Lampeggia nel cielo l’Humanity Star della Rocket Lab
Nei giorni scorsi la compagnia di esplorazione spaziale neozelandese, Rocket Lab, ha lanciato un razzo nello spazio per rilasciare in orbita la Humanity Star, una grande palla riflettente che ruoterà in orbita attorno alla Terra.
La Humanity Star è realizzata in fibra di carbonio ed è una sfera geodetica composta da 65 pannelli riflettenti.
L’azienda paragona la sfera a una stella dedicata all'umanità che ruota rapidamente, riflettendo la luce del sole sulla Terra. In sostanza si comporta come una palla da discoteca, creando l'effetto di una brillante stella cadente lampeggiante.
Il progetto di questo piccolo e strano satellite è in parte stato ispirato dal chiarore che riflettevano gli Iridium.
Ampiamente considerati gli oggetti più luminosi creati dall'uomo nel cielo notturno, i brillamenti dei satelliti Iridium erano causati da un piano metallico piatto che rifletteva brevemente il sole.
La Humanity Star si basa su questo concetto ampliandolo grazie alla creazione di molte superfici riflettenti che intercettano e riflettono maggiormente la luce del sole.
Iridium tuttavia aveva uno scopo commerciale (anche se poi fallito per mancanza di fondi) che era quello di provare a dar vita ad una copertura satellitare per telefoni cellulari, la sfera della Rocket Lab, invece, non è chiaro a cosa dovrebbe servire.
La stella cometa artificiale sarà visibile per nove mesi nel cielo notturno da qualsiasi punto della terra all'alba o al tramonto mentre passa sopra la testa dell’osservatore.
È possibile anche rintracciarne la posizione per scoprire quando sarà visibile nella nostra regione.
Il lancio, tuttavia, non è stato visto con lo stesso entusiasmo dagli astronomi che sono sgomenti e vedono in questa una pericolosa invasione.
Per gli astronomi l'inquinamento luminoso è un problema molto serio, e sebbene questo piccolo oggetto non significhi nulla nell’arco celeste, è un presagio di ciò che potrebbe accadere in futuro quando lo spazio sarà commercializzato e riempito da aziende che possono ostacolare il loro lavoro.
Gli astronomi lo vedono come un graffito spaziale che contamina lo spazio in cui studiano i misteri dell'universo.
"Molti di noi non penserebbero che sarebbe bello se mettessimo una gigantesca cintura su un orso polare, o scrivessi il mio logo personale in cima all'Everest", ha detto l'astrobiologo Caleb Schard.
Il fondatore Peter Beck ha affermato che l'idea vuole essere uno stimolo per ricordare la fragilità dell'esistenza (anche se non spiega bene il perché) e vuole creare un'esperienza condivisa per tutti gli abitanti del pianeta: guardate la nuova stella, peccato sia una falsa stella.