La Cisterna Basilica, il palazzo sommerso di Istanbul
La Cisterna Basilica di Istanbul, che sembra a tutti gli effetti un palazzo sommerso, è in verità un grande serbatoio d'acqua il cui nome originale è Yerebatan Sarami.
Giustiniano ordinò la costruzione della struttura, che fu terminata intorno all'anno 532, per prevenire la possibilità che durante un assedio la città restasse priva di approvvigionamento idrico.
Yerebatan Sarnıcı (cisterna sommersa) o Yerebatan Sarayı (palazzo sommerso)
Istanbul, allora Costantinopoli, era rifornita dall'acquedotto di Valente già dal 368 d.C. perché le fonti di acqua nelle vicinanze non erano potabili.
L'acquedotto dell’antica Costantinopoli prende quel nome perché fu portato a termine nel 368 sotto Augusto Valente.
Gli acquedotti romani erano un’incredibile esempio di alta ingegneria, basta pensare alle dimensioni del Pont du Gard, e questo consisteva in un’ampia rete di acquedotti e canali che portavano l’acqua dalla Tracia alla capitale romana d'oriente. Nell'attuale Istanbul l’acquedotto attraversa ancora come un ponte per quasi un chilometro la città.
La Cisterna Basilica non era la sola struttura del genere fatta costruire dall'imperatore bizantino, ma faceva parte di una serie di strutture volte tutte a rendere più forte ed indipendente la città.
Però non si deve pensare che sia un semplice deposito di acqua perché è una struttura che merita la definizione di Palazzo Sommerso.
La Cisterna Basilica di Istanbul
Oggi è conosciuta infatti come Yerebatan Sarnıcı (cisterna sommersa) oppure come Yerebatan Sarayı (palazzo sommerso).
Vi si può giungere attraverso una scala che non fa presagire quanto ci si troverà di fronte, cioè un'immensa sala ipostila la cui atmosfera ricorda una grande cattedrale.
La visita della Cisterna Basilica, che aveva la capacità di stoccaggio di circa 100.000 tonnellate di acqua, è possibile attraverso una passerella che permette di vedere parte dei 9.800 metri quadrati (143 x 65) e di addentrarsi tra le 12 file di colonne.
Nell’edificio possiamo ammirare le sue 336 colonne di marmo di circa 9 metri di altezza distribuite in 12 file di 28 elementi.
Le colonne sono spesso sormontate da capitelli di diversa provenienza, alcuni sono ionici e altri corinzi, probabilmente presi dai templi greci dell'Asia Minore.
2 colonne sono sorprendenti.
Poste alla base di due colonne incontriamo altrettante teste di Medusa. La posizione in cui vennero disposte fa pensare che allora la leggenda sulla più famosa delle Gorgoni fosse ancora molto presente.
Teste della Medusa nella Cisterna Basilica di Istanbul
Le teste sono state poste una a testa in giù e l’altra di lato,
forse così eseguivano meglio la loro funzione,
ma è anche vero che in tal modo non si corre il rischio di incrociarne lo sguardo in grado di trasformare chiunque in pietra.
La Cisterna Basilica si trova a poca distanza dalla famosa cattedrale ortodossa di Santa Sofia e dall'altrettanto conosciuto Palazzo Topkapi in cui vivevano i sultani ottomani (e in cui venivano rinchiusi anche i futuri pretendenti al trono).
Dopo la conquista degli ottomani da parte degli ottomani nel 1453, fu usato per un po' per il Palazzo Topkapi, per irrigare i giardini.
Gli ottomani, però non amavano usare l'acqua stagnante e, dopo aver costruito le proprie strutture idriche in città, smisero di utilizzarla.
Esplorazione del Yerebatan Sarayı Palazzo sommerso, quadro
Petrus Gillius (o Pierre Gilles Albi, 1490 – Roma, 1555) riuscì a entrare nella cisterna con una torcia in mano e su una barca e, in condizioni molto difficili, prese le misure della cisterna e delle colonne. Il viaggiatore pubblicò ciò che vide nel suo diario di viaggio, libro che in seguito influenzò molti viaggiatori.
La cisterna fu ristrutturata due volte durante il regno dell'Impero ottomano.
La Cisterna Basilica fu riparata una prima volta durante il regno di Ahmed III (nel 1723) dall'architetto Kayserili Mehmet Ağa
e, la seconda, durante il regno di Sultan Abdulhamid II (1876-1909).
La struttura ripulita dal comune di Istanbul nel 1987 dal fango che vi si era accumulato venne aperta alle visite con la creazione di un percorso che i turisti utilizzano (con varie modifiche) anche oggi.
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Foto elaborazione per articolo di CaffèBook e fonti: Wikipedia, Flickr Mario Sánchez Prada, Zito.