La grafia e la firma di Giuseppe Tornatore

Foto - Grafia di Giuseppe Tornatore: l'analisi grafologica di tre autografi del regista

La Grafia di Giuseppe Tornatore
La Grafia di Giuseppe Tornatore

Nasce in Sicilia, a Bagheria, il 27 marzo 1956, gelosissimo della sua vita privata, oltre ai suoi innumerevoli successi internazionali come regista , di lui si conoscono ben poche cose.

Ha 10 anni quando per la prima volta incomincia a usare la macchina fotografica che, come racconta lui stesso, diventerà un oggetto di cui non potrà fare a meno per il decennio successivo, senza il quale non vorrà mai uscire di casa.

Anni determinanti per la sua formazione, in cui osserva, immortala, ascolta interiorizza la realtà che lo circonda:

gli anziani che passeggiavano di spalle, i carretti abbandonati nei vicoli,

luci e ombre della gente di una realtà isolana semplice e complessa al tempo stesso.

Secondo Tornatore: fotografando uno sconosciuto, nell'istante stesso in cui fai scattare l’otturatore, quella persona smette di essere estranea e la porterai sempre con te.

Quelle esperienze lo condurranno ad essere uno degli autori italiani che ha cercato con più forza di riportare a un ruolo primario l'immagine e l'impatto visivo, mettendo al centro delle proprie storie le emozioni umane. Uno sguardo quello del grande regista, attento al sentimento e all'introspezione che ha prodotto sempre un grande coinvolgimento negli spettatori che hanno imparato ad amarlo e apprezzarlo sempre di più..

Un uomo decisamente schivo, intelligente e curioso, scaramantico e sensibile, taciturno e riservato certamente poco “leggero” e non propenso alla goliardia.

Sappiamo che ha avuto premi e riconoscimenti:

  • 4 nomination ai Premi Oscar di cui 1 vittoria,
  • 3 nomination ai Golden Globe di cui 1 vittoria,
  • 2 Premi BAFTA, 10 David di Donatello, 9 Nastri d’Argento, 1 Grand Prix Speciale al Festival di Cannes, 2 European Film Awards e tanti altri,

ma oltre a questo, ben poco conosciamo dell’uomo Giuseppe Tornatore.

Di lui sappiamo che ancora oggi ha un rapporto complicato con il cibo.

Racconta che da piccolo non mangiava quasi nulla:

“Ero il tormento di mia mamma Marianna, che per farmi mandar giù qualche boccone le ha provate tutte... pensava che a militare sarei morto di fame".

Sappiamo della sua curiosa passione culinaria per il granoturco... Egli afferma:

«Se c’è un cibo per il quale avrei rubato, da ragazzino, erano le pannocchie lesse».

Oggi che ha 63 anni va meglio, dice di mangiare più cose, ma il cibo continua a non essere un suo pensiero. Confessa infatti che la sua indole è sempre stata quella di mangiare per vivere, non vivere per mangiare.

Un uomo complesso e contrastato, che gira il mondo, che parla più lingue, sempre alla ricerca del nuovo e del diverso, che però torna sempre alla sua Sicilia, terra calda, affascinante e complicata dove affondano le sue imprescindibili radici.

Egli afferma: “Io amo pensare alla Sicilia come un luogo dove puoi trovare qualunque tipo di contraddizioni”.

La sua riservatezza è confermata anche nel fatto che in circolazione i campioni della sua grafia sono davvero scarsi e allora abbiamo provato a concentrarci sulla sua firma che, grafologicamente è considerata una sorta di “biografia in sintesi” di un soggetto scrivente, che non ha mancato di riservarci delle sorprese!

La Grafia di Giuseppe Tornatore: la firma in tre autografi

La Grafia di Giuseppe Tornatore: la firma nei tre autografi
La Grafia di Giuseppe Tornatore: la firma nei tre autografi

Abbiamo scelto tre autografi del grande regista per mostrare come la dinamica grafo-motoria sia sostanzialmente sempre la stessa, ma soprattutto per osservare come l’autografo di Tornatore sia assolutamente non riconducibile al suo nome e cognome, quasi a conferma della sua volontà di mantenere una barriera, un distacco protettivo, il desiderio di non essere riconosciuto e di conseguenza “violato” nella propria privacy.

La sua è una firma ascendente, disomogenea al testo, più grande in dimensione e oscura, con ghirlande inanellate, con quello che possiamo intuire essere il nome “gettato via” e sovrapposto al cognome, che termina con un’evidente gesto finale a tuffo.

Grafologicamente possiamo affermare che esprime l’amor proprio, l’ambizione e il desiderio di affermazione sociale, il bisogno di credere nel proprio valore, di apparire più sicuri di quanto non ci si senta nella realtà. Rivela anche, nel suo essere differente dal testo, la presenza di creatività, senza nascondere una tormentata conflittualità tra il proprio ruolo sociale e la parte più intima di sé.

Il nome, che rappresenta la madre, l’infanzia, i legami affettivi dei primi anni di vita, che viene tracciato in maniera approssimativa, decisamente svalutato rispetto al cognome, reso quasi filiforme (soprattutto nei due ultimi esempi), lascia intuire un rapporto difficile con la madre, con cui forse le cose non sono andate totalmente per il verso giusto.

Anche il gesto grafico di questo grande regista conferma quindi che ci troviamo di fronte ad una personalità gentile, perfezionista e posata, ma anche ambiziosa, complessa e malinconica, con l’irrequietezza nel cuore.

Un insieme di caratteristiche che lo rendono capace di stupire e commuovere con le immagini, di saper trasmettere emozioni attraverso una forma rigorosa, di far convivere istinto e stile, e far sì che nei suoi film tutto funzioni, come in una danza, o in una partitura musicale.

Giuseppe Tornatore
Giuseppe Tornatore

Foto Giuseppe Tornatore da Wikipedia, Golden Globes. Foto degli autografi e analisi della firma Barbara Taglioni. Elaborazione CaffèBook