La mitologia della Madre Terra
Troviamo molto facile parlare di Madre Terra e Madre Natura, ma ci rimane difficile accettare il fatto che la Donna, sia stata creata ad immagine e somiglianza della nostra Madre Terra, che anch'essa come la Madre Terra, dona la vita nel suo piccolo grembo, la custodisce, la preserva e la partorisce. Un tempo era facile e naturale adorare la Donna come fosse la Dea Madre, il Divino Femminino.
Concepire la divinità della donna fu una conseguenza della naturale osservazione della vita:
la donna partoriva i figli, quindi da ella veniva la vita. Si provava addirittura soggezione di fronte al fatto che la donna potesse partorire con dolore e dimenticare un istante dopo il parto il dolore provato.
Cosa ne fu poi della Donna Dea?
La guerra di Canaan, la guerra di Mosè verso una terra promessa fatta di latte e di miele, verso un territorio abitato da un popolo pacifico che non aveva commesso alcun atto ostile, fu una guerra, ratificata da un Dio Padre.
E la dea Madre?
Nel Deuteronomio al cap. 7 si dice che gli israeliti venivano istruiti a sconfiggere e sterminare la popolazione che risiedeva nel territorio di Canaan, a non mostrare alcuna pietà, a non unirsi in matrimonio né a stipulare alcun accordo con i popoli residenti prima di loro in quel territorio.
Dovevano distruggere gli altari dei loro nemici, tagliarne i boschi sacri e bruciare le immagini scolpite.
Il primo dei dieci comandamenti dati da IHVH a Mosé dice: «Io Sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro dio all'infuori di me.»
Nel contesto dei tempi antichi, si trattava di un Dio diverso da tutte le divinità che lo avevano preceduto. Non aveva alcun bisogno di una moglie o di una compagna e non c'era alcun matrimonio sacro. Egli creava tutto, tramite la sua parola.
Le donne e la Dea Madre vennero cooptate e si persero nei meandri del patriarcato.
La Terra Promessa, prima di essere la terra di Mosé e del suo popolo, in realtà, era stata una terra abitata da altre genti che adoravano una Dea Madre, la dea Ishtar.
Il culto della Dea Madre, accanto al Dio Padre, era diffuso in tutta la Mesopotamia e nell'Antico Egitto. La figura di Ishtar si trova connessa con molte altre divinità, Anat la dea cananea, Aruru la dea sumera, Astarte la grande madre fenicia e greca, Athtar nell'Arabia Meridionale, Astar nell'Abissinia, Atagartis in Siria e Isis in Egitto.
Il concetto della Dea Madre generatrice e dispensatrice di ogni cosa, era legato al ciclo stesso della vita, che ruotava intorno ai mesi lunari dell'anno.
Il concetto del Dio Padre era espresso nella mitologia della morte del Sole e della sua risurrezione dopo tre giorni e tre notti: il giorno più corto dell'anno, il solstizio invernale che cade intorno al 21 dicembre, il sole tocca il punto più basso rispetto all'orizzonte. In termini astronomici, in questo periodo, il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, raggiungendo il punto di massima distanza dall'equatore. La notte raggiunge la massima estensione. Il giorno raggiunge la minima estensione.
Il termine solstizio deriva dal latino solstitium, che significa “sole fermo”, da sol “sole” e sistere “stare fermo”.
Il 25 dicembre la durata del giorno rispetto alla notte e l'altezza del sole nel cielo, ricominciano a crescere in modo evidente. Il sole sembra rinascere!
Per le popolazioni antiche, questo evento astronomico era visto come un rinnovamento della luce, la possibilità di sopravvivere grazie alla presenza del Sole, del Dio-Sole, partorito dalla Grande Dea Madre, perché appariva risorgere all'orizzonte, dal grembo della terra.
Questa mitologia prese varie forme religiose: Horus, viene partorito dalla vergine Iside miracolosamente fecondata dal dio Osiride, Thammuz viene partorito da Ishtar miracolosamente fecondata da Shamash, Mithra viene partorito da Anahita miracolosamente fecondata da Ariman e cosi via.
La tradizione della nascita del Dio-Sole, propria delle popolazioni antiche fece il suo ingresso presso gli antichi romani nella forma del culto di Mithra e divenne presto la festa del Sol Invictus, la festa del Sole.
Quando il cristianesimo iniziò a diffondersi con le altre culture che erano quotidianamente presenti nella vita degli antichi romani, esso dovette fare i conti con una tradizione molto radicata. La Chiesa tentò di “appropriarsi” della festa del Sole, proponendo un Gesù Cristo, un Unico Sole Divino, nato di notte da una vergine.
Questo accomodamento contribuì a determinare una modificazione della teologia cristiana iniziale, attribuendo al Maestro Gesù, il ruolo di Dio sceso in Terra e della conseguente “divinizzazione” di un uomo che aveva fatto della sua vita il suo stesso insegnamento.
Volendo ufficializzare il cristianesimo si raggiunse il risultato opposto. Invece di cristianizzare il paganesimo, venne paganizzato il cristianesimo.
Il cristianesimo arrivato a Roma non prevedeva alcun tipo di devozione nei confronti della Dea Madre. Al contrario si adorava esclusivamente il Dio Padre, cancellando completamente il ruolo della donna e privandola persino di uno status che le era sempre stato affidato, quello di sacerdotessa.
Nel 325 la Chiesa, con il Concilio di Nicea, decretò che nessun uomo potesse sposarsi dopo la sua ordinazione, attribuendo in questo modo solamente al Sacerdote la funzione di Salvatore delle anime.
Nel 385 papa Siricio aggiunse che, dopo la sua ordinazione l'uomo che fosse stato sposato, non avrebbe più potuto dormire con la sua donna.
Il culto della Dea Madre era insito nella tradizione di molti popoli compreso quello romano, che riconosceva e non reprimeva alcun tipo di venerazione, compresa quello della dea Iside che era definita la “Vergine”.
La dea Iside rappresentava la notte. Per questo motivo molte statue erano nere. Sui resti di molti templi dedicati alla dea Iside, vennero presto costruite chiese dedicate alla Madonna Nera che prese il posto della dea alata egizia. Pian piano le statue nere vennero distrutte per cancellare l'origine pagana delle tradizioni cristiane e sostituite da statue di bianco marmo.
La chiesa cattolica, nel corso dei secoli, pur consapevole della sua origine pagana, iniziò ad elaborare una “teologia mariana” fondata sulla divinizzazione di Maria, Madre del Cristo.
Le feste dedicate alla Madonna sono la trasformazione di antiche feste dedicate alle Madonne pagane di Ishtar, Iside, Inanna e così via.
Nel 431 d.C. il Concilio di Efeso reintrodusse ufficialmente nella chiesa cristiana il culto della Dea Madre, che fecondata miracolosamente da un Dio Padre, fa nascere un essere divino. Maria venne proclamata “Madre di Dio”, Madre del Sole incarnato, del Sol Invictus.
Nel 649 papa Martino I dichiarò il dogma della verginità di Maria. Per oltre 500 anni la Chiesa cattolica impose la propria supremazia spirituale anche con la violenza, eliminando ogni tipo di opposizione ed ogni prova che riportasse la sua originarietà ai culti pagani egizi ed orientali.
L'arroganza della chiesa cattolica era talmente sconfinata e violenta che non riusciva a comprendere il gesto che stava compiendo.
Nel 367 d.C. Atanasio, vescovo di Alessandria d'Egitto, decise che tutti i libri non approvati dalla chiesa dovessero essere dichiarati eretici e di conseguenza distrutti.
Tra il 1227 ed il 1235 la chiesa instaurò l'Inquisizione contro le streghe e contro gli eretici.
Nel 1252 Papa Innocenzo IV autorizzò l'uso della tortura per estorcere confessioni da parte di donne che erano sospettate di stregoneria. Lo stesso Alessandro IV diede all'Inquisizione il potere di torturare ed uccidere le donne accusate di stregoneria.
Nel 1484 Papa Innocenzo VII emise la bolla “Summis desiderantes affectibus” sulle streghe, per inquisire, torturare e giustiziare le donne accusate di stregoneria di tutta l'Europa.
Dal 1257 al 1816 l'Inquisizione torturò e bruciò sul rogo migliaia di donne innocenti, accusate ingiustamente di stregoneria. Vennero giudicate in segreto, torturate e condannate senza un processo. Spesso confessavano un peccato non commesso, in preda alla disperazione ed al dolore provocato dalle insopportabili torture. Se non confessavano il peccato venivano considerate eretiche e arse vive.
Nel 1486 due inquisitori domenicani tedeschi, Heinrich Institoris e Jakob Sprenger pubblicarono un manuale, il Malleus maleficarum (Martello delle streghe), in cui vennero indicate le regole per la tortura e inquisizione delle donne, un'accozzaglia di credenze e superstizioni collegate alla loro teologia. In tutto questo periodo storico sono state uccise nove milioni di donne e bambine, violentate e torturare nel loro corpo e nella loro anima.
La donna era il bersaglio preferito, perché di essa si aveva timore. Si occupava della salute degli uomini e trasmetteva le tradizioni ai nuovi nati, incarnava la sovranità del principio femminile e rappresentava per la chiesa una minaccia che doveva essere eliminata.
Nel 1965 Papa Giovanni XXIII nominò la «Congregazione per la dottrina della Fede», che si arrogò il diritto di determinare ciò che era giusto e quello che non lo era.
Il Concilio di Trento dichiarò che il celibato e la verginità erano superiori al matrimonio.
Finalmente, il 29 giugno 1995, nel giorno della solennità della Festa di San Pietro e Paolo nella Città di Roma, Papa Giovanni Paolo II, in occasione della IV Conferenza Mondiale sulla Donna, che si sarebbe tenuta a Pechino, si rivolse alle donne di tutto il mondo.
L'essere umano è stato creato con la capacità di comprendere la propria sessualità e non di reprimerla. Questo per la chiesa era un male, era un atto perverso e privo di dignità.
Attraverso la sessualità si possono provare esperienze di ogni genere, ma non è certo la sessualità che determina la fede in qualcosa. Al contrario, è il modo di vivere la sessualità che può determinare cambiamenti più o meno positivi nella vita di una persona.
Purtroppo, quasi tutte le religioni hanno esercitato un forte controllo sulla sessualità, soprattutto su quella femminile. I fondamentalisti, in particolare, hanno sostenuto e continuano a sostenere che la sessualità di una donna debba servire solo ed esclusivamente per il piacere dell'uomo e per la riproduzione.
La verità è che la perdita di controllo sulla sessualità della donna minacciava in particolare modo l'autorità patriarcale. Altrettanto importante era l'estasi mistica della donna non dovutamente controllata dall'autorità religiosa. Durante il periodo della inquisizione da parte della Chiesa, lo stato alterato di coscienza conosciuto anche il termine di estasi, era considerato al pari della stregoneria ed opera del demonio.
Molte donne che semplicemente vivevano momenti di intensa estasi mistica, venivano accusate di essere delle streghe e condannate a morte. In realtà il cosiddetto stato alterato di coscienza, che la maggior parte della confessioni religiose non comprende e non riesce a «decifrare», è stato uno dei motivi di svalutazione della donna e della sua sessualità.
Mi rendo conto che negli ultimi anni il concetto di sacro femminino inizia nuovamente ad essere compreso nel vero ed originario significato del termine. Durante la storia dell'umanità la donna ha dimenticato se stessa e la sua dignità.
Solo nel 1945 con il ritrovamento di alcuni antichissimi testi questa dignità è stato nuovamente recuperata. I testi di Nag Hammadi, così chiamati perché ritrovati nell'isola omonima nei pressi della parete rocciosa di Jabal Al Tarif, a sud di Il Cairo, dal pastore Mohammed Ali Samman, hanno rivoluzionato la storia del cristianesimo, rivelando un insegnamento nascosto dalla storia nel corso dei secoli e donandone nuova luce.
In particolare il Vangelo di Tommaso riscrive un capitolo della storia della Chiesa, attribuendo un ruolo importante alla figura di Maria Madre di Gesù prima e quella di Maria di Magdala poi: il ruolo della Donna Dea.
Che lo si definisca Dea o Dio, il principio creatore primordiale, non deve essere nascosto né dimenticato nei meandri della storia.
Il tema del rapporto tra maschile e femminile, interpretato e gestito nelle diverse culture e nei diversi popoli che hanno vissuto sul nostro pianeta, si impone come un tema fondamentale per mettere in risalto l'aspetto dell'origine universale della vita.
Il nostro pianeta, la natura stessa, può e deve essere chiamata Dea Madre, perché soltanto chi comprende la Madre Natura, potrà comprendere i suoi figli.
Alla donna spetta il compito di leggere questo libro con la necessaria razionalità e dignità che la contraddistingue, per realizzare la sua più grande verità, che soltanto lei può manifestare.
All'uomo il compito più dolce e tenue, quello di preservare il corpo, la mente ed il cuore della sua amata compagna di vita.
Alla donna l'impegno a risollevare lo sguardo verso l'alto e liberare il serpente scivolato via dalla spina dorsale.
All’uomo quello di ricordare che la potenza più grande che possiede gli vive accanto, che la sua spada è la sua donna.
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