La storia della forchetta, fra scandali, ostentazioni di ricchezza e i sermoni di un santo
Seduti a tavola per colazione, pranzo o cena è ormai diventato qualcosa di naturale usare il cucchiaio, il coltello e la forchetta tanto che nemmeno notiamo più questi utensili.
Il coltello, anche come coperto a tavola, ha una storia che viene da lontano, un uso che potrebbe essere ricondotto a gli uomini che vivevano ancora nelle caverne, certo con una notevole evoluzione in quanto al materiale usato.
Anche il cucchiaio ha una storia molto lunga, ma e la forchetta?
La forchetta è entrata nella storia come un vera protagonista facendo parlare di sé uomini illustri, scrittori, re e persino un santo.
Ovviamente, come strumento è estremamente basilare e sono stati trovati pezzi, non di metallo ma di ossa, che risalgono all'età del bronzo.
Usavano anche le forchette nell'Egitto dei faraoni, non tanto per mangiare quanto utensile per cucinare e altrettanto accadeva nelle civiltà greca e romana.
Fu, però, dal IV secolo, nell'Impero romano d'Oriente, che le forchette iniziarono ad avere una certa importanza anche a tavola.
Da Costantinopoli, l'uso di questo strumento, di solito dotato di due rebbi, si diffuse sia verso est, la Persia che verso ovest, l’Europa, dove la storia si farà interessante.
La conoscenza della forchetta nell'Europa occidentale cominciò per mano di Teofania Skleraina, nipote dell'imperatore bizantino Niceforo II e moglie di Ottone II, detentore del Sacro Romano Impero (che divenne reggente diventando una vedova).
Teofane (o Theophánia; 958 circa – Nimega, 15 giugno 991) fu una delle donne più potenti del Medioevo diventando imperatrice del Sacro Romano Impero alla morte del marito Ottone II e regnando per sette anni.
Teofane, come d’uso per i regnanti medioevali, per sposarsi andò a Roma portando con sé il suo colossale corredo nel quale c’erano tutti i generi di oggetti di lusso fino ai mobili di avorio ed ebano.
Tra questi c'era anche la nostra forchetta.
Quando Teofane, durante il banchetto di nozze la utilizzò nel 972, provocò la più totale sorpresa fra gli illustri invitati.
Questo evento, tanto clamoroso quanto passeggero, non sarebbe tuttavia stato l’unico momento in cui la forchetta avrebbe sorpreso l’Europa ed in articolare gli abitanti della Penisola.
Accadde quando Teodora Anna Doukaina (1058-1083), figlia dell'imperatore bizantino Costantino X Dukas, giunse a Venezia per contrarre matrimonio, nel 1075, con Domenico Selvo, doge della Repubblica di Venezia.
Teodora non fu molto apprezzata per la sua superbia e fra le sue abitudini più “riprovevoli” c’era il rifiuto di toccare il cibo con le sue mani:
La principessa usava una forchetta d'oro per portare il cibo alla bocca che i suoi eunuchi avevano precedentemente tagliato.
Per punire queste abitudini tanto malviste (come la sua eccessiva raffinatezza) non bastò la morte per una malattia degenerativa, considerata una giusta punizione, ma si presero a citare anche i sermoni di un santo.
San Pier Damiani (Ravenna, 1007 – Faenza, 1072) teologo e vescovo della chiesa cattolica avrebbe pronunciato forti critiche nei suoi sermoni, definendolo uno strumento di eccessiva delicatezza e persino uno strumento del diavolo.
Tuttavia questa è certamente una leggenda nata in seguito in quanto il Santo era morto tre anni prima del matrimonio reale e probabilmente San Pier Damiani aveva come riferimento un’altra principessa bizantina.
La forchetta era arrivata in Italia per restarci.
Sì, perché nonostante tutte le critiche la praticità dell’oggetto era evidente ed anzi perfezionabile così dai due rebbi presto divennero tre utili soprattutto quando si mangiavano gli spaghetti.
Certo, era un oggetto molto personale, al punto che ai banchetti si considera d’obbligo che ogni ospite portasse il proprio coperto.
Quell'abitudine arrivò in Francia, ancora una volta per un matrimonio.
Fu quello che univa nel 1533 Caterina de Medici a Enrique II.
Caterina de Medici avrebbe regnato in Francia e sarebbe stata madre di tre sovrani ai quali però non sarebbe sopravvissuto il casato.
Sebbene l’oggetto continuava ad essere un po’ malvisto dalla Chiesa la regina ne impose l'uso.
Le posate divennero comuni nella Francia del XVI e XVII secolo, anche se ci volle molto tempo per rinunciare alla mano come mezzo più “puro” per mangiare.
Leggenda vuole che il fatto decisivo per la diffusione della forchetta sia stata la necessità di estendere il braccio ed evitare che si sporcasse la gorgiera (un colletto pieghettato tipico dell'abbigliamento aristocratico).
L'uso di quella forcella a doppia punta divenne comune in Portogallo intorno alla metà del XV, sicuramente come conseguenza della diffusione dell'etichetta Italiana.
D'altra parte, l’arrivo della forchetta fu più difficile nel Nord Europa.
In Paesi come l'Inghilterra o la Svezia l’utilizzo di questa posata aveva come qualcosa di effeminato In Danimarca sotto il regno di Cristiano IV, la Chiesa sosteneva che Cristo mangiava con le sue mani.
Il viaggiatore Thomas Coyat scrisse sulla nostra posata in uno dei suoi diari:
"Molti italiani usano una forcella appuntita per non toccare il cibo, per mangiare gli spaghetti o la carne... Ritengono che non sia raffinato mangiare con le mani perché assicurano che non tutte le persone hanno le mani pulite".
Tuttavia gli inglesi non si lasciarono convincere: per loro quella strana invenzione era segno di poca virilità.
Dobbiamo aspettare fino al XVIII secolo perché l'Europa lasci uno spazio nel tavolo per la posizionare della forchetta accanto al cucchiaio e al coltello anche se, è certo le quattro punte sarebbero arrivate solo un secolo dopo.
Su un giornale di New York nel 1852 apparivano i primi consigli su come si deve mangiare con una forchetta suggerendone l’uso per il pesce "Se si usano forchette argentate o larghe, (per il pesce), mangia con la forchetta del pesce nella mano destra...”.
E questo, naturalmente ci porta ad oggi ed ai molti tipi di forchette che vediamo, ma a cosa servono poi? Una bella domanda alla quale magari risponderemo un’altra volta...
Leggi anche: Josephine Cochrane, la vedova che inventò la lavastoviglie Altre fonti: Wikipedia, foodreference