Wilhelm Reich, la faccia rivoluzionaria della psicanalisi.

L’amore, il lavoro e la conoscenza sono le fonti della nostra vita. Dovrebbero anche governarla”.

Con questa frase si aprono molte delle pubblicazioni dei libri di Wilhelm Reich, scrittore, medico e scienziato, vissuto nella prima metà del novecento, autore di testi e ricerche a dir poco non convenzionali, ma soprattutto psicoanalista rivoluzionario. Forse perché queste parole sono una sintesi perfetta del suo pensiero e del suo lavoro.

Wilhelm Reich nacque a Dobrzcynica da una famiglia ebrea, in quella che all’epoca era Austria ed oggi Ucraina.

 

Wilhelm Reich

Articolo Wilhelm Reich, la faccia rivoluzionaria della psicanalisi. di Alessandro Barocchi su CaffèBook ( caffebook .it)

Infanzia difficile, ma grande mente. Già da giovane si distinse negli studi laureandosi in soli 4 anni in medicina ed entrando a far parte della Società Psicoanalitica di Vienna fondata da Freud.
Si indirizzò sin dall’inizio alla sessuologia e a tutte quelle patologie che, secondo le sue intuizioni, scaturivano da inibizioni sociali dovute alle condizioni spesso di estrema povertà dei suoi pazienti.

La sessuologia era secondo Reich il punto debole della Società Psicoanalitica e del pensiero stesso di Freud. Pertanto, durante il suo soggiorno a Vienna, organizzò dei seminari con contenuti sicuramente rivoluzionari per l’epoca.

Nel libro “ La Funzione dell’orgasmoReich racconta che era solito appendere fuori la porta del suo gabinetto medico una serie di domande per i pazienti, uomini e donne, in attesa del loro turno di visita.

Riuscite facilmente a raggiungere un orgasmo durante i rapporti sessuali?

Quante sono le vostre pulsioni sessuali in una settimana?

Quali sono le posizioni che preferite durante un rapporto?

Quali sono le zone del vostro corpo, comprese quelle genitali, che vi danno più piacere se stimolate?

Durante i rapporti avete delle fantasie erotiche?

Provate attrazioni frequenti per persone del vostro stesso sesso?

Avete mai avuto rapporti sessuali con più persone contemporaneamente?

Argomenti comuni oggi, affrontati da qualsiasi terapia sessuale, ma che nell’Austria degli anni 20/30 rappresentavano dei veri e propri tabù mai considerati da nessun medico. Così di fronte al suo studio si formavano lunghe file di persone in attesa di parlare con lui, il primo ed unico ad aver deciso di confrontarsi con loro su quei temi.

La stima dei colleghi nei suoi confronti crebbe moltissimo, compreso quella di Freud, e Reich divenne in poco tempo un importante punto di riferimento nel mondo della psicoterapia dell’epoca, che, con quel gruppo di medici, iniziava a muovere i primi passi.

Una strada che presto però lo condusse altrove, in una direzione quasi opposta a quella del grande psicologo tedesco.
La sua curiosità creativa nel campo della sessuologia lo convinse che la famosa teoria di base dell’eros e thanatos” di Freud aveva delle lacune evidenti.

Mentre questi sosteneva che nell’uomo esistono sin dalla nascita due forze contrapposte, una con un istinto positivo di vita e amore, l’altra invece con pulsioni opposte di morte e distruzione,

Reich a seguito delle sue numerose esperienze con i pazienti, elaborò una teoria dove affermava che gli istinti primari dell’uomo verso il mondo esterno sono solo ed esclusivamente positivi e benevoli,

ma che possono mutare in reazioni violente una volta che subentrino nell’esperienza di ognuno delle repressioni o delle costrizioni emotive, dovute spesso all’educazione ed alle consuetudini sociali.

In breve per Reich nasciamo tutti sani, ma sono le contrarietà della vita e la morale della nostra società con le sue distorsioni che, bloccando e limitando le primarie pulsioni naturali, le trasformano così in distruttive.
Una teoria rivoluzionaria e senz’altro credibile, a sostegno della quale Reich portò molti esempi di studi effettuati su pazienti da lui personalmente curati.

Negli ospedali psichiatrici dove esercitava si imbatté spesso in casi estremi come quelli degli assassini seriali. Esaminando a lungo le motivazioni che spingevano quegli uomini ad uccidere, Reich trovò numerose analogie sul terreno della sessualità.

Le sue analisi dimostravano che un assassino seriale ha impulsi omicidi o di violenza con la stessa frequenza con la quale un uomo sano ha i suoi naturali e periodici istinti sessuali.

Quei criminali nella loro esperienza di vita, a cominciare dall’infanzia, avevano quasi sempre subìto delle violenze o delle forti repressioni educative spesso a scuola o in famiglia che alla lunga, negli individui emotivamente più deboli, ne distorcevano le pure e naturali pulsioni vitali al punto da scatenare in loro una reazione del tutto opposta a quella di partenza.

Una delle ragioni che secondo Reich confortava questa teoria era ad esempio il grande piacere di natura sessuale che questi soggetti provavano nel compiere le violenze, un piacere dieci volte superiore a quello di un uomo che raggiunge l’orgasmo durante un normale rapporto.

Questo a significare che più è forte la repressione e più deve essere forte e violento l’atto necessario per liberarsene, accompagnato da un altrettanto forte sfogo sessuale. Tra l’altro la natura di tale dirompente piacere che scaturiva dal compimento delle violenze e degli omicidi era per Reich l’unica vera spinta irrefrenabile e seriale che animava quelle azioni criminali.

Le sue teorie lo portarono così avanti al punto di scrivere opere come “ Psicologia di massa del fascismo” o “ La rivoluzione sessuale” che contribuirono ad isolarlo dal nucleo di scienziati seguaci di Freud, emarginandolo sia professionalmente sia socialmente.

Nella “ Psicologia di massa del fascismo Reich analizza tutte le strategie che il potere usa per dominare le masse, utilizzando spesso il tessuto familiare come base per orientare e controllare le scelte politiche e religiose della popolazione. Accorgimenti precisi che, soprattutto durante il periodo di dittatura fascista e nazista, Reich poté analizzare in tempo reale, constatandone le strategie e gli effetti devastanti sugli uomini.

Nella “Rivoluzione sessualeReich invece affermava che la gelosia di un individuo non è giustificata se questi manca di attenzioni sessuali nei confronti del proprio partner, il quale alla fine, per colmare quei vuoti, è portato inevitabilmente a tradirlo.
O che la libertà e l’emancipazione dell’uomo passano obbligatoriamente attraverso quelle della donna.
Pensieri che in quegli anni suonavano come vere e proprie eresie.

L’avvento di Hitler e del nazismo lo costrinsero presto ad emigrare negli Stati Uniti dove continuò ad elaborare teorie rivoluzionarie come quelle sull’orgone e sulla cura del cancro. Gli ultimi anni della sua vita lo videro scontrarsi spesso con il Maccartismo e la caccia alle streghe, oltre che con la bigotta e puritana cultura americana di quei tempi.

A seguito di un divieto non rispettato sul trattamento medico che eseguiva su pazienti ammalati di cancro seguendo i suoi studi sull’orgone, venne arrestato dall’ FBI e processato. Rifiutò di prendere un avvocato e a sua difesa inviò al giudice un sommario delle proprie pubblicazioni. Il giudice esaminando quei documenti così all’avanguardia li interpretò come un delittuoso oltraggio alla corte, condannandolo a due anni di reclusione pur scagionandolo dall’accusa di frode.

Durante gli anni di detenzione Reich continuò il suo lavoro raccogliendo, a detta del figlio, del materiale rivoluzionario e preziosissimo, che però fu poi distrutto misteriosamente dal personale del penitenziario dove stava scontando la pena al momento della sua morte in carcere.

Wilhelm Reich può essere definito come il padre della moderna psicoanalisi.

Le sue teorie sono state oggi fortemente rivalutate e prese in considerazioni da molti giovani terapisti d’avanguardia.
Uno scienziato, uno studioso dei comportamenti umani, animato dalla sete della conoscenza e della verità che si nasconde in tutti i comportamenti più o meno normali dell’uomo moderno, delle sue nevrosi e delle sue pazzie, dei vincoli e delle consuetudini sociali così dannosi per la naturale e gioiosa manifestazione di quella che dovrebbe essere la vita.

La sua fu una missione quasi ossessiva, votata allo strenuo tentativo di liberare l’umanità dalle repressioni e dalle distorsioni dei propri sani istinti, cercando di restituirgli attraverso il suo lavoro e le sue ricerche un’esistenza più libera ed armoniosa.
Uno scienziato avanti per i suoi tempi, che pagò con la vita, come spesso succede, il prezzo di tale avanguardia.
Psicologia di massa del fascismo- La rivoluzione sessuale – L’analisi del carattere – La funzione dell’orgasmo” sono delle opere fondamentali per affrontare simili tematiche con un metodo coraggioso ed anticonvenzionale, che ci permette di svelare molti aspetti nascosti delle nostre frustrazioni, delle nostre relazioni umane e della stessa difficoltà del vivere, aiutandoci così a capire come superarli.

Articolo Wilhelm Reich, la faccia rivoluzionaria della psicanalisi. di Alessandro Barocchi su CaffèBook ( caffebook .it)