L’anno che verrà, ma quanto deve durare l’anno nuovo?
L’arrivo del nuovo anno, L’anno che verrà avrebbe detto Lucio Dalla, durerà 365 giorni, ma nel corso della storia la durata dell’anno successivo non è sempre stata così certa...
Naturalmente parliamo di quando Papa Gregorio XIII ordinò, nel lontano 5 ottobre 1582, che in tutti paesi cattolici venisse adottato l'attuale calendario.
Il calendario gregoriano e la durata di un anno
Ad essere sostituito era il precedente calendario giuliano, anch’esso di 365, che non teneva bene conto della reale durata dell’anno solare di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi.
Secondo il calendario giuliano erano considerati bisestili gli anni la cui numerazione erano multipli di 4 introducendo un anno di 366 giorni ogni tre da 365.
L’anno medio durava quindi 365 giorni e 6 ore.
Le osservazioni astronomiche tuttavia avevano scoperto che l’anno solare durava 11 minuti e 14 secondi in meno rispetto a quello medio del calendario giuliano.
La differenza di tempo non presa in considerazione aveva provocato un divario totale di dieci giorni!
Gregorio XIII fu piuttosto drastico nel cambiamento.
Per non accumulare più i suddetti undici minuti rese bisestili solo i secoli divisibili anch’essi per quattro: ad esempio il 1600 fu bisestile mentre il 1700, 1800 e 1900 durarono solo 365 giorni e il cambio del millennio, il 2000, 366 giorni.
Papa Gregorio XII e Inter gravissimas
Il cambiamento con il calendario giuliano e l’introduzione del calendario gregoriano fu immediata e il 1582 durò di fatto 10 giorni in meno: la bolla papale Inter gravissimas stabilì infatti, con l’introduzione del nuovo calendario, che al giorno 4 ottobre 1582 sarebbe seguito il giorno 15 ottobre.
Il calendario giuliano derivava da una decisione che prese Giulio Cesare nel 46 a.C., ma i primi romani usavano il calendario Romulus. Dall'VIII secolo a. C, il calendario Romulus stabiliva una durata di 10 mesi, in cui l'anno iniziava a marzo con l'equinozio di primavera e terminava a dicembre. Gennaio e febbraio non esistevano nemmeno.
L'anno durava quindi 304 giorni in totale perché di quei dieci mesi solo quattro avevano 31 giorni.
La Roma antica fondava la sua economia sull'agricoltura e l'inverno era un periodo in cui praticamente non accadeva niente ed aveva così poca importanza che non era nemmeno incluso nel calendario.
Secondo la leggenda l'arrivo del re Numa Pompilio portò dei cambiamenti. Nell'anno 713 a.C. il calendario fu allineato ai 12 cicli lunari dell'anno.
In questo modo durava 355 giorni e furono introdotti i mesi di gennaio e febbraio alla fine.
In questo modo cadeva di febbraio l'ultimo giorno dell'anno. Siccome questo calendario non corrispondeva a quello solare venivano aggiunti dei giorni per poterlo “sincronizzare” con il corretto passare delle stagioni.
Il primo calendario di 365 giorni sembra sia stato sviluppato dagli egiziani, basato, quasi certamente, sulle loro osservazioni del ciclo annuale del Sole.
Così torniamo a Giulio Cesare che, pare seguendo il consiglio di Sosigene di Alessandria, fece redigere il nuovo calendario seguendo quello egiziano.
L'astronomo aggiustò il calendario a 365 giorni, ma per far tornare tutto correttamente l'anno 46 a.C. ebbe una durata di 445 giorni.
In onore della riforma attuata, il mese Quintilis, che passò al settimo posto, con gennaio e febbraio che finalmente occupavano i primi due, fu ribattezzato Giulio (luglio), poiché era il mese del compleanno di Giulio Cesare.
A poco a poco, dopo quel 5 ottobre 1582, tutte le nazioni aderirono al calendario gregoriano, i russi furono gli ultimi, nel 1917.