L'oceano musicale di Marco Mengoni
Il concerto che porta sul palco per il suo Atlantico Tour è molto articolato e diviso in tre parti distinte.
A dividerle due monologhi che l'artista recita come per segnare un cambio di passo e per introdurre la nuova parte dello spettacolo.
Il primo blocco si chiude con un cartone realizzato appositamente da Cristian Eduardo Carlos Caipa e Diego Molina.
Concerto Atlantico Tour
All'animazione è abbinato il monologo Sei tutto, scritto assieme ad Alessandra Scotti.
La chiusura del testo “ sei fatto per il 60 per cento di acqua, per il 30 dalle persone che ami e per 10 di quello che ti manca ” cede il passo alla bellissima canzone La ragione del mondo .
Alla chiusura della seconda parte del live arriva invece un secondo monologo, sempre scritto assieme ad Alessandra Scotti.
Parole straordinarie che invitano a riflettere su titoli forti dei giornali di tutto il mondo che vengono proiettati sui maxi schermi posti sul palco.
Marco Mengoni foto dal concerto
Un momento intenso, emozionante, d'impatto.
“Abbiamo creato una realtà in cui insultarsi è consentito. Non ci sorridiamo più: ci guardiamo con sospetto, facciamo fatica a comprendere gli altri, preferiamo considerarli nemici. Invece ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre”.
Dopo il monologo il concerto è un crescendo di musica ed emozioni incredibile.
Lui è Marco Mengoni e nelle due date da tutto esaurito di Firenze al Mandela Forum ha regalato al pubblico uno show intenso, arricchito di volta in volta di nuovi elementi, che hanno accompagnato le ventisei canzoni in scaletta.
Marco Mengoni a Firenze al Mandela Forum
Assieme ad una straordinaria band e bravissimi coristi Mengoni esegue uno dopo l’altro, con un ritmo serrato, i brani del suo ultimo album e i grandi successi di dieci anni di carriera.
Lo spettacolo, perché di un vero e proprio spettacolo si tratta – sarebbe riduttivo chiamarlo concerto – è fantastico e non solo per il percorso straordinario che in pochi anni ha portato Mengoni ad essere uno dei protagonisti della scena musicale italiana.
Due ore di musica che cresce, evolve e si trasforma fino ad esplodere dall'analogico al digitale.
Momenti dello spettacolo di Marco Mengoni
La scenografia, minimale all'inizio, si muove con elementi scenici inaspettati che si rivelano un po' alla volta, sorprendendo e catturando l'attenzione degli spettatori.
Questa prima parte del tour italiano con oltre 200 mila biglietti venduti e sold out in tutte le città, è stato preceduto dal successo delle cinque anteprime europee di Berlino, Zurigo, Monaco, Parigi e Madrid.
Il pubblico ascolta e canta insieme a Marco tutte le sue canzoni, si emoziona, balla e si lascia trasportare.
Sorprendenti gli omaggi a Frida Kahlo e Buena Vista Social Club.
Mengoni si conferma un grande interprete della musica internazionale.
È bellissimo il momento nel quale invita il pubblico a riporre via i telefonini spegnendo tutte le luci del palco.
"Quando vado a vedere i concerti degli altri artisti – esordisce - guardo anche il pubblico e vedo tutti con i telefoni, allora ho pensato che in un concerto di due ore ci fosse lo spazio per tre minuti senza luci e telefono, una liberazione che è frutto del mio viaggio intorno al mondo".
Atlantico Tour Marco Mengoni
In merito alla pausa che si è preso negli ultimi due anni ammette che è partito per viaggiare il mondo alla fine dell'ultimo progetto.
“Eravamo usciti con due dischi inediti e mi ero dato tantissimo – ricorda - sono arrivato stanco emotivamente. Ero scarico e ho detto ai miei collaboratori che avevo bisogno di prendermi un bel po' di tempo. Ormai viviamo in un mondo veloce in cui bisogna fare un disco ogni sei mesi. Io però non avevo più idee da tirar fuori, dovevo vivere, seguire delle persone e star loro vicino, e così ho deciso di stare lontano dalle scene per un po'. Cercavo delle cose e ne ho trovate altrettante”.
A proposito del titolo del disco e del tour ricorda che “il disco si chiama come un grande oceano grandissimo che bagna tante zone e culture. Sono partito dall'isola di Cuba, ero affascinato dalle atmosfere salsera e rumbera. Quei suoni regalano gioia e felicità ma nella tradizione ci sono anche pezzi intensi che arrivano subito allo stomaco, sia dal punto di vista romantico che sociale”.
Le parole chiave dello spettacolo sono lentezza e condivisione.
Ma ci sono tantissime altre parole.
“Condivisione è fondamentale - aggiunge Mengoni - perché sono stato a contatto con tantissime persone. In verità il condividere non mi è mai mancato, è un atto spontaneo che faccio sempre. Dopo il viaggio ancora di più, devo subito dire quello che penso e provo a tutte le persone. Un'altra parola chiave è libertà, anche la libertà di scegliere nel compromesso. Ma anche consapevolezza. Il fatto di crescere e capire cose nuove è positivo, il cambiamento è sempre positivo. Ma io per nascita sono critico, autocritico e perfezionista, sono uno che si distrugge. Però la distruzione è importante per ricostruire. Penso di essere una persona particolarmente insicura”.
Il disco e il concerto parlano di oceano e nell'oceano non ci sono muri e barriere.
Ma parla anche di grandi personaggi entrati nell'immaginario collettivo.
“Essendo giovane – conclude - non ho vissuto tutto quello che ha fatto Muhammad Ali , ma ho deciso di andare a ricercare cose, a leggere libri e interviste. Alcune interviste sono molto divertenti: lui rappava, faceva rime pazzesche. In qualche modo, è il primo ad aver usato i social: si faceva ritrarre dal parrucchiere o mentre mangiava. Fuori e dentro il ring è stato un rivoluzionario. Ha avuto la forza per andare contro, contro la guerra. Mi piacerebbe avere il 2% della forza che ha avuto lui. A me a volte blocca il giudizio degli altri ”.
Foto articolo L’oceano musicale di Marco Mengoni per gentile concessione di Luca Brunetti