Maria de Cataldo, Costantino Buccolieri, tessere colorate e amicizia
Oggi lavorando con i ragazzi che fanno parte del laboratorio di mosaico del progetto “MOSAICHIAMOCI Artisti per Sempre”, gli ho raccontato quanto fosse importante quello che avevano tra le mani.
Apparentemente delle semplici tessere in smalti da mosaicisti che si tagliano con delle normali pinze al vidia di vari colori che vanno inserite come decorazione per gli anelli a cassetta, ma in realtà alle loro spalle c’è una bella storia.
Una storia di quelle magiche e romantiche, una delle tante storie del Mosaico di Andreina, che vedono le persone donare il loro cuore, il tempo e spendere i più bei sentimenti per quest' opera.
Gli smalti, come vi avevo accennato tempo fa, mi furono spediti da una mosaicista che conoscevo solamente di fama e sul web.
Mettevo mi piace sui suoi post, tanto erano interessanti perché spaziavano nel mondo dell’arte, ma soprattutto nella bellezza.
Lei si chiama Maria de Cataldo ed è un architetto mosaicista.
Mi comunica attraverso il social di voler venire a conoscere la nostra realtà e che avrebbe una cinquantina di chili di tessere di smalti da regalarmi, (e ovviamente noi non potremmo mai permetterci economicamente).
Entusiasta rispondo sì a tutto, sia per la sua venuta, sia alla donazione per noi preziosa.
Tanto ho pensato… in qualche modo riuscirò ad utilizzarli.
Vedete il problema è che nella mia chiesa, quella di Indicatore, è tutto grandissimo quindi ipotizzare l’utilizzo per le opere di un materiale nobile è inutile come è altrettanto inutile iniziare con piccole quantità perchè sono un rischio.
La invito a partecipare a Mosaicart nel giugno 2017, evento alla terza edizione, che vede mosaicisti lavorare alle opere inserite nella mia chiesa difronte al pubblico in una due giorni in via Bicchieraia, una strada del centro storico della città di Arezzo che offre un meraviglioso scorcio sulla Pieve.
Arriva il mattino del sabato, si mette all’opera e dimostra da subito, pur non avendo mai fatto mosaico trencadis, quanto sia brava.
Terminati i due giorni di manifestazione si trattiene da noi ad Indicatore dove partecipa alle attività quotidiane. Insieme con noi ci sono altre mosaiciste, anch’esse in prestazione d’opera volontaria, rimaste dopo aver partecipato a Mosaicart:
Cinzia Venturini dalla Svizzera, Caroline Jung, Frauke Löffler e Heidi Stümke dalla Germania.
Maria lascia in tutti noi il senso del piacere della sua compagnia. È un po timida e riservata, sempre composta, elegante nei modi, educata ma soprattutto molto dolce.
Prima di partire mi comunica che ci sarebbe una nuova partita di tessere che potrebbero donarci dal laboratorio a conduzione familiare dove lei e il marito operano da tantissimi anni.
Quel giorno dovevo partire per un matrimonio quindi io e mio fratello, facendo lo stesso tratto di strada per arrivare al sud, l’accompagnammo fino a Guidonia Montecelio. Ci abbracciammo con affetto e le promettemmo che da lì a poco sarei andata a ritirare il prezioso carico.
Passano due settimane da quella promessa, ma finalmente arriva il giorno della partenza e ci muniamo di furgone e ci dirigiamo verso la meta.
Una volta arrivati a destinazione troviamo ad accoglierci tre sorrisi. È proprio vero quello che dicono all’estero degli italiani, che abbiamo il sorriso stampato sul volto in qualsiasi circostanza e descriviamo la gioia di vivere attraverso la nostra espressione sempre luminosa.
Maria de Cataldo e Costantino Buccolieri ci aspettavano veramente con il cuore.
Erano assieme a un loro amico romano, anch’esso mosaicista, e ci invitano ad accomodarci.
La casa risuonava del canto delle cicale, le tende bianche volavano e creavano quella brezza che portava indietro nel tempo.
Dentro, un film… una tenda araba in mezzo al deserto del Gobi, un tavolo di mosaico stratosferico per bellezza, divani comodi e una bella atmosfera primaverile per colori e nuance del legno dei mobili arricchiti da suppellettili in tinta e meravigliose opere in mosaico.
Erano le stesse che avevamo visto in lavorazione nel loro studio sotto casa, dove esercita il “Maestro”, come lo chiama Maria, riferendosi a Costantino Buccolieri, suo marito.
È un uomo dall’aspetto ed età indecifrabili, energico e vitale con l’aria da ragazzo, i capelli d’artista, un po' arruffati e due occhietti indagatori, gli stessi che per ore a tavola ci hanno scrutato, scavato e punzecchiato.
È uno psicologo dell’arte e della vita, apparentemente un po' brusco nei modi, ma estremamente preciso, diretto all’obiettivo ed intelligente.
Si intende di tanti argomenti e con la massima precisione deve esporre nei dettagli, ma vi assicuro è molto simpatico, anche se devo dirlo a bassa voce… non so se gli farebbe piacere. Ancora non lo conosco abbastanza, forse preferisce una descrizione più truce di se stesso. Ve lo farò sapere,se non si arrabbia prima con me.
A me fanno molta simpatia i duri per quello dopo le tre ore di indagini e domande la mia testa divagava.
Lui mi chiede: “A cosa stai pensando?
E io rispondo: “Stavo pensando a le domande da farti di contropartita!"
Ma non mi veniva in mente niente in quel momento tanto erano banali le mie richieste. Mi sono messa a ridere, quando mi rilasso entro in uno stato irreversibile di trans.
A me e Massimo Nasorri sono piaciuti molto entrambi per le loro differenti personalità. Dopo aver pranzato ci invitano a vedere il laboratorio visitato velocemente nella mattinata dove ci hanno mostrato la loro bravura professionale.
Le tessere di smalti e marmo cantavano una meravigliosa armonia, tutto era perfetto tutto era bello.
Più che un laboratorio sembrava una galleria d’arte che mostrava opere di grandi artisti come Mimmo Paladino, Francesco Clemente, John Opie e Costantino Aureliano Buccolieri.
Sono magistralmente realizzate, come le opere dei grandi artisti che ho citato, anche Maria, si inserisce benissimo fra loro con le sue opere molto raffinate: veramente un’artista con la “A” maiuscola .
Una meraviglia di tecnica e raffinatezza dove veramente capisci perché si diventa importanti tra virgolette per il mondo dell’arte.
Entrambi, Maria e Costantino continuavano a mostrarci e darci spiegazioni tecniche sul loro operato.
Costantino ci mostrava le sue opere simboliche di vari periodi descrivendoci l’intensità concettuale con cui erano state eseguite e con molta semplicità ci hanno accompagnato in queste ore che sono volate.
Io e Massimo non volevamo andare via. La giornata era perfetta, il posto accogliente in mezzo alla campagna laziale, la compagnia ottima e l’ospitalità ineccepibile.
Non mi sentivo neanche più stanca e quasi mi ero dimenticata il motivo per cui eravamo andati a farle visita. Ero stata bene, una giornata di vero relax tra amici.
Dopo ore trascorse insieme era arrivato il momento di rientrare e solo allora Costantino e Maria ci porgono una borsa con dell’acqua fresca per il viaggio e ci invitano a caricare il bottino prezioso.
Tanti sacchetti ammucchiati un po' polverosi che nascondevano tanto più di quello che immaginate.
Massimo apre le portiere del furgone e i sacchetti volavano come coriandoli, uno, due, tre... forse alla fine erano trenta perché il furgone faceva fatica a risalire sul percorso di campagna.
La sera, una volta arrivati ad Indicatore, non smettevamo più di scaricare, forse sette o otto quintali di tessere di smalti di vetro. Non mi sembrava vero, era troppo bello e io come al solito troppo fortunata e guardata da qualcuno più in alto di chiunque.
Lungo la strada parlavamo della bellezza delle opere di Costantino di come il suo agire artistico si manifesti con tanta eleganza ma soprattutto della loro semplicità.
La maggior parte dei mosaicisti venuti ad Indicatore al mio mosaico mi hanno descritto il loro operato con importanza.
Vedendo il sito e le foto sul web della metropolitana di Napoli Stazione Toledo Linea 1, considerata la più bella d’Europa, con i Mosaici di William Kentridge realizzati da Costantino Buccolieri, o il catalogo regalatomi dove si possono apprezzare i mosaici di Paladino realizzati per il Museo dell’Ara Pacis di Roma, sempre da loro, ho apprezzato ancora di più questa semplicità… che è quella dei grandi.
Solo le persone che hanno voglia di sapere oltre a quello che già conoscono e che si sentono appagate della loro vita si possono permettere di essere così, parlando del loro lavoro.
Quando si ama ciò che si fa non abbiamo mai bisogno di invidiare e quando viviamo con serenità e coerenza il nostro operato non abbiamo bisogno di confrontarci, se non per crescere.
Quando viviamo bene con noi stessi non abbiamo bisogno di immaginare pensieri subdoli e insinuanti: una persona che ha una vita impegnata non ha tempo di guardare le altre se non per umanità .
Sono queste le persone che amo e le altre quelle che snobbo perché mi annoiano. Preferisco parlare delle problematiche come crescita e non come fine, ma delle stesse mi nutro e non per questo sono arrabbiata con il mondo, anzi quando mi trovo a rapportarmi con persone con tale esperienza ho solo da imparare.
Mia madre mi ha sempre insegnato dicendomi:
“rapportati sempre con le persone meglio di te e fagli le spese perché quello che hanno da insegnarti non ha prezzo!”, un detto antico che fa parte della nostra tradizione.
La notte pensavo alla bella giornata trascorsa, all’entusiasmo di Sara Gazzola che in quei giorni era presente dai noi per la sua donazione in prestazione d’opera al Mosaico di Andreina ad Indicatore, Arezzo, Italia.
In una intervista ha detto che le sarebbe piaciuto pensare ad un progetto come il mio e che vedeva in esso la mia ragione di vita, il mio percorso, mio figlio… e tanto altro che mi ha fatto emozionare.
In realtà mi sentivo io a dover imparare da loro per tecnica, esperienza professionale perché per me, come ripeto sempre, il mio mosaico, quello denominato trencadis, è uno strumento di aggregazione e l’unico che conosco per la realizzazione di un’opera così grande.
La loro presenza così importante per rispetto mi aveva illuminata e incoraggiata per comprensione, quella di cui ho bisogno quando sono stanca e affaticata.
Perché non è tutto splendido come sembra!
Sara quando ci ha visto arrivare con tutto quel materiale è rimasta esterrefatta, Costantino e Maria ci avevano donato un patrimonio colorato.
Centinaia di migliaia di tessere che in parte serviranno per i laboratori di inclusione del progetto MOSAICHIAMOCI e altre per iniziare il rivestimento delle colonne interne alla chiesa e degli alberi in altorilievo.
Trasformeranno questa navata in uno splendido corridoio alberato dove sentirsi protetti e sempre a casa, questo è per me il significato di chiesa come edificio architettonico e spirituale: un luogo dove respirare aria pulita che ti avvicina attraverso la bellezza a Dio.
Un concetto veramente importante, difficile da esprimere, ma come diceva Don Pierino Gelmini: “ Nell’armonia della bellezza ritroviamo noi e la nostra serenità interiore”.
Maria, Costantino, Sara erano riusciti a darmi la spinta vitale di cui avevo bisogno per iniziare a progettare quello che fino al giorno prima non avrei immaginato, non per fantasia, ma per carenza di materiali. Queste persone hanno lasciato parte di sè e dei loro pensieri positivi in quello che vedrete in futuro nella mia opera e nella mia vita.
Il loro pensiero e il gesto generoso è per un’opera generosa di contenuti e di amore.
Sto finendo di scrivere l’articolo al caldo della terrazza di un bel residence a Lido degli Estensi in compagnia dei miei genitori mentre leggo i messaggi di Josette e Pascal Patat lasciati da qualche giorno dopo il mio viaggio in Francia per la promozione del mosaico. Ci sono anche quelli di Rosa Carruana che già mi aspetta a Mons, in Belgio, per un’altra presentazione.
Romanticamente, nella calura, ricordo questi bei momenti con i nuovi amici del mosaico che vorrei avere sempre accanto a me perché fanno parte della mia vita, della mia storia e, perché no, voglio pensare della storia di tutti noi: la stessa storia che in tanti racconteranno.
Aspettandovi abbraccio tutti i miei lettori augurando una meravigliosa settimana.
Articolo: Maria de Cataldo, Costantino Buccolieri, tessere colorate e amicizia
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