Vittoria Colonna, amica e musa di Michelangelo

È diverso per la coppia, a dir poco sorprendente, formata da Vittoria Colonna (1490-1547) e Michelangelo (1475-1564), il più favoloso scultore che l’umanità abbia prodotto

Dante e Beatrice, Petrarca e Laura, due coppie leggendarie passate alla storia… La sublimazione dell’amore, la perfezione della lingua toscana che diventerà l’italiano classico. Nella memoria collettiva, queste sono belle immagini, mitiche, chiare, logiche e comprensibili.

È diverso per la coppia, a dir poco sorprendente, formata da Vittoria Colonna (1490-1547) e Michelangelo (1475-1564), il più favoloso scultore che l’umanità abbia prodotto.

Vittoria Colonna e Michelangelo

Vittoria Colonna
Vittoria Colonna di Cesare Giuliani

La sua omosessualità era di pubblico dominio, la maggior parte degli storici non comprendevano questa avventura, di certo platonica e puramente intellettuale, ma così imbarazzante!

Non sanno né dove individuare, né come spiegare questa eterodossia nell'esistenza e nella psiche dell’artista. Preferiscono tacere sul soggetto.
Eppure, potrebbe essere una materia d’esame e di riflessione. Perché questo silenzio? In questo modo si evita questo problema spinoso. È molto più semplice.

Noi rifiutiamo questa viltà. Noi tentiamo di sbrogliare la matassa. Queste due personalità abbaglianti si incontrano nel 1538 a Roma. Lei ha 48 anni, lui 63.
Ciascuno ha avuto una buona vita. Se quella di Michelangelo è ben conosciuta, quella di Vittoria deve essere raccontata.
Bisogna comprenderla bene: la sua straordinaria personalità ha reso Vittoria Colonna uno dei personaggi più importanti del Rinascimento.

Lei viene da una grande famiglia dell’aristocrazia italiana:

i Colonna, la cui anzianità risale all'undicesimo secolo.

Figlia di Fabrizio Colonna, sposa Fernando di Avalos, marchese di Pescara, generale di Charles Quint, nel 1509. Naturalmente fu un matrimonio combinato. Ma fu anche un matrimonio d’amore perfetto e riuscito.

Sfortunatamente non durò molto tempo: Fernando morì nel 1525, in seguito a un infortunio ricevuto durante la battaglia di Pavia.

Nel 1512, durante la sua prigionia in Francia, scrisse e dedicò alla sua sposa il suo “dialogo d’amore”. La relazione che li univa era indistruttibile. Vittoria non si riprese mai dalla perdita di suo marito. Divenne depressa, sull'orlo del suicidio, furono le sue amicizie più vicine che l’aiutarono ad uscire da questo vicolo cieco psicologico: circondata dai migliori letterati e artisti del tempo, si mise alla ricerca della perfezione mistica, diventò una poetessa dal talento riconosciuto.

L’Aretino, Pietro Bembo, Baldassare Castiglione autore di “Il cortigiano”, tanti altri come Michelangelo, fecero parte del suo circolo privato. I suoi versi furono pubblicati quattro volte nel corso del sedicesimo secolo, un fatto eccezionale per l’epoca. Questa è la prova del clamore e del successo dei suoi scritti, probabilmente dovuto all'universalità della sua cultura, al potere dei sentimenti che esprime e al fatto, costatato mille volte, che la pienezza del successo di certi creatori si spiega dall'accordo predestinato della loro propria natura con la fase di civilizzazione alla quale appartengono.

Nei suoi poemi (1*), lei sembra in preda a una dicotomia classica, che oscilla tra ascetismo religioso e attrazione per la brillantezza del mondo artificiale dell’aristocrazia.
Così sapiente senza essere intellettuale, di una intelligenza acuta, di una emotività incredibile, strappata dalla questione della sua salute eterna, Vittoria si avvicinò così tanto al protestantesimo che sembrava essersi convertita a Roma!

Ebbe prudenza, poiché l’inquisizione poteva mandarla al rogo, nessuno scritto lo conferma ma è probabile. Le conseguenze primarie, inevitabili, di questa ricerca di spiritualità, furono il pessimismo e il dubbio permanente.

Vittoria Colonna e Michelangelo
Vittoria Colonna e Michelangelo

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Al contrario, l’ottimismo dominò l’opera di Michelangelo finché incontrò Vittoria. A partire da quel momento, lo scultore svilupperà tendenze pessimiste che gli faranno prendere altri percorsi diversi da quelli della sua gioventù.

L’omosessualità di Michelangelo era un segreto di pulcinella.

Questo non gli impedì di innamorarsi, platonicamente, di Vittoria, la quale ebbe su di lui una influenza così notevole che il binomio bene-male e la salute della sua anima saranno le questioni fondamentali su cui si soffermerà nella sua età avanzata.

Fu un amore a prima vista: vissero una passione intellettuale, raddoppiata da una ricerca della natura e del senso della vita.
Si scambiarono innumerevoli lettere. Al momento del decesso di Vittoria, Michelangelo era al suo capezzale.

Lui scrisse: "alla sua morte la natura, che non ha mai avuto un viso così bello, si è vergognata e aveva gli occhi pieni di lacrime.

Michelangelo non si riprese mai dalla scomparsa di Vittoria. Lei restò per lui un modello, paragone di tutte le virtù.

Diversi ma complementari, si riconoscevano l’un l’altro come artisti. La loro insoddisfazione li avvicinò. Come anche i loro centri di interesse.

Loro riconobbero di appartenere alla stessa specie: alla ricerca di un equilibrio psicologico che mancava loro, all'inseguimento di un sogno irrealizzabile della perfezione totale, di una spiegazione al binomio bene-male e della salute eterna.

Entrambi avevano la fede che un’infanzia armoniosa permette di avere. Tuttavia la loro mancanza di certezze non gli permetteva di fare chiarezza sulla loro riflessione intima.

Nei giardini del palazzo Colonna, dove amavano incontrarsi, passavano ore a discutere, a cambiare il mondo.
Non disturbavano nessuno: restavano soli così tanto tempo che si desiderarono.
I loro principali soggetti di discussione erano sempre gli stessi: poesia, pittura, scultura e religione… Michelangelo fu affascinato da questa donna di una così elevata cultura, nella quale ritrovava la sua guida spirituale.

Vittoria ammirava quell'uomo e le creazioni dell’artista, nel quale lei vide il genio allo stato puro.
Divennero una sorta di coppia filosofica molto legata.

Lei comprese che poteva aiutarlo a farlo uscire da quel vicolo cieco spirituale nel quale lui era finito, in quanto si metteva spesso in discussione.
Lei divenne l’amica e la musa di Michelangelo, pittore, scultore, architetto e poeta: la loro corrispondenza, in parte conservata alla Casa Buonarroti (2*) a Firenze, è semplice: filosofia e amore si esaltano e coabitano tranquillamente. Possono confidarsi in lui, senza nessun retro pensiero.

Vittoria aveva già riunito autori nel suo cenacolo di personaggi di qualità. Tutti avevano riflettuto molto sul senso dei valori della vita.

Ovviamente arrivarono le questioni sui fondamenti della religione, sulle nozioni di bene e male, sulla salute dell’anima di ciascuno.
Tutti loro erano benestanti, distaccati da contingenze materiali. Potevano facilmente consacrarsi a ricercatori intellettuali, filosofi, spirituali, superando l’ambito ristretto della religione. Si facevano chiamare “gli Spirituali” o “Spiritualisti”.

Vittoria fu così la mentore di Michelangelo nella sua ricerca di rinnovamento morale. Le opere del circolo, davvero ristretto, durarono dieci anni.

Questa nuova proposta, nella ricerca di una verità etica, finì per essere conosciuta dalle autorità cattoliche. La sua vicinanza con il protestantesimo era un’evidenza per tutti i cattolici romani.

Il Vaticano puntò il dito contro il circolo di Vittoria Colonna.

I membri del “club” si sparpagliarono finché fu avviato un processo contro di loro. Vittoria morì praticamente tra le braccia di un Michelangelo disperato, per il quale lei fu la confidente e l’amica per quasi dieci anni…

L’artista non si riprenderà mai. La sua tristezza lo gettò in una malinconia così profonda che ebbe una visione del mondo pessimista, alterata, senza speranza: il suo grande periodo inventivo era finito.

Jacques Tcharny

(1*) « Rime della Vittoria Colonna »
(2*) Casa di famiglia nella quale Michelangelo ha abitato. Questa è stata trasformata in un museo consacrato all'artista.

Articolo tradotto da Debora Cammisa laureata in Scienze del Turismo.

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Poesie di Vittoria Colonna
Poesie di Vittoria Colonna