Reportage fotografico da Ladakh e Himachal Pradesh
Da anni desideravo intraprendere questo viaggio nelle regioni di Ladakh e Himachal Pradesh di cui avevo sentito raccontare molte volte e che aveva da sempre esercitato un grande fascino su di me, appassionata come sono di popolazioni che vivono lontane dalle rotte turistiche, ancora ancorate a tradizioni millenarie.
La partenza per Ladakh e Himachal Pradesh
Il 29 luglio parto dall'Italia per Nuova Delhi.
La scelta è di fare subito una deviazione per vedere il Tempio d’oro dei Sikh di Amritsar che si trova a solo un’ora di aereo e che raggiungo con un volo interno il giorno dopo.
La magia di questo luogo è indescrivibile. Decine di migliaia di fedeli visitano giornalmente questo simbolo sacro testimoniando la potenza della forza, del valore e della fierezza Sikh.
A tutte le ore del giorno e della notte si entra attraverso le varie porte, levandosi scarpe e calze, lavandosi i piedi, e coprendosi il capo, dopodiché
si può galleggiare in un’atmosfera caotica e silenziosa al tempo stesso,
assistendo a preghiere e cerimonie,
mangiando il cibo quotidianamente offerto a tutti i presenti ,
mischiandosi ai fedeli che osservano incuriositi i rari turisti presenti.
Il Tempio d’oro dei Sikh di Amritsar
La lucentezza dell’oro delle cupole è abbagliante, il candore del bianco marmo fa da sfondo ai coloratissimi abiti dei pellegrini, che spesso si trasformano in volontari che collaborano a mantenere tutto pulito e splendente.
Il tempio è adagiato su uno specchio d’acqua considerato sacro ricco di pesci dove i fedeli effettuano le loro abluzioni purificatrici.
È uno dei luoghi al mondo più belli che io abbia mai visto, qui ci si sente tutti benvoluti e abbracciati.
Nella regione dell'Himachal Pradesh
L’itinerario prosegue in auto attraverso la regione dell’Himachal.
Salgo man mano di quota toccando
McLeod Ganj, ricco di bancarelle e di visitatori, luogo di residenza del Dalai Lama,
Mandi famoso per i suoi tanti templi in pietra sulle sponde del fiume e per il Gat dove ancora oggi avvengono le cremazioni, per arrivare a Spiti.
Manali che ha circa 2.500 abitanti e attira freaks ed hippies che soggiornano quassù quasi in permanenza durante la stagione estiva.
Manali è famosa per il suo tempio di Hadimba e per la possibilità di effettuare rafting e trekking nei dintorni.
Ladakh il Piccolo Tibet
Tranne qualche momento nei templi silenziosi e colorati, queste giornate non mi emozionano in modo particolare.
Non vedo l’ora di lasciare l’Himachal e di entrare in Ladakh, definito
“Piccolo Tibet,
terra di valichi ad alta quota e una delle ultime enclave del buddhismo mahayana, principale religione della regione per quasi mille anni,
la stessa che il governo cinese sta brutalmente reprimendo in Tibet, suo luogo d'origine".
Nella regione di Ladakh: Il lago salato semi asciutto di Tzo kar
Finalmente arrivo a Tso Kar, un lago salato ormai quasi del tutto prosciugato con pochissime abitazioni e qualche campo tendato circondato da prati verdi, dove pascolano cavalli selvaggi a 4530 mt..
Quì la quota incomincia a farsi sentire… tutto è faticoso e la notte non riesco a dormire.
Da adesso in poi il viaggio sarà sempre a altezze elevate fino a toccare il Kardung La, il passo carrozzabile più alto al mondo a 5602 mt.
Nella regione di Ladakh: il lago Tso Moriri
La tappa successiva è Tso Moriri un piccolo villaggio incantato, anch'esso situato su un lago a 4700 mt..
Gli spostamenti diventano sempre più difficili su strade sterrate strettissime e perennemente dissestate, con uomini e soprattutto donne, che lottano contro le frequenti frane per cercare di tenere libero il passaggio e carovane militari interminabili che si spostano in continuazione da e per il confine con il Pakistan.
Gli scenari sono spettacolari.
Si costeggia spesso il fiume Indo, tra varchi quasi impossibili e rocce multicolori su cui dominano cime immacolate.
Un’altra rara presenza umana è quella degli insediamenti nomadi dei Chang-Pa che vivono in condizioni estreme, con le loro mandrie di yak, pecore e capre pashmina.
Il monastero di Korzok
La vita del villaggio di Tso Moriri ruota tutto intorno al monastero di Korzok un angolo dove la pratica della dottrina buddista sembra intatta, fondato nel 1600, restaurato e ingrandito di recente, dalla cui terrazza si gode un’ottima vista e che ha saputo mantenere inalterata nel tempo la sua atmosfera.
Anch’io assisto alle preghiere seduta tra monaci che proseguono indisturbati la loro cantilenante “puja” bevendo il “chai” che mi offrono.
Nella regione di Ladakh: la città di Leh
La maggior concentrazione di monasteri di interesse si trova nei dintorni di Leh, la capitale della regione ed è lì che prosegue il mio viaggio.
Questi gompa arroccati sulle cime rocciose delle colline sono al tempo stesso depositari dell’antica saggezza e attivi centri di culto.
Leh si presenta decisamente vivace e affollata di turisti che ben si integrano con la popolazione del luogo in un caleidoscopio di rumorosi clacson e di colori.
Qui mi fermo più giorni tenendo come base lo stesso albergo per poter visitare il più possibile sia la città che i dintorni .
I monasteri di Phyang, Spituk Shey, Tiksay alto su una collina al centro della valle Hemis, il monastero più importante e il più grande del Ladakh, Matho, e il palazzo reale di Stok sono spesso simili ma sanno toccare la mente e il cuore di ogni visitatore.
Nella regione di Ladakh, Himachal Pradesh: Shanty Stuoa a Leh
A nord di Leh, dall’altro capo di uno dei più alti passi carrozzabili del mondo, il Khardung La, si trova la Valle del Nubra, dove dune sabbiose ricoprono il fondo valle in forte contrasto con gli svettanti massicci della catena del Karakorum.
L’Himachal Pradesh è lo stato montano più frequentato e accessibile dell’India.
Arrivata sul posto non posso perdere la passeggiata al tramonto sui cammelli bactriani tipici di questo luogo.
Prima di rientrare c’è un'altra tappa da non mancare ed è il villaggio di Lamayuru, la valle di Dah dove si trova l’antica tribù dei Dardi e Alchi con il suo monastero patrimonio UNESCO per gli affreschi risalenti al 1100 ancora perfettamente conservati.
Il ritorno dal viaggio da Ladakh e Himachal Pradesh
Il viaggio dopo 18 giorni è ormai al termine... ho portato del materiale scolastico per i bimbi e lungo la strada chiedo di fermarmi in una “scuolina” per poterli donare.
Il luogo prescelto è a Kauzong Youl Nubra.
In totale 25 alunni che trovo all’interno di un cortile seduti per terra sotto un piccolo porticato insieme alle loro insegnanti, composti e impegnatissimi e mi perdo commossa nei loro sguardi curiosi.
Ritorno a Leh per volare verso Dehli e poi verso l’Italia.
È stata un’esperienza intensa e faticosa, in cui ho sofferto a volte di momenti di malessere e di stanchezza, ma ripercorrere oggi il viaggio attraverso le immagini e gli appunti, mi ripaga delle fatiche e mi fa rivivere una moltitudine di emozioni ancora da elaborare...
e mi domando: quale sarà la prossima meta?
I bambini della Govt Middle School... un’immagine che porterò con me per tutto il viaggio di ritorno verso l’Italia e probabilmente per tutta la vita.
Foto e reportage di Barbara Taglioni
Leggi anche La valle di Kathmandu: solenni montagne e tradizioni antichissime