Le citazioni più famose di Dante Alighieri: il folle volo di Ulisse.

Le parole d’autore, in questo caso, sono quelle di Dante Alighieri. A 750 anni dalla nascita sono molte le espressioni del Sommo Poeta ormai parte della lingua italiana.

Citazioni usate per dimostrare la propria cultura, ma non solo. Può capitare di sentire citare Dante per scherzare o per irridere, e spesso chi lo fa neppure sa di usare parole della Divina Commedia.

Come Dante è nel nostro quotidiano.

Alcuni esempi?

“Lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate”, (Divina Commedia, Inferno, III) disse il simpatico della compagnia, entrando in un locale fatiscente. 

“Amore, che a nullo amato amar perdona”, ispirazione della canzone di Venditti (Ci vorrebbe un amico) che invece faceva così: “e se amor che nullo amato, amore, amore mio perdona in questa notte fredda mi basta una parola”.

Senza dimenticare quello riferito agli Ignavi “non ragioniam di lor, ma guarda e passa.” di cui abbiamo già parlato.

In molti possono essere in disaccordo con alcune idee espresse nella Divina Commedia, spesso le divergenze riguardano quelle religiose. Altri possono pensare, non sbagliandosi poi molto, che i giudizi espressi nel poema fossero forse il frutto dei contrasti politici dell’epoca.  Ma accanto al lato transitorio dell’opera ci sono alcuni passaggi che ancor oggi pronunciamo e citiamo e altri che portano a considerazioni e discussioni dimostrandosi in tal modo attuali. Il «folle volo» di Ulisse ne contiene uno dei più celebri.

Il «folle volo» di Ulisse.

Inferno, canto XXVI, versi  111-126.

In questo canto le fiamme infernali avvolgono i consiglieri fraudolenti. Sebbene anche all’epoca probabilmente non mancassero gli esempi, Dante, è attirato da una fiamma particolare e biforcuta nella quale ci sono due famosi greci del passato: Ulisse e Diomede.

Il poeta immagina la fine di Ulisse in modo diverso da quello raccontato da Omero del quale solo approssimativamente ne conosceva i poemi.

Dante immagina Ulisse, simbolo della ragione e del desiderio di conoscenza pagana, perire davanti al luogo terrestre in cui era posto il purgatorio.

L’uomo con la ragione può esplorare il mondo illimitatamente, ma non deve andare oltre. All’uomo non è concesso conoscere i pensieri divini e i l’essenza di quei disegni.

Davanti al racconto del folle volo tentato da Ulisse Dante come credente condanna la frode e gli inganni, ma come uomo ammira l’amore per il sapere e fa pronunciare all’eroe greco la splendida esortazione con la quale convince i suoi compagni a seguirlo.

Ulisse abbandona la tranquillità famigliare per la ricerca di “virtute e canoscenza” e intraprende il viaggio per esplorare il mondo “sanza gente” dove poi incontra la morte.

Dante Alighieri: il folle volo di Ulisse

“O frati”, dissi “che per cento milia

 perigli siete giunti a l’occidente,

 a questa tanto picciola vigilia                        114

 

d’i nostri sensi ch’è del rimanente,

non vogliate negar l’esperienza,

di retro al sol, del mondo sanza gente.         117

Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e canoscenza”.             120                 

 

Li miei compagni fec’io sì aguti,

con questa orazion picciola, al cammino,

che a pena poscia li avrei ritenuti;                   123

 

e volta nostra poppa nel mattino,

de’ remi facemmo ali al folle volo,

sempre acquistando dal lato mancino.              126