 alcune "bustine" sono state pubblicate in “Il secondo diario minimo.” Il titolo della rubrica era dovuto alla nota bustina di fiammiferi, nella cui parte interna era uso comune prendere appunti.

Già noto come intellettuale in Italia per il suo lavoro di studioso e linguista diventò famoso in tutto il mondo nel 1980 grazie al romanzo “Il nome della Rosa”, scritto dopo aver sostenuto che anche nella nostra società di massa e di consumo si sarebbe potuto scrivere un bestseller senza rinunciare alla qualità.

Nel 1988 Umberto Eco pubblicò Il pendolo di Foucault, un altro bestseller mondiale.

Per Umberto Eco l’intellettuale non doveva rinchiudersi in una specializzazione, né in un’oasi dorata, ma interessarsi a quanto succedeva nella società e approfondire in modo serio tutte le discipline del sapere o almeno quante più possibili.

Umberto Eco: “L'eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco come tutti.”

Nel 1969 Eco non esitò a prendere posizione firmando delle lettere aperte sul caso Pinelli (l’anarchico morto precipitando da una finestra della questura di Milano durante un interrogatorio). Si autodenunciò per solidarietà con il giornale Lotta Continua che accusava la polizia.

Altrettanto intraprendente nelle sue azioni sociali lo fu nell’ambito della cultura, in ogni sua forma, dalla comunicazione televisiva di cui era esperto, al fumetto, dalla filosofia medievale, alla letteratura contemporanea, dalle canzoni, alla semiotica, alla politica…

Umberto Eco: “L'America ha un'incredibile capacità di storicizzare il passato prossimo. (I preti spretati)

Il “Guardian” lo ha definito come «uno dei più importanti nomi della letteratura internazionale» e nelle sue pagine il “New York Times” ne ha parlato come di «un esperto nell’arcano campo della semiotica», probabilmente lo si può definire un intellettuale di spessore, per me semplicemente un altro modo di chiamare un uomo che ha saputo andare molto più a fondo della piatta apparenza che ci circonda e che pervade l’attuale letteratura italiana.

 

 

 

 

Arthur Schopenhauer è un filosofo tedesco vissuto dal 1788 al 1860.

Lo si definisce pessimista e misantropo per la visione dell’uomo che presenta, per il fatto che manifestò profondo disagio nei confronti dei contatti umani e disinteresse per le vicende politiche del periodo. Sono famose alcune sue frasi piuttosto caustiche: “Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto.”

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Ho dato questo titolo provocatorio all'articolo, una provocazione che io rivolgo anche a me stessa. Sono quindi necessarie un paio di precisazioni. La donna è un essere umano. Ho detto un'ovvietà vero? Eppure non è così assodato in tutti i luoghi e non lo è stato in tutte le epoche storiche.

In quanto essere umano, gode di alcuni diritti universali sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (10 Dicembre 1948), diritti che appartengono a tutti.

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Non hanno, in realtà, niente di misterioso I misteri della sinistra (Vicenza 2015, Neri Pozza Editore) che fanno l’occhiolino a Eugène Sue. Il saggio è di Jean-Claude Michéa (N. 1950), professore di filosofia in pensione ed esperto del pensiero di George Orwell.

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La Bibbia racconta che, all’inizio dei tempi, tutti sulla Terra parlavano la stessa lingua “madre”, e come questa fosse essenziale ed evoluta al tempo stesso, tanto da esprimere sentimenti, emozioni e pensieri complessi.

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 Le fette biscottate di Kamut, la storia, come si fanno e calorie.

Benvenuti al quarto appuntamento con le nostre storie culinarie.

Abbiamo parlato della merenda e della colazione degli italiani, e oggi vi proponiamo le fette biscottate, quelle fette di pane di forma quadrata cotte due volte in forno, come dice appunto il suo nome. Non sono né dolci né salate e si accompagnano benissimo a qualsiasi marmellata o confettura, miele, crema spalmabile, ma anche ai formaggi cremosi, oppure gli affettati.

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Ogni anno milioni di coppie si scambiano cioccolatini, fiori e bigliettini d’amore il 14 di Febbraio. Perché? Perché si amano. Certo, solo quel giorno, da quello seguente possono cominciare a lanciarseli, i poveri fiori recisi, o a far sparire i cioccolatini nel cestino della spazzatura. Ovvio, meglio che li mangi il tritarifiuti di noi donne, evitando di farci perdere l’agoniata linea che ci siamo imposte dopo la fine delle festività in previsione dell’estate.

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A quasi tre anni dalla mancata vittoria del PD di Bersani alle ultime elezioni politiche, quello che una volta si usava chiamare “il popolo della sinistra” sembra ancora disorientato, incapace di reagire.

Appare come un pugile che, dopo lo shock per la mancata vittoria data per certa dai sondaggi, vorrebbe preparare la rivincita ma appare confusa e priva di un leader capace di farle conquistare un posto dignitoso sul contraddittorio scacchiere della politica italiana.

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Quante volte ci è capitato dopo una giornata piena d’impegni di stenderci nel letto per fare un sonno ristoratore, e invece finiamo con lo svegliarci in piena notte, sentendo il nostro corpo immobile, come fosse pietra, con la sola capacità di muovere gli occhi.

Aggiungete a questa sensazione già di suo non molto piacevole la visione di ombre o la certezza di avere qualche presenza nella nostra stessa stanza e il gioco è fatto.

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Chi erano quindi le Streghe?

Per rispondere a questa domanda bisognerebbe per prima cosa contestualizzarla in un preciso momento storico.

Ben diversa infatti appare subito la differenza tra la figura di una Circe o di una Morgana di Avalon rispetto alle emarginate e perseguitate streghe del medioevo identificate in quel periodo con il termine Lamia; 

le lamie dell'antichità greca erano figure in parte umane e in parte animalesche rapitrici di bambini ed è subito evidente

l'idea che si aveva di queste donne da parte dell'Inquisizione che le perseguitò.

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Perché rileggere la "Critica della ragion pura" oggi?

Qualcuno ha già tentato di salutare una volta per tutte Kant in ambito filosofico. Infatti in filosofia oggi dilaga la posizione del realismo, che lo si intenda come nuovo realismo, come realismo ingenuo o come realismo negativo, non ha grossa importanza; rimane solo da parte la posizione del realismo interno, l'unica che non rigetterebbe la critica di Kant.

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Welcome to our usual appointment with our culinary stories Spelt bread

Today we want to begin with the story of a food that is well known, in one form or another, all over the world.  We don’t think that there is a country where bread is not eaten, or at least known in some form, made with wheat or other cereals, risen or not

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"Essere uomo è un mestiere difficile e soltanto pochi ce la fanno."

Breve biografia di Ernest Hemingway

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Ero dal mio panettiere di fiducia... sì, ho un panettiere di fiducia... voglio evitare che mi vengano serviti panini con spugne fibrose all'interno e allora?

Comunque... ero lì in fila e attendevo impaziente quando entra una donna con due bambini. Una signora elegante e ben vestita, credo persino troppo per andare a comprare il pane, ma vabbè...

I due bambini avevano all'incirca 4/5 anni, e fin lì tutto ok. Uno dei due aveva uno zainetto sulle spalle, probabilmente, pensai, libri dell'asilo o qualcosa del genere.

Il problema dove è? Ora ve lo dico... ad un certo punto il bambino apre questo zaino e tira fuori... non un album da colorare, non una merenda o insomma... avete capito no? Qualcosa di chiamiamolo fanciullesco? Tira fuori un tablet...

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Il Macramè è un’antichissima tecnica ornamentale che consiste nell’annodare i fili con le mani senza l’uso di strumenti. 

È una delle prime tecniche utilizzate per fermare la parte terminale dei tessuti.

In Italia è arrivata nel XVI secolo a Genova, attraverso i marinai che ne avevano appreso il procedimento nei paesi arabi per poi essere trasferita alle loro donne che la reinterpretarono per farne un'arte decorativa tessile ineguagliabile.

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Tra le innumerevoli definizioni che si possono dare, e spesso si usano, per definire la politica, io uso spesso quella che definisce la politica come “l’arte del possibile” (con tutti i distinguo e le precisazioni necessarie).

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 Il porro: la storia, le virtù terapeutiche, l'ingrediente delle zuppe e la ricetta per le punture degli insetti. 

Nel presentarvi le diverse specie botaniche d’interesse fitoterapico, questa volta abbiamo deciso di sconfinare in cucina.

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Quando ho finito di leggere “Questa storia” già mi mancava, così ho continuato a leggere tutto ciò che ci fosse di stampato.

Ricordo come il caso abbia voluto che leggessi le pagine di questo libro mentre sotto casa, sotto le mie finestre, sfrecciavano eleganti le auto della mille miglia di oggi! La casualità era resa ancor più bella da due circostanze.

Innanzitutto, non avevo la minima idea del contenuto del libro e proprio quando cominciavo a delinearne la vicenda principale, ecco il rumore delle prime automobili rompere il silenzio ovattato della città in cui ancora oggi vivo. In secondo luogo, mi trovavo in una città sconosciuta, lontana da quei luoghi in cui avevo vissuto sino a qualche tempo prima e dove avevo lasciato, per il momento, ogni altro libro di Alessandro Baricco. Li avevo letti tutti là, ad eccezione di “Seta”, letto in Toscana.

 

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