Tre bellissime poesie di Alda Merini

Parliamo di poesia con tre bellissime poesie di Alda Merini.

Nasceva, il primo giorno di primavera, il 21 marzo 1931, come avrebbe raccontato in una sua poesia, Alda Merini, a Milano. Sarebbe diventata una delle più amate poetesse italiane.

Era una bambina chiusa e un po’ malinconica, Alda Giuseppina Merini che poi seppe colpire con le sue poesie a soli 15 anni l’attenzione del critico letterario e poeta Giacinto Spagnoletti.

Spagnoletti pubblicherà, nel 1950 le poesie “Il gobbo” e “Luce” nella sua Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949.

Alda Merini amava Milano e se ne allontanava sempre malvolentieri, anche se poi la vita l’avrebbe trascinata, suo malgrado, fuori dalla sua casa per essere ricoverata più volte per disturbi mentali e per amore a Taranto per stare con il poeta Michele Pierri fino alla morte di lui.

Sulle traumatiche esperienze in ospedale avrebbe scritto La Terra Santa. Certamente in seguito questa sarebbe stata diventata una delle sue opere più note, avrebbe vinto anche Premio Librex Montale, ma all’inizio non fu capita e trovò delle resistenze alla pubblicazione.

Nella sua vita tormentata, la salva la passione per la poesia, il suo legame con Milano, in particolare per i Navigli e l’incontro con alcune figure che seppero apprezzarla come poetessa e come persona nonostante gli alternanti stati d’animo.

Le “ombre della sua mente” e le esperienza in manicomio non le impediranno, attraverso la sua poesia di conoscere e frequentare Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, anche persone dello spettacolo come Milva o Lucio Dalla con cui avrebbe fatto un bel duetto pubblicato in questo magazine.

In questo articolo ci permettiamo di citare solo tre bellissime poesie di Alda Merini.

La prima che proponiamo è A tutte le donne. In questi tempi in cui si parla spesso di violenza di genere, si spera ancora che le cose, dopo molti anni di lotte, possano cambiare finalmente.

Tratta da Vuoto d'amore, L’Albatros è un inno all’amore, anche se disperato e a volte malinconico.

Da Ipotenusa d’amore, Quel sentirmi chiamare è la terza di queste tre bellissime poesie di Alda Merini, ed è una dedica alla figlia.

Poesia Alda Merini A tutte le donne

A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.

Alda Merini a tutte le donne
Alda Merini A tutte le donne  

L’albatros  poesia di Alda Merini
Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra,
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d’amore.

Alda Merini L'albatros
Alda Merini L'albatros
Alda Merini Quel sentirmi chiamare mamma
Alda Merini Quel sentirmi chiamare mamma

A mia figlia tratto da Ipotenusa

Quel sentirmi chiamare
mamma
quando eri nel cortile,
il cortile del canto,
e muovevi un pallone tutto tuo
per quel tuo sapiente rigiocare
sulle scintille dell’adolescenza:
era già un abbandono
e non sapevo.