Vercelli, una visita alla città sulle tracce della Magna Charta, di Guala Bicchieri e di tantissima arte

Vercelli mi ha fatto sempre pensare al riso, alla nebbia, alle rane, alla “panissa”, alle zanzare.

Devo confessare, infatti, che nei 40 anni trascorsi in Piemonte, pur lavorando in Comuni non distanti da Vercelli, mai avevo pensato di visitarla come si fa con una città ricca di arte.

Fino ad ora i miei contatti con la città di Vercelli sono stati pochi e nessuno di essi era collegato alle sue bellezze artistiche, anzi devo dire che quando incontravo i cartelloni che pubblicizzavano Vercelli come città d’arte non riuscivo a nascondere il mio profondo scetticismo.

Per me Vercelli voleva dire, ad esempio,

luogo d’incontri professionali ai tempi del mio servizio presso il Comune di Morano sul Po che con le sue risaie, pur essendo ubicato nella provincia di Alessandria, sembrava a tutti gli effetti un Comune vercellese o più recentemente in occasione del servizio svolto a Cigliano.

La città di Vercelli mi portava, inoltre, a ricordare anche quell'unica volta che io, pur essendone golosissimo, non riuscii a finire di mangiarne un gelato.

Successe nell'estate del 1982, quella del mondiale di calcio giocato e vinto in Spagna dalla Nazionale Italiana; una di quelle sere del mondiale, appunto, ero a Vercelli in compagnia della mia attuale moglie ed abbiamo deciso di provare a vincere la soffocante afa prendendo un gelato in un bar della centrale Piazza Cavour.

Ci eravamo dimenticati, però, di chiedere il permesso alle tostissime zanzare vercellesi le quali decisero che quel gelato non andava consumato e ci misero in fuga quando non eravamo ancora neanche alla metà dell’opera.

Vercelli, però, a me faceva (e fa) venire in mente soprattutto la gioia più grande della mia vita, quella che provai alle 19,40 del 11/9/1985 quando, presso l’Ospedale di Sant'Andrea, nacque Vania, la mia unica figlia.

Questa era stata per me Vercelli fino al 31 marzo 2019,

il giorno della svolta che maturò dopo aver letto che la capitale del riso ospitava nell'Arca di San Marco la Magna Charta Libertatum, il documento scritto in latino che il re d'Inghilterra Giovanni Senzaterra fu costretto a concedere ai baroni, suoi diretti feudatari, il 15 giugno 1215.

Sembrò a me e mia moglie l’occasione giusta per fare un’apertura di credito verso quanti ci avevano parlato di Vercelli come di una città d’arte e pertanto decidemmo di visitarla.

Vercelli: la basilica di Sant'Andrea

Vercelli Basilica di Sant'Andrea 2
Vercelli Basilica di Sant'Andrea 2

La prima tappa del nostro itinerario non avrebbe potuto essere più interessante, si è trattato infatti della bellissima basilica di Sant'Andrea, un monumento simbolo della città di Vercelli di straordinaria bellezza.

Interno della basilica di Sant'Andrea Vercelli 3
Interno della basilica di Sant'Andrea Vercelli 3

Questa chiesa, costruita tra il 1219 e il 1227 a tre navate, che si è presentata ai nostri occhi come un gioco di archi a sesto acuto, è considerata, non a torto, un fulgido esempio di fusione tra romanico lombardo e gotico.
Bellissimo anche il contrasto cromatico tra il bianco delle torri campanarie e il rosso vivo dei mattoni.

Parte Superiore della Basilica di Sant'Andrea Vercelli 4
Parte Superiore della Basilica di Sant'Andrea Vercelli 4
Campanile della Basilica di Sant'Andrea
Campanile della Basilica di Sant'Andrea

La basilica di Sant'Andrea, un luogo storico

Basilica di Sant'Andrea Vercelli 6
Basilica di Sant'Andrea

Da segnalare la presenza al centro della navata principale del famosissimo crocifisso ligneo, un dipinto del XIV secolo.
Questa splendida basilica viene citata anche nei libri di storia dato che nella sua sala capitolare nel 1310 venne firmata la pace tra Guelfi e Ghibellini alla presenza di dell’imperatore Enrico VII.

Vercelli, Chiosco della Basilica di Sant'Andrea 7
Chiosco della Basilica di Sant'Andrea Vercelli 7

Quest’anno sono stati festeggiati gli 800 anni dell'abbazia di Sant'Andrea, uno dei primi esempi di gotico in Italia, fondata il 19 febbraio 1219 dal cardinale Guala Bicchieri.

La cattedrale di Sant'Eusebio, il Duomo di Vercelli

La cattedrale di Sant'Eusebio, il Duomo di Vercelli
La cattedrale di Sant'Eusebio, il Duomo di Vercelli

Non ci è parsa inferiore, quanto a bellezza e importanza, la cattedrale di Sant'Eusebio, il Duomo di Vercelli, il cui nucleo originario sembra ascrivibile all’iniziativa del vescovo Eusebio poi diventato Santo.

La bella cattedrale è stata più volte distrutta e ricostruita:

la facciata è stata costruita nel ‘700, la cupola nel 1832, mentre il campanile, il nucleo più antico, è stato edificato nel XII secolo.

Interno del Duomo di Vercelli
Interno del Duomo di Vercelli

Da segnalare inoltre il bellissimo altare sormontato da un crocifisso ligneo in lamina d’argento di età romanica e tre bellissime cappelle: quella con le spoglie di Sant'Eusebio, quella con i resti di Amedeo IX di Savoia e quella della Madonna dello Schiaffo.

È valsa la pena, poi, visitare anche il Museo dell’Opera del Duomo, la Pinacoteca e la Biblioteca Capitolare che si trovavano accanto allo stesso Duomo.

Castello Visconteo Vercelli 10
Castello Visconteo Vercelli 10
Castello Visconteo Vercelli 11
Castello Visconteo Vercelli 11

Abbiamo proseguito nel nostro percorso e ci siamo troviamo davanti al Castello Visconteo, costruito dal 1290 in avanti per volontà di Matteo Visconti, che nel tempo ha avuto diverse destinazioni: all'inizio è stata una residenza sabauda, nell'età napoleonica è diventato un alloggio militare, nell'ottocento fu prima carcere e successivamente tribunale, destinazione che conserva tutt'ora.

Il bel castello con le sue quattro torri e i riconoscibilissimi mattoni rossi, purtroppo, l’abbiamo potuto ammirare solo dall'esterno. Sarebbe oltremodo auspicabile che in un prossimo futuro possa avere una dimensione museale per essere più facilmente destinato ad un più consono utilizzo culturale.

Sinagoga Vercelli 12
Sinagoga Vercelli 12

Dopo avere imboccato via Foa abbiamo raggiunto la Sinagoga che è stata costruita tra il 1875 e il 1878 e della quale, avendola trovata chiusa, abbiamo potuto ammirare soltanto la bellissima facciata in pietre arenare bianco e grigio azzurre.

Non molto distante ci siamo trovati davanti al Museo Borgogna che ospita la seconda pinacoteca del Piemonte; è preceduta, infatti, soltanto dalla Galleria Sabauda di Torino.

Va detto che il Museo Borgogna si è meritato questo riconoscimento sia per la quantità che per la qualità delle opere ospitate. Abbiamo ammirato tantissime opere di grande importanza artistica e ci è dispiaciuto non avere potuto vedere tutte le opere esposte sui tre piani del palazzo con l’attenzione che avrebbero meritato.

In questa grande casa-museo, appartenuta all'avvocato-collezionista Borgogna, sono stati esposti in ambienti raffinati circa 800 pezzi: dipinti, alcune sculture, eccezionali arredi e alcuni oggetti d'epoca. Oltre a dipinti di famosi pittori, sono stati esposti quadri di artisti delle provincie di Vercelli e Novara, forse poco noti ma sicuramente di grande qualità. 

Piazza Cavour Vercelli 15
Piazza Cavour Vercelli 15

Siamo arrivati all'ora di pranzo ed entrambi i ristoranti segnalati dalla nostra guida non avevano più posto e allora abbiamo dovuto accontentarci di un pranzo frugale in un locale di piazza Cavour.

Piazza Cavour Vercelli
Piazza Cavour Vercelli

Una volta terminato il veloce pranzo abbiamo passeggiato per qualche minuto nella piazza Cavour che si è presentata ai nostri occhi bella e spaziosa caratterizzata com'era dai tipici portici delle città settentrionali e dalla presenza in posizione centrale di una statua di Cavour; su tutta la piazza, inoltre, svettava la Torre dell’Angelo.

L’esposizione della Magna Charta Libertatum

L'Arca, sede della mostra sulla Magna Charta Vercelli 16
L'Arca, sede della mostra sulla Magna Charta Vercelli 16

Ovviamente non ci siamo dimenticati dello scopo principale della nostra visita alla città di Vercelli e cioè l’esposizione della Magna Charta Libertatum e così ci siamo incamminati verso l’Arca di San Marco.

Esposizione della Magna Charta Vercelli 18
Esposizione della Magna Charta Vercelli 18

Ci siamo finalmente trovati di fronte alla prima esposizione italiana di questo importantissimo documento storico che nel corso dei secoli ha lasciato pochissime volte il Regno Unito e al quale si fa risalire uno dei primi riconoscimenti dei diritti umani.

L’interessante pergamena, proveniente dalla cattedrale di Hereford, ha costituito la principale attrattiva della mostra “La Magna Charta - Guala Bicchieri e il suo lascito”, allestita nell'Arca di San Marco a Vercelli dove sarà ancora visitabile per un paio di mesi.

Guala Bicchieri nacque a Vercelli intorno al 1150 e in seguito fu cardinale e diplomatico al servizio dello Stato della Chiesa e legato pontificio in Inghilterra dal 1216 al 1218. In questa ultima veste nel 1216 pose il sigillo sulla seconda versione della Magna Charta, uguale a quella esposta a Vercelli.

Ritratto di Guala Bicchieri

Ritratto di Guala Bicchieri Vercelli 19
Ritratto di Guala Bicchieri

La mostra, accanto all'importantissimo documento, ha esposto altre opere di grande valore storico-artistico dell’epoca tra le quali il cofano appartenuto a Guala Bicchieri, il suo “baule da viaggio”, oggetti (tra i quali spicca il coltello eucaristico legato al nome del cardinale), ritratti, codici e documenti inediti.

Guala Bicchieri: il suo baule da viaggio Vercelli 20
Guala Bicchieri: il suo baule da viaggio

La mostra ha dedicato una sezione anche all'immagine di Guala Bicchieri nella quale sono, tra l’altro, esposti due suoi ritratti pittorici di età moderna.
Non poteva mancare, prima di intraprendere il viaggio per ritornare a casa, l’acquisto presso la pasticceria Follis dei biscotti tipici di Vercelli, i “bicciolani”.

Su questi dolci ci limitiamo a dire che, quando li abbiamo assaggiati, sia io che mia moglie abbiamo pensato con tanta nostalgia alle paste alla mandorla e al pistacchio che abbiamo apprezzato ogni volta che siamo ritornati in Sicilia, la nostra terra natia.

Positivo, invece, è stato il nostro giudizio su Vercelli come città d’arte e ci siamo convinti di aver fatto bene a visitarla in quest’ottica e anzi ci siamo riproposti di farvi ritorno al più presto per ammirare tutto quello che non siamo riusciti a visitare questa volta a cominciare dal Museo Leone, dal Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli, dal Museo Archeologico e da quello della Chiesa di San Marco.

Speriamo che i lettori non perdano l’occasione di visitare l’interessantissima mostra sulla Magna Charta e la bella città Vercelli: siamo sicuri che non se ne pentiranno!

Foto reportage di Michelangelo La Rocca

Leggi anche: Ivrea, “la bella”, 54° sito italiano del patrimonio dell’Unesco. Altre fonti: Museo Leone, Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli.