3 Poesie di Nazim Hikmet
3 poesie per parlare, in realtà solo un poco, di Nazim Hikmet (Nâzım Hikmet Ran) poeta, drammaturgo e romanziere.
È nato a Salonicco, oggi città greca, il 15 gennaio 1902 allora città turca.
Grazie al nonno poeta, al padre diplomatico e alla madre pittrice, è cresciuto in un ambiente familiare intellettuale. La buona situazione economica gli ha permesso di studiare in una scuola francese e, in seguito a 19 anni, di viaggiare a Mosca dove ha approfondito le scienze politiche trascinato dal suo interesse per il comunismo.
Nel 1924 torna a Istanbul, dedicandosi attivamente alla politica, sfuggendo alla prigione trasferendosi a Mosca. È di nuovo in Turchia nel 1929 dove alterna alla lotta politica la sua attività letterale pubblicando opere teatrali, romanzi e diverse poesie.
Per le sue poesie e il suo impegno politico viene incarcerato e torturato opponendosi anche con uno sciopero della fame. Rimane in carcere dal 1940 fino al 1950. Nel 1952 si stabilisce definitivamente a Mosca dove muore nel 1963.
Hikmet è ricordato principalmente per la raccolta Poesie d'amore, ma sono note anche le raccolte poetiche: 835 Satir ("835 Righe", 1929), 1+1=1 (1930), La città che ha perduto la voce (1931), Telegramma notturno (1932) come anche l'opera teatrale La spada di Damocle (1959).
3 poesie d’amore di Nazim Hikmet:
è la voce del poeta che conosce la vita, che ama la vita e che sa che deve essere vissuta per gli altri.
Il più bello dei mari
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
Ti amo come se mangiassi il pane
Ti amo come se mangiassi il pane
spruzzandolo col sale,
come se alzandomi la notte bruciando di febbre
bevessi l’acqua
con le labbra sul rubinetto
Ti amo come guardo il pesante sacco della posta,
non so cosa contenga e da chi,
pieno di gioia, pieno di sospetto agitato.
Ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo
Ti amo come qualcosa che si muove in me
quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco
Ti amo come se dicessi Dio sia lodato
sono vivo.
Prima di tutto l'uomo
Non vivere su questa terra
come un estraneo
o come un turista della natura.
Vivi in questo mondo come nella casa di tuo padre;
credi al grano, alla terra, al mare
ma prima di tutto credi all'uomo.
Ama le nuvole, le macchine, i libri
ma prima di tutto ama l'uomo.
Senti la tristezza del ramo che secca,
dell'astro che si spegne,
dell'animale ferito che rantola
ma prima di tutto senti la tristezza e il dolore dell'uomo.
Ti dian gioia tutti i beni della terra
l'ombra e la luce ti dian gioia,
le quattro stagioni ti dian gioia
ma soprattutto, a piene mani
ti dia gioia l'uomo.