Palestina la Terra Contesa

Nel novembre del 2019 sono stata a Gerusalemme, una città magica in cui le tre principali religioni monoteiste convivono.

Prima di parlare della Città Santa è importante avere chiare alcune questioni storiche.

Nel 1948, in seguito alla decisione dell'Onu, nasce lo stato di Israele in Palestina, supportato dal movimento sionista. Gli Ebrei iniziarono così una migrazione verso questa nuova patria, ma gli Arabi che vivevano in Palestina videro questo flusso come un’occupazione.

Entrambe le religioni vedevano la Palestina come la loro terra e così scoppiò la guerra arabo-israeliana che finì nel 1949 con un armistizio che venne rispettato fino al 1967, quando scoppiò la guerra dei sei giorni.

I conflitti tra Israeliani e Palestinesi portarono all'edificazione nel 2002 del Muro lungo 700 chilometri e alto 8 metri, simbolo
dell’impossibilità di comunicazione tra i due popoli.

Oggi ancora si bombardano vicendevolmente. L’odio fra di loro persiste da anni e la guerra è ancora in atto.

Foto e testo del reportage da Gerusalemme: Palestina la terra contesa di Arianna Papa

1 reportage Gerusalemme Palestina la terra contesa
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3 Foto e testo del reportage Palestina la terra contesa
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4 Foto e testo del reportage da Gerusalemme
4 Foto reportage da Gerusalemme
Foto reportage da Gerusalemme
Foto reportage da Gerusalemme

I Beduini

In queste terre abita da sempre anche un’altra popolazione, quella dei Beduini.

La loro storia risale a 4000 anni fa, molto prima che la Bibbia fosse stata scritta e prima della Terra di Canaan (antica Palestina).

I Beduini vivevano nel deserto nel Neguev, ma dopo la Grande Guerra alcuni fuggirono in Egitto e altri in Giordania. Solo undici mila di loro sfortunatamente rimasero nel nuovo Stato d’Israele che emanò la legge marziale nella quale venne proibito loro di uscire dalla
riserva senza il permesso del Governatore militare israeliano.

Successivamente fu promulgata la “Legge sui beni assenti” che li privò di tutte le loro proprietà: campi, terre, viveri, per assegnarle agli Ebrei.

Gli uomini del deserto vivono in una fetta di terra, la vecchia Cisgiordania, sotto continua minaccia di demolizione da parte degli Israeliani, di tutte le infrastrutture da loro costruite, come asili, case, ospedali ecc... È lampante la differenza tra le città moderne ebraiche e le townships separate, dove vivono i Beduini senza poter coltivare la terra e allevare il bestiame.

Novantamila di loro si sono trasferiti in sette piccole città del Neguev, e si sono riuniti in un “Consiglio regionale del Neguev per i villaggi beduini non riconosciuti”.

Mi sono recata in uno di questi piccoli villaggi con Suor Agnese e Suor Azezet, le quali hanno aperto qui gli asili per i Beduini Jahalin a causa della loro lontananza dai centri abitati. Ho visto con i miei occhi in che condizioni sono costretti a vivere, consci di poter perdere tutto da un momento all'altro. E nonostante questo sembra che godano a pieno di ogni momento del giorno perché non sanno cosa potrà accadere in quello seguente, se il loro villaggio sarà ancora in piedi oppure no.

5 Foto e testo del reportage Palestina la terra contesa
5 Foto reportage Palestina la terra contesa
6 Foto reportage i Beduini
6 Foto reportage i Beduini
7 Foto reportage Palestina la terra contesa
7 Foto reportage Palestina la terra contesa
8 Foto reportage da Gerusalemme Palestina la terra contesa
8 Foto reportage da Gerusalemme Palestina la terra contesa

Nel corso della sua storia Gerusalemme è stata distrutta e ricostruita due volte ed è stata assediata e conquistata decine di volte.

Addentrandoci nella Città Santa la concentrazione maggiore di siti storici è nella parte vecchia suddivisa in quattro quartieri: quello ebraico, musulmano, cristiano e armeno.

Qui le religioni convivono in pace con un tacito accordo che nel 2021 è stato violato.

Anche se i quartieri non sono delimitati da alcuna barriera fisica ognuno resta all'interno del proprio. Sono uniti, ma allo stesso tempo divisi.

Il Quartiere Ebraico

9 foto reportage di Gerusalemme il quartiere ebraico
9 foto reportage di Gerusalemme il quartiere ebraico

All'interno del quartiere ebraico si può trovare Il Monte del Tempio, chiamato così dagli Ebrei o “Spianata delle Moschee” per i
musulmani, luogo di culto conteso dalle tre principali religioni monoteiste.

In quest’area si trovano i due simboli di Gerusalemme, il Muro del Pianto e la Cupola della Roccia. La storia di questo sito risale alla costruzione di due templi: il primo tempio di Gerusalemme, Tempio di Salomone, è stato costruito da Salomone nel X secolo a. C. e poi distrutto dal babilonese Nabucodonosor II. Il secondo tempio, il Tempio di Erode, è stato costruito in seguito alla distruzione del primo e poi distrutto da Tito nel 70 d.C.

Oggi ne resta solamente il Muro Occidentale.

Gli Ebrei attribuiscono la conservazione del muro ad una promessa fatta da Dio che avrebbe lasciato intatte alcune parti del sacro tempio come segno del suo immutato legame con il popolo ebraico, nonostante la catastrofe che lo aveva colpito.

Gli Ebrei si recano al Muro, scrivono un bigliettino, lo inseriscono tra le pietre e pregano in questo modo da ormai duemila anni. La loro preghiera è straordinaria, muovono tutto il corpo appoggiando la testa sulla Bibbia oscillando in un modo che ricorda un lamento, da qui l’origine del nome “Muro del pianto”.

Il luogo emana una forte spiritualità, riesce a trasmettere una forza incredibile, liberatoria. Ho scritto anche io un bigliettino e appena mi sono avvicinata per incastrarlo nella pietra sono scoppiata a piangere all'improvviso. Una potenza così non l’avevo mai sentita prima.

10 foto reportage di Gerusalemme il quartiere ebraico
10 foto reportage di Gerusalemme il quartiere ebraico
11 foto reportage di Gerusalemme Palestina il quartiere ebraico
11 foto reportage di Gerusalemme Palestina il quartiere ebraico
12 foto reportage di Gerusalemme Palestina il quartiere ebraico
12 foto reportage di Gerusalemme Palestina il quartiere ebraico

La spianata delle moschee

È qui, proprio sulla Spianata delle Moschee che il Profeta Muhammad inizia il suo viaggio verso il cielo descritto nel Corano.

Quando i Musulmani conquistano la città nel 638 d.C., il califfo Umar trova il Tempio di Gerusalemme completamente in rovina e ne dispone la ricostruzione.

Successivamente nell'era della dinastia Omayyade furono edificati la Cupola della Roccia, la Moschea al-Aqsa e la Cupola della
Catena.

La Cupola della Roccia è il terzo luogo sacro dopo la Mecca e Medina.

È un eccellente esempio di arte bizantina, decorato con degli splendidi mosaici policromi.

È da qui che viene annunciata l’ora della preghiera attraverso appositi megafoni.

Gli Ebrei non possono accedere alla Spianata delle Moschee, possono solo pregare al Muro del Pianto, ma non oltre.

Sebbene convivano in pace, le divergenze sono ancora accese fuori da questa città magica.

13 La spianata delle moschee foto reportage di Gerusalemme Palestina
13 La spianata delle moschee foto reportage di Gerusalemme Palestina
14 La spianata delle moschee foto reportage di Gerusalemme Palestina
14 La spianata delle moschee foto reportage di Gerusalemme Palestina
15 La spianata delle moschee foto reportage di Gerusalemme Palestina
15 La spianata delle moschee foto reportage di Gerusalemme Palestina

Il Quartiere musulmano

È il più grande e più densamente popolato quartiere di Gerusalemme. Si tratta della zona più caotica e trafficata, ma proprio per questo più animata e particolare.

Paradossalmente nel quartiere arabo comincia la Via Crucis, simbolo importante per la religione cristiana e oggi piena di negozietti stracolmi di souvenir.

Il Quartiere Cristiano

All'interno del quartiere cristiano vi è la Basilica del Santo Sepolcro, il luogo più sacro per i cristiani, chiamata anche Chiesa della resurrezione.

È stata costruita nel luogo della crocifissione, unzione, sepoltura e resurrezione di Gesù.

È una delle mete principali dei pellegrini che visitano la Terra Santa, insieme alla Basilica dell’Annunciazione di Nazareth e la Basilica della Natività di Betlemme e il Monte degli Ulivi.

Il Quartiere Armeno

È il quartiere più piccolo e riservato, confinante con il quartiere cristiano.

È molto silenzioso, pulito, ordinato. La comunità armena di Gerusalemme è per la maggior parte composta da profughi e sopravvissuti al genocidio armeno avvenuto in Turchia a partire dal 1915, infatti molti trovarono rifugio proprio al Monastero Armeno di Gerusalemme.

Il Monte degli Ulivi

Fuori dalla città vecchia, a Gerusalemme Est c’è il Monte degli Ulivi in cui gli Ebrei attendono l’avvento del Messia. Nel libro di
Zaccaria, la Bibbia ebraica, il monte è considerato come luogo in cui Dio comincerà a far risuscitare i morti alla fine dei secoli. Per questo motivo gli Ebrei vogliono essere sepolti lì, ed è infatti utilizzato come cimitero.

È un luogo molto importante anche per i Cristiani perché Gesù si ritirò proprio su questo monte prima della sua crocifissione rivolgendo la sua preghiera a Dio.

15 il Monte degli Ulivi foto reportage di Gerusalemme Palestina
15 il Monte degli Ulivi foto reportage di Gerusalemme Palestina

Il viaggio a Gerusalemme è stato incredibile, ho provato un insieme di emozioni difficili da descrivere a parole. Ho approfondito le mie
conoscenze sulle principali religioni monoteiste sia dal punto di vista religioso che politico e visto condizioni di vita completamente
differenti dalle mie.

Fare questo viaggio mi ha aperto la mente, vedere la precarietà dei Beduini, le divergenze fra il popolo palestinese e quello israeliano, il muro altissimo che separa la Terra Promessa è stato davvero toccante.

Quando si dice che viaggiare allarga i tuoi orizzonti e fare nuove esperienze ti porta ad ampliare la visione delle cose e a vederle da diversi punti di vista è assolutamente vero!

Tornata da questo viaggio ho compreso maggiormente cosa significhi sofferenza e povertà. Io che non sono particolarmente credente mi sono commossa più volte vedendo le persone così devote a Dio, persone che basano la propria vita sulla religione e che credono così tanto in qualcosa da riuscire a superare gli ostacoli grazie alla loro fede.

I luoghi emanano una potenza spirituale indescrivibile. È come se qualcosa di più grande di te, qualcosa che viene dall'alto ti vegliasse, ti senti protetto e senti che questa forza ti sostiene e ti abbraccia intensamente.

Spero che con questo mio scritto vi siate fatti un’idea sulla città e su un viaggio che un giorno spero farete.

Foto e testo del reportage Palestina la terra contesa di Arianna Papa link al sito dell'autore: Instagram

16 il Monte degli Ulivi foto reportage di Gerusalemme Palestina
6 il Monte degli Ulivi foto reportage di Gerusalemme Palestina
Scritto da Consigli d'autore
5 Febbraio 2022

Articoli recenti di Consigli d'autore

Quando l’arte incontra i videogiochi: un modo diverso per conoscere la bellezza

Si può restare senza fiato anche di fronte a un videogame, si può restare senza parole davanti a un gameplay, a una grafica, uno scenario. Oppure si può restare sbalorditi ed esterrefatti anche grazie ad un videogame che ci fa scoprire la bellezza, il fascino, la storia.

La relazione tra gaming e arte è stata indagata sotto diversi aspetti. C’è chi scommette sul futuro dei videogame come prodotti artistici, oppure chi si ispira al mondo dell’arte per creare il nuovo successo dell’online. Ma la frontiera più interessante è quella che consiste nell’investire nel gioco e nei videogame proprio per far conoscere l’arte. Si tratta di un meccanismo tipico della gamification e potremmo parlare di Game Based Learning, ovvero di un apprendimento che si basa sul gioco. Tra i primi a sperimentarlo c’è proprio un museo italiano: il MANN di Napoli.

Era il 2017 quando il Museo Archeologico Nazionale di Napoli aveva ideato il gioco “Father and Son”. Nato grazie all’idea di Ludovico Sollima e grazie al lavoro del game design Fabio Viola e dell’artista Sean Wenham, che ha curato la parte grafica, il gioco narrava la storia di Michael, un ragazzo che partiva alla ricerca del padre archeologo. Sulle tracce del papà, ci si avventura nel MANN di Napoli, passando per le sale di arte romana, egizia, borbonica fino ad arrivare ai giorni nostri. “L’arte nei videogame è sempre entrata - ci spiega ancora la redattrice di Gaming Report – basti pensare a tutti i giochi online ispirati a grandi opere d’arte, a grandi artisti o ad ambientazioni come il Louvre, il British Museum, i Musei Vaticani. Adesso però si inverte il paradigma: il videogioco serve per far scoprire l’arte, per far avventurare gli utenti nella bellezza. È così che il giocatore diventa anche spettatore”.

Nel nostro paese iniziative simili furono quelle del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, che sempre ad opera di Fabio Viola aveva pubblicato “Past for Future” oppure Palazzo Pitti, a Firenze, proponeva ai suoi turisti di giocare a “Il gioco dei Medici”, un’avventura investigativa tra enigmi, storia e arte, tra Raffaello e il Giardino di Boboli. E così si passa per “Le cronache umbre” del Sistema Museale di Spoleto e della Valnerina oppure per “Florence Game”, ancora una volta a Firenze, nei Musei fiorentini.

Un modo di sfruttare i videogame e il gioco online che arriva, ovviamente, dall’estero. A Londra, ad esempio, il Museo della Scienza aveva sviluppato un videogioco, “Cacciatori di tesori”, in cui era fondamentale usare la fotocamera e andare a caccia di oggetti, materiali ed elementi, oppure il Centro Pompidou, a Parigi, aveva inventato “Prisme 7”, un videogioco a 7 livelli che trasportava il giocatore nel cuore dell’arte moderna e contemporanea. “Un modo diverso per visitare i musei – conclude Chiaravalloti – ma anche di scoprire l’arte”. Che diventa un gioco, a disposizione di tutti.

Cosa sono i profumi gourmand?

Cosa sono i profumi gourmand?

Negli ultimi anni, il mondo della profumeria ha visto emergere una tendenza
sempre più marcata: quella dei
profumi gourmand. Questi profumi, noti per
evocare aromi dolci e invitanti, simili a quelli dei dessert, hanno conquistato un
pubblico sempre più vasto, attirando sia gli appassionati di fragranze che i
neofiti. Ma cosa rende questi profumi così speciali e perché stanno diventando
così popolari?
La risposta risiede nella loro capacità di evocare emozioni e ricordi attraverso
note olfattive che richiamano sapori familiari e confortanti. La parola
"gourmand" deriva dal francese e significa "goloso", un termine che descrive
perfettamente l'essenza di queste fragranze. In un mondo dove lo stress
quotidiano è all'ordine del giorno, immergersi in una nube di profumo che
ricorda il caramello, la vaniglia o il cioccolato può offrire una sensazione di
benessere e comfort.

L'origine dei profumi gourmand può essere fatta risalire agli anni '90, quando
alcune case di profumeria iniziarono a sperimentare con ingredienti dolci e
commestibili. Questi profumi, inizialmente visti come una novità, hanno
rapidamente guadagnato popolarità, diventando un elemento essenziale nel
repertorio di molte persone. Ma quali sono le caratteristiche distintive di un
profumo gourmand e cosa lo distingue da altre categorie di fragranze?

Le caratteristiche distintive dei profumi gourmand


I profumi gourmand si caratterizzano principalmente per la presenza di note
dolci e commestibili. Queste fragranze utilizzano ingredienti come vaniglia,
caramello, cioccolato, mandorla e caffè, tra gli altri. Queste note sono spesso
combinate con altri elementi per creare un bouquet olfattivo complesso e
armonioso.
Un elemento distintivo dei profumi gourmand è la loro capacità di evocare
sensazioni di piacere e comfort. Le note dolci e avvolgenti possono ricordare i
momenti felici dell'infanzia, come una torta fatta in casa o una cioccolata calda
in una giornata fredda. Questo aspetto emotivo è uno dei motivi principali per
cui molte persone si sentono attratte da queste fragranze.
Inoltre, i profumi gourmand tendono ad avere una lunga durata sulla pelle. Le
note dolci e ricche hanno una maggiore persistenza rispetto alle note fresche e
leggere, il che significa che il profumo può durare tutto il giorno, offrendo
un'esperienza olfattiva continua e piacevole.

Gli ingredienti più comuni nei profumi gourmand


I profumi gourmand si basano su una vasta gamma di ingredienti dolci e
commestibili. Tra i più comuni troviamo la vaniglia, che è forse l'ingrediente più
iconico di questa categoria. La vaniglia offre una dolcezza calda e avvolgente
che può essere sia pura che combinata con altre note per creare effetti olfattivi
unici.

Il caramello è un altro ingrediente popolare nei profumi gourmand. La sua
dolcezza ricca e burrosa può aggiungere una dimensione deliziosa a qualsiasi
fragranza. Anche il cioccolato è ampiamente utilizzato, offrendo una nota
decadente e indulgente che è irresistibile per molti.
Il caffè, con il suo aroma ricco e tostato, è spesso utilizzato per aggiungere
profondità e complessità ai profumi gourmand. Allo stesso modo, la mandorla
e il cocco sono ingredienti comuni che contribuiscono con le loro note dolci e
cremose.
Oltre a questi, molti profumieri utilizzano frutti come la pesca, la ciliegia e il
lampone per aggiungere una dolcezza fruttata e succosa alle loro creazioni
gourmand. Questi ingredienti sono spesso combinati in modi innovativi per
creare fragranze che sono tanto complesse quanto deliziose.

L'impatto emotivo dei profumi gourmand


Uno degli aspetti più affascinanti dei profumi gourmand è il loro impatto
emotivo. Queste fragranze hanno la capacità di evocare ricordi e sensazioni
profonde, offrendo un'esperienza sensoriale che va oltre il semplice odore. Per
molte persone, un profumo gourmand può essere un rifugio olfattivo, un modo
per ritrovare il comfort e la felicità nei momenti di stress.
Le note dolci e avvolgenti dei profumi gourmand possono ricordare momenti
felici dell'infanzia, come le feste di compleanno, le vacanze o i dolci preferiti.
Questo aspetto nostalgico è uno dei motivi per cui molte persone trovano
conforto in queste fragranze. Inoltre, l'aroma del cibo è strettamente legato
alle emozioni, e indossare un profumo che richiama un dessert preferito può
migliorare l'umore e offrire una sensazione di benessere.
Inoltre, i profumi gourmand possono avere un effetto positivo sull'autostima e
sulla fiducia in sé stessi. Sentirsi avvolti da un profumo delizioso e invitante può
far sentire più sicuri e a proprio agio, migliorando l'immagine di sé e il
benessere generale.

Come scegliere un profumo gourmand


Scegliere il profumo gourmand giusto può essere una sfida, data la vasta
gamma di opzioni disponibili. Tuttavia, ci sono alcuni fattori da considerare che
possono aiutare a trovare la fragranza perfetta.
Innanzitutto, è importante considerare le preferenze personali. Alcune persone
potrebbero preferire note più leggere e fruttate, mentre altre potrebbero
essere attratte da fragranze più ricche e cremose. Provare diverse fragranze e
vedere come si sviluppano sulla pelle può essere un buon modo per scoprire
cosa piace di più.
Un altro fattore da considerare è la stagione. I profumi gourmand possono
essere particolarmente piacevoli nei mesi più freddi, quando le note dolci e
avvolgenti possono offrire un comfort extra. Tuttavia, ci sono anche fragranze
gourmand più leggere e fresche che possono essere adatte per la primavera e
l'estate.
Infine, è importante considerare l'occasione. Un profumo gourmand può essere
una scelta eccellente per una serata speciale o un evento formale, ma potrebbe
essere meno adatto per un ambiente di lavoro o un incontro casual. Trovare il
giusto equilibrio tra dolcezza e sofisticazione può aiutare a scegliere una
fragranza che sia adatta a diverse situazioni.
I profumi gourmand rappresentano una categoria affascinante e in continua
evoluzione nel mondo della profumeria. Con la loro capacità di evocare
emozioni e ricordi attraverso note dolci e invitanti, queste fragranze
continuano a conquistare il cuore di molti, offrendo un'esperienza olfattiva
unica e memorabile.

Impressioni di gioco. Arte, astuzia e fortuna

Impressioni di gioco. Arte, astuzia e fortuna

L'intersezione tra arte e gioco offre una prospettiva unica sulla creatività e l'ingegno umano. Artisti come Marcel Duchamp, Cassius Marcellus Coolidge e Michael Godard hanno saputo trasformare giochi come scacchi, poker e blackjack in opere d'arte. Duchamp utilizza la strategia degli scacchi per esplorare concetti spaziali e temporali, Coolidge cattura l'intensità e il bluff del poker con i suoi cani giocatori, mentre Godard celebra la tensione e la strategia del blackjack. Ogni artista, attraverso dettagli tecnici e narrazioni visive, eleva il gioco a una forma d'arte complessa e affascinante.

Scacchi e ombre. Marcel Duchamp e il gioco come arte

Marcel Duchamp, una figura centrale nell'arte del XX secolo, ha trasformato il concetto di gioco in arte con il suo amore per gli scacchi. Nel 1913, Duchamp creò "Il Grande Vetro," un'opera complessa e astratta che incarna la strategia e la logica degli scacchi. La sua passione per il gioco non si limitava all'osservazione; Duchamp partecipava attivamente a tornei di scacchi, raggiungendo livelli competitivi. La sua immersione nella disciplina strategica si riflette nel suo lavoro, dove i movimenti dei pezzi su una scacchiera diventano metafore per decisioni artistiche e concettuali.

L'analisi delle sue opere rivela un approccio unico alla gestione dello spazio e del tempo. Duchamp esplorava come le mosse di un gioco possano influenzare la percezione del pubblico, creando un dialogo tra l'opera d'arte e lo spettatore simile alla tensione tra due giocatori di scacchi. La raffigurazione dell’interazione dinamica tra giocatore e gioco, artista e pubblico, si manifesta chiaramente nelle sue installazioni e dipinti, dove ogni dettaglio è studiato per provocare una reazione ponderata.

Un esempio lampante di questa connessione è "Portrait of Chess Players," un'opera che ritrae due individui immersi in una partita di scacchi. La tela non solo cattura l'intensità della competizione, ma mette anche in luce il delicato equilibrio tra la fortuna e l'astuzia, elementi fondamentali non solo nel gioco, ma anche nel processo creativo.

Bluff e bellezza. 'Dogs Playing Poker' di Cassius Marcellus Coolidge

Cassius Marcellus Coolidge, con la sua iconica serie di dipinti "Dogs Playing Poker," ha saputo unire umorismo, critica sociale e tecnica artistica in un'unica opera. I dipinti della serie rappresentano cani antropomorfizzati intenti a giocare a poker, catturando momenti di bluff, i tratti della loro personalità e i momenti tensione e complicità che caratterizzano il gioco.

Ogni dettaglio nelle opere di Coolidge è accuratamente studiato per evocare l'atmosfera di una vera partita di poker. L'uso sapiente della luce e delle ombre crea un senso di intimità e complicità tra i giocatori canini, mentre le espressioni facciali e le posture riflettono le strategie e le emozioni tipiche del gioco. La scelta dei cani come protagonisti aggiunge una dimensione di leggerezza e ironia, ma non diminuisce l'accuratezza con cui vengono rappresentate le dinamiche del poker.

Il quadro "A Friend in Need," forse il più celebre della serie, illustra magistralmente un momento di bluff. Due bulldog colludono, uno passando una carta all'altro sotto il tavolo, mentre gli altri cani sono ignari del trucco. Tale dettaglio non solo mostra la maestria tecnica di Coolidge nella rappresentazione del movimento e della trama, ma anche la sua comprensione profonda delle strategie di bluff nel poker.

Il successo duraturo di "Dogs Playing Poker" risiede nella combinazione di abilità artistica e osservazione acuta delle interazioni sociali. Coolidge, mediante la sua maestria tecnica nella rappresentazione del movimento e della trama, riesce a trasformare una scena apparentemente banale in una finestra sul complesso mondo del gioco e, per estensione, sulle sfumature della condizione umana.

Il Fascino del blackjack. 'Jack & Coke' di Michael Godard

Michael Godard, maestro dell'arte contemporanea, cattura l'essenza e l'emozione del blackjack nella sua opera "Jack & Coke." Con una tecnica raffinata e un'attenzione meticolosa ai dettagli, Godard trasforma un semplice bicchiere di Jack and Coke e due carte da gioco in un simbolo del brivido e della strategia insiti nel gioco.

La composizione dell'opera è studiata per evocare l'ambiente vibrante di un casinò. Il bicchiere di Jack and Coke, con il ghiaccio traslucido e le bollicine che salgono, non è solo un elemento decorativo, ma un richiamo sensoriale che trasporta lo spettatore in una serata di gioco. Le carte, un jack di picche e una regina di cuori, sono rappresentate con una precisione che riflette l'attenzione del giocatore per ogni dettaglio durante una partita.

Godard utilizza colori vividi e contrasti marcati per mettere in risalto i componenti chiave del dipinto, rendendo ogni elemento immediatamente riconoscibile e carico di significato. L'illuminazione, che sembra provenire direttamente dalle luci al neon di un casinò, aggiunge un tocco di realismo e intensifica l'atmosfera elettrizzante dell'opera.

L'opera "Jack & Coke" non è solo una rappresentazione visiva del blackjack, ma una celebrazione dell’astuzia e della strategia che il gioco richiede. Ogni dettaglio, dalla trasparenza del bicchiere alle texture delle carte, è pensato per enfatizzare la dualità del blackjack: un gioco che combina fortuna e abilità in un equilibrio perfetto. L'opera evoca l'emozione del brivido, la strategia nel gestire il bankroll del blackjack e la suspense di ogni mano giocata, rendendo omaggio all'intrigante equilibrio tra fortuna e abilità.

Conclusione

L'esplorazione dell'intersezione tra arte e gioco rivela come le strategie, le emozioni e le dinamiche psicologiche dei giochi si riflettano e si amplifichino nelle opere d'arte, offrendo un vero e proprio reportage di viaggio attraverso la cultura e la psiche umana. Le loro opere non sono solo un'ode al poker, ma un tributo all'arte della narrazione visiva, dimostrando come l'arte possa catturare e amplificare le sfumature di un gioco di strategia, trasformandolo in una riflessione profonda e divertente sulla natura dell'inganno e della bellezza nel gioco e nella vita.

L’Italia è il Paese dei cellulari: più smartphone che abitanti

In Italia ci sono più cellulari che abitanti. E se la nostra popolazione cala, gettando ombre grigie sul futuro dell’economia, in particolar modo per pensioni e occupazione, sale incessantemente la quota degli smartphone.


78 milioni e 190 mila. A tanto ammontano i dispositivi mobili nel nostro paese, vale a dire il 132% della popolazione, che si assesta intorno ai 58 milioni e 960 mila. A dirlo è il report Digital 2023 curato da
We Are Social, che analizza anche l’utilizzo che gli italiani fanno del cellulare: tanti social, tantissimi video e una bella dose di marketing digitale.


Per cosa si usa il cellulare?


“Cala l’utilizzo di computer (desktop e laptop) e tablet – ha spiegato Matteo Starri, Research e Insight Director di We Are Social - sia in volume sia in share in rapporto al traffico totale, in virtù di una sostanziale assenza di variazioni per quanto riguarda l’utilizzo dei dispositivi mobili, che arrivano al 52% di share”. Ma per cosa si utilizza il cellulare? Al primo posto c’è lo streaming di film o serie tv sulle piattaforme (Netflix, Amazon Prime o Disney Plus in prima linea) davanti all’ascolto di musica online (soprattutto su Spotify e su Youtube). Se al terzo posto troviamo l’utilizzo di app mobile come principale utilizzo dello smartphone, al quarto troviamo il gaming.


"Il gaming mobile, combinato con l'intelligenza artificiale, ha rivoluzionato il modo di giocare, offrendo esperienze altamente personalizzate soprattutto per i giovani. Gli smartphone hanno superato i computer come dispositivi principali per il gioco online, mentre l'IA ottimizza la personalizzazione delle piattaforme, analizzando le preferenze dei giocatori per offrire contenuti su misura. Questa sinergia tra mobile e IA non solo rende il gioco più coinvolgente, ma aumenta anche la fedeltà degli utenti e i ricavi degli operatori del settore", ci racconta Silvia Urso, redattrice di Giochidislots, che recentemente ha analizzato questa relazione tra smartphone e gaming all’interno di un focus pubblicato sul blog.


“Sia i principali giochi online, sia le slot online, sono ormai sbarcati in pianta stabile sugli smartphone, riuscendo così da un lato a soppiantare pc e tablet, dall’altro ad ampliare in una maniera mai vista prima il proprio pubblico”, conclude l’esperta di Giochidislots.


La carica dei social


Con oltre 43 milioni di utenti e un tempo medio di utilizzo di quasi 2 ore al giorno, sono ancora i social media a detenere la palma del contenuto più utilizzato su mobile. E il primo social allora non può che essere WhatsApp, il mezzo principale per mandare messaggi e ormai anche per chiamare e videochiamare. Qui viaggiano le chat con i nostri amici e parenti, ma anche i gruppi di lavoro e le comunicazioni ufficiali, grazie alle nuove funzionalità delle community. Il podio è invece completato da Facebook in seconda posizione e da Instagram. Subito dopo, in ordine, troviamo: Messenger, Telegram, TikTok, Pinterest, X (il vecchio Twitter), Linkedin, Skype e poi, a percentuali di molto più basse, Snapchat, Discord e Reddit.


Interessante guardare anche alle motivazioni per cui si usano i social. Al primo posto c’è la volontà di leggere nuove storie, davanti a passare il tempo e a rimanere in contatto con amici e parenti. Attenti però anche a queste ragioni, messe sempre in evidenza da We Are Social e Meltwater: trovare ispirazioni e contenuti, postare e condividere aspetti della propria vita, guardare live streams, seguire personaggi famosi, in particolare per quanto riguarda lo sport.


Tutto questo comodamente dal palmo di una mano, senza dover accendere il computer e senza dover neppure uscire di casa. Perché il nostro mondo, ormai, è tutto a portata di dito.