Una gita di fine estate alla scoperta della splendida abbazia di Nonantola (MO).
In una giornata di fine estate abbiamo deciso di fare una gita a Nonantola, provincia di Modena, aderendo ad un’iniziativa di un gruppo di pensionati eporediesi.
Abbazia di Nonantola vicino a Modena
Si può dire che, partecipando a questa gita e dopo aver frequentato l’anno scorso l’università popolare, siamo entrati ufficialmente nella terza età, quella che solitamente si considera l’autunno della vita, la stagione dei colori cangianti, delle sfumature tenui e delicate.
Ormai ci siamo dentro e dobbiamo saper cogliere in essa tutte le opportunità che ci offre.
Siamo partiti di primo mattino da Ivrea dove ci aspettava un pullman che, ad occhio, non sembrava munito di tutti i confort ma, tutto sommato, poteva considerarsi accettabile.
A metà strada abbiamo fatto una pausa, quella del “mi scappa la pipì” che, di fatto però, ci ha consentito di prendere un buon caffè e di rinforzare la colazione ovviamente fatta prima di partire.
Siamo arrivati a Nonantola in tempo per visitare con tranquillità l’abbazia, la principale e quasi unica meta della gita, prima dell’ora di pranzo.
Nonantola è un comune dell’Emilia-Romagna, di quasi 16.000 abitanti che fa parte dell'Unione del Sorbara e della provincia di Modena.
È situato a circa 10 chilometri dal capoluogo modenese in direzione di Ferrara, lungo la Strada Provinciale 255, denominata la "Nonantolana".
Facciata Abbazia di Nonantola
Appena scesi dal pullman abbiamo raggiunto l’abbazia di Nonantola davanti al cui ingresso ci aspettava una simpatica guida locale che, già dalla minuziosa descrizione della facciata, ha lasciato intuire la sua bravura e la sua preparazione.
L’abbazia di Nonantola fu eretta intorno all'anno 752 grazie alla donazione di un appezzamento di terreno fatta da Astolfo, re del Longobardi, al frate benedettino Anselmo per costruirvi un monastero sulla via Nonantolana che era una delle strade utilizzate dai Pellegrini per recarsi a Roma.
Al dominio dei Longobardi fece seguito quello dei Franchi di Carlo Magno durante il quale le Abbazie di tutta l’Europa conobbero un periodo di grandissimo fermento culturale.
Abbiamo scoperto dopo che di Carlo Magno sono tutt'ora conservati nell’abbazia di Nonantola tre diplomi imperiali, uno dei quali reca il suo monogramma.
Abbazia di Nonantola eretta intorno all'anno 752
Ma Carlo Magno non è l’unico illustre personaggio storico legato al nome dell’Abbazia ma se ne possono citare tanti altri come, ad esempio, Ludovico il Pio, Lotario I, Carlomanno, Ottone I, Federico I Barbarossa, Giulio II, Papa Marino, Carlo il Grosso, Matilde di Canossa, Gregorio VII e altri, tantissimi altri.
Non possiamo fare a meno di citare anche San Carlo Borromeo che fu uno degli abati commendatari che, a partire dal 1449, succedettero agli abati regolari.
I Cistercensi nel 1514 succedettero ai monaci Benedettini e vi restarono fino al 1769;
dopo il periodo napoleonico l’Abbazia diventò una vera e propria diocesi
fino a quando nel 1986 la diocesi di Nonantola e quella di Modena vennero unificate nell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola.
Crediamo che a questo punto il lettore sia più interessato a conoscere la storia artistica ed architettonica della straordinaria Abbazia di Nonantola che, a ragione, viene considerata un mirabile simbolo del Medioevo europeo.
Grazie alla disponibilità e alla bravura della guida abbiamo ammirato straordinarie bellezze artistiche e architettoniche a cominciare dalla facciata e dal portale della bellissima abbazia.
A caratterizzare la facciata a salienti sono la bifora e lo stupendo protiro con colonne che poggiano su leoni stilofori,
splendide sono anche la lunetta col Cristo benedicente
e i simboli degli Evangelisti e le formelle degli stipiti.
Sul retro della basilica abbiamo ammirato subito una delle vedute più belle dell’intera struttura abbaziale costituita
dalle meravigliose absidi romaniche, sublime esempio dell’architettura romanica,
scandite da lesene, semicolonne, bifore, monofore ed archetti pensili.
Ma abbiamo cominciato a stropicciarci gli occhi soprattutto davanti alle incantevoli bellezze nelle quali ci siamo imbattuti dopo essere entrati dentro il meraviglioso complesso abbaziale.
All'interno la basilica presenta la tipica struttura romanica a tre navate separate da due file di pilastri.
Siamo scesi alcuni gradini e ci si siamo trovati sul piano basso dove in fondo sono riscontrabili due livelli della chiesa:
il presbiterio, al quale si accede dalla grande scalinata centrale o dalle due piccole laterali,
e la cripta, in basso rispetto al piano d’ingresso.
Interno Abbazia di Nonantola, cripta e presbiterio
Alla sinistra del portale abbiamo ammirato il fonte battesimale, di forma ottagonale, che è stato rifatto nei primi anni del Novecento.
Successivamente ci siamo trovati davanti al presbiterio dove si celebrano i riti liturgici nel periodo caldo dell’anno, mentre in inverno si utilizza la cripta.
Degni di nota sono l’altare, la cattedra dell’abate e il grande crocefisso nell'arco trionfale.
In particolare la guida ha attirato la nostra attenzione verso il Crocifisso che campeggia nell'arco trionfale e siamo rimasti colpiti dal fatto che il Cristo avesse gli occhi aperti a significare la sua vittoria sulla morte.
Ci siamo spostati verso l’altare maggiore, dedicato a San Silvestro I Papa, che è il patrono di Nonantola e il santo al quale è intitolata l’abbazia.
L’opera, realizzata dallo scultore di Varese Jacopo Silla de Longhi tra il 1568 ed il 1572, presenta otto lastre di marmo bianco che illustrano alcuni episodi della vita di Silvestro e ospita le spoglie del medesimo Santo.
Molto bella ci è parsa anche la cripta che è stata costruita nel XI secolo ed una è delle più grandi delle chiese romaniche di tutta l’Europa.
All'interno dell’altare della cripta sono custodite e venerate le reliquie di sei santi tra le quali quelle dell’abate fondatore Anselmo e del papa Adriano III.
Statua di San Bernardo di Chiaravalle Nonantola
Durante la visita abbiamo avuto il privilegio di potere ammirare alcune opere d’arte di grande valore come, per citare solo quelle più importanti,
la statua in terra cotta di San Bernardo risalente al sec. XVII,
il grande affresco della scuola degli Erri che rappresenta la Crocifissione, l’Annunciazione e vari Santi,
l’imponente Crocifisso ligneo del sec. XV
e l’affresco della Madonna col Bambino di ambito ferrarese realizzato anch'esso nel XV secolo.
Il grande affresco della scuola degli Erri, Abbazia di Nonantola
Altro momento di grande interesse della visita l’abbiamo vissuto quando ci siamo trovati nella sala della reliquia della Santa Croce del sec. X la quale costituisce il cuore della sezione del Tesoro Abbaziale.
Il Tesoro Abbaziale Nonantola
Nella stessa sezione abbiamo potuto ammirare altre opere di straordinaria importanza quali la stauroteca a doppia traversa del sec. XI, il braccio reliquario di San Silvestro I papa del 1372, la cassetta reliquario dei martiri Senesio e Teopompo del sec. XII, la cassetta reliquario in avorio del sec. XII e i rarissimi sciamiti bizantini del sec. IX-X.
A questo punto la guida ci ha accompagnati nella sezione dedicata all'Archivio Storico Abbaziale dove abbiamo potuto apprezzare il diploma con il monogramma di Carlo Magno e delle bellissime pergamene tra le quali erano esposte quelle di Matilde di Canossa, Federico Barbarossa e dell’Abate Gotescalco.
Infine ci siamo diretti verso la sala dedicata ai codici medievali provenienti dallo scriptorium monastico tra i quali segnaliamo l’Evangelistario di Matilde di Canossa ascrivibile al sec. XI, il codice musicale Graduale o Cantatorio del sec. XI e l’Acta Sanctorum del sec. XI-XIII.
Abbiamo terminato la visita alla splendida Abbazia di Nonantola soddisfatti e appagati per quello che siamo riusciti a vedere e conoscere e consapevoli di avere rispettato l’esortazione del Sommo Poeta: “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”
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