Buon compleanno alla Repubblica Italiana che compie 75 anni
Tanti auguri alla Repubblica Italiana che il 2 giugno compie 75 anni.
Diciamo che ci appare ancora come una bella signora di una certa età che non riesce, però, a nascondere qualche ruga e diversi acciacchi.
La Repubblica Italiana compie 75 anni
Dico subito che sono contento di essere un cittadino di uno Stato Repubblicano e che mi ritengo fortunato di non essere nato “suddito” in uno Stato monarchico anche se civile ed evoluto come certamente sono il Regno Unito, la Svezia, il Belgio, l’Olanda, la Danimarca o la Spagna per citare solo alcuni dei principali stati europei retti da monarchie.
Trovo assurdo che ancora nel terzo millennio si arrivi a diventare Capo di un moderno Stato europeo (e non) in base allo ius sanguinis come se la Rivoluzione francese non ci fosse ancora stata.
La Repubblica Italiana è nata il 2 giugno del 1946
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La Repubblica Italiana è nata il 2 giugno del 1946 a seguito dell’esito di un referendum popolare al quale parteciparono per la prima volta in Italia le donne come elettrici e che si concluse con 12.717.923 di voti a favore dell’avvento del sistema repubblicano e 10.719.284 di voti per il mantenimento della monarchia.
L’esito di questo referendum, che pure registrò qualche polemica, segnò la fine dei terribili anni della dittatura fascista, della cocente sconfitta della seconda guerra mondiale e, anche sull'abbrivio della valorosa guerra di Liberazione, segnò l’avvio dell’Italia Repubblicana e antifascista.
Dicevamo prima che l’Italia Repubblicana, nonostante l’età avanzata, conserva un bell’aspetto se facciamo riferimento alla bellezza del suo paesaggio, del suo ricchissimo patrimoni artistico; entrambi restano tra i più belli e attraenti di tutto il pianeta.
Basti pensare alle sue incantevoli isole, al suo mare, ai suoi laghi, ai suoi monti, alle città d’arte con il loro inestimabile patrimonio artistico.
Scheda del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946.
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Aggiungevamo, però, che non riesce a nascondere le sue tantissime rughe e i suoi molteplici acciacchi.
Basti pensare alla fragilità del suo territorio: terremoti, frane, alluvioni, bombe d’acqua la colpiscono ormai con preoccupante frequenza ed è sotto gli occhi di tutti come sia necessario un piano straordinario di cura e manutenzioni del territorio per spezzare questa lunga catena di disastri ambientali.
Soprattutto occorrerebbe una vera e convincente transizione ecologica capace di cambiare il volto della nostra economia al fine di renderla ecocompatibile.
A tale proposito c’è la necessità di cogliere l’irripetibile opportunità offerta dal Recovery Plan sperando che sia usato presto e bene e senza le ataviche tentazioni corruttive.
Altro acciacco che affligge la nostra Repubblica è l’irrisolta questione morale:
la corruzione si è dimostrato un cancro inestirpabile e, veramente, è tempo e ora che venga combattuto con la giusta energia con pene adeguate ed effettive.
C’è una ruga vistosa che rappresenta una ferita lancinante per il tessuto sociale del Paese ed è la piaga della disoccupazione che colpisce tutti i cittadini ma ancora di più i giovani e le donne.
Un Paese che non ha al centro delle sue attenzioni occupazionali le donne e i giovani non ha futuro.
Personalmente trovo scandaloso che ci siano tantissimi italiani senza lavoro (ed essere senza lavoro vuol dire essere senza dignità) e nel contempo ce ne sono altri che di posti di lavoro o di incarichi ne abbiano più di uno.
Secondo me fino a quando c’è anche un solo disoccupato dovrebbero essere rigorosamente vietati i doppi incarichi e il doppio lavoro.
Pensiamo, ad esempio, al settore della sanità dove diversi medici sono dipendenti che lavorano nella sanità pubblica e nel contempo svolgono l’attività privata.
Tutto questo non è assolutamente tollerabile e sarà ancora meno tollerabile quando scadranno i divieti di licenziamento e quello della disoccupazione diventerà un vero e proprio dramma sociale. Si intervenga con quel senso di equità e di giustizia sociale che sono scolpiti in modo solenne nella nostra Carta Costituzionale che, come ama ripetere il grande Benigni, è la più bella del mondo o, meglio, sarebbe la più bella del mondo se trovasse piena e completa attuazione.
Altri problemi reclamano finalmente attuazione: la questione femminile e quella meridionale, la stabilità dei governi repubblicani, l’efficienza della sanità pubblica, la riforma della pubblica istruzione e altri, tantissimi altri.
Ma con questo breve articolo si vuole celebrare una festa per un compleanno importante e non voglio turbare questa bella ricorrenza angustiando i lettori parlando di tutti i mali che affliggono il nostro Bel Paese.
Passata la festa ci sarà tempo e modo per ritornare a un più puntuale esame dei mali che affliggono la nostra bella Italia e a come curare queste croniche patologie.
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Limitiamoci qui e ora ad augurarle un buon compleanno e ammettiamo che, tutto sommato e nonostante tutto, possiamo dirci contenti di vivere sotto il suo cielo godendoci il suo sole, il suo mare, il suo incantevole e inimitabile paesaggio.
Il modo migliore per dare sostanza a questo doveroso augurio è quello di impegnarci a essere tutti cittadini esemplari per rendere la nostra Repubblica più giusta e vivibile.
Buon compleanno Italia!
Paese senz anima poesia di Michelangelo La Rocca
Che ti succede
Bel Paese antico?
Perché un tuo figlio
non è dell'altro amico?
Quale male oscuro
ti attanaglia?
Chi avvicina al fuoco
tanta paglia?
Corre il pensiero
ai valorosi padri,
ai grandi artisti,
ai poemi, ai quadri.
All'eroe dei due mondi,
a Cavour, a Mazzini,
al Sommo Poeta,
a Verdi, a Puccini.
Grande era Roma,
Bologna dotta,
povera Italia
come sei ridotta!
Non sei unito
Bel Paese antico
perciò un tuo figlio
non è dell'altro amico!
Da Capo Passero
al monte Cervino
è lungo, accidentato
il tuo cammino.
Sei senz'anima,
senza sentimento:
Non te li può dare
il Parlamento!