Intervista a Chekos’art: la street art contro il razzismo
Chekos'art è nato nel 1977 a Lecce, nel sud Italia.
Realizza opere di street art da circa 20 anni sperimentando anche molte altre tecniche. Possiamo trovare i suoi murales in Italia, Polonia, Germania, Francia, Lussemburgo, Spagna, Cina, Indonesia, Macedonia, Albania…
Intervista con Chekos'art
D: Come street artist hai anche tu un passato fatto di incursioni notturne? Potresti raccontarci come è avvenuta questa attrazione fatale e magari un aneddoto di queste esperienze?
Chekos'art: Quando incominciai in strada non esisteva tutto l’apprezzamento che oggi molti artisti hanno, quindi era tutto fatto di nascosto. Oggi tutto è cambiato, veniamo chiamati a dipingere in pubblico.
Una delle incursioni che non dimenticherò mai fu quella in zona Lambrate, insieme a vari amici, in notturna, per disegnare un treno da capo a piedi, 12 carrozze “allTrain”.
D: Come si è evoluto il tuo modo di esprimerti sui muri cittadini?
Chekos'art: Alcune volte è la natura umana a farti evolvere senza che neppure te ne accorgi, in maniera naturale.
In ogni caso il mio modo di esprimermi è stato sollecitato da tanti fattori: dal cambiamento della società e da una crescita individuale sia personale che stilistica.
D: La street art è l'espressione artistica del futuro? E dove vedi le maggiori differenze con la mentalità che muoveva gli artisti del passato?
Chekos'art: Se sarà l’arte del futuro non posso dirlo, ma che sia contemporanea ed attuale credo che si possa dire con tutta certezza.
Penso che in fondo sia sempre la stessa mentalità a muovere gli artisti di oggi e quelli del passato…
La convinzione di voler fare l’artista, nel senso di voler creare, apportare un contributo visivo interpretando la realtà, che sia passata, presente o futura. Lasciare un segno ad ogni modo.
D: Ormai ti esprimi anche con opere di grandi dimensioni, puoi dirci in queste realizzazioni quanto entra la tecnologia moderna (computer e gli strumenti) e quanto invece la sensibilità artistica nel percepire il contesto in cui si realizzerà l'opera?
Chekos'art: Oggi abbiamo una nuova forma di realizzare murales, si usano strumenti che facilitano il processo di ideazione, composizione e realizzazione. Ovviamente parlo dell’ausilio del computer, del proiettore o della tavola grafica ecc.
In fondo però, penso sempre che l'opera finale conti molto più di come sia stata realizzata.
D: Quanto contano le tue radici territoriali in quello che anche oggi decidi di realizzare?
Chekos'art: Il mio vissuto è stato molto importante nel mio percorso artistico.
Conoscere differenti realtà, viaggiare, vivere per 20 anni a Milano mi hanno fatto capire e sviluppare differenti approcci alla vita e, naturalmente, le persone che ho incontrato in questi anni, mi hanno aiutato a maturare nel mio percorso artistico.
D: Puoi raccontarci quando hai realizzato la tua prima opera di grandi dimensioni e cosa hai provato?
Chekos'art: La mia prima opera di grandi dimensioni è stata realizzata in Polonia a seguito di un episodio di razzismo nei confronti di una famiglia indiana che abitava in un quartiere di una cittadina polacca.
Io ero lì con la mia compagna e nacque spontaneamente la volontà di dare una risposta a quest'azione razzista.
Cosi realizzai insieme ad Ania il primo grande murales antirazzista, in Polonia e probabilmente anche nel mondo.
Quello che provai era la sensazione di poter, con poco, dare una risposta così grande, ad alto impatto visivo.
D: Di recente alcuni lavori di Banksy sono stati coperti intenzionalmente da altri artisti che volevano dimostrare che la street arte è questo: espressione estemporanea senza la pretesa di durare nel tempo né di cercare nessun particolare rispetto, tu cosa ne pensi?
Cosa senti se una tua opera va perduta?
Chekos'art: Il mondo nei confronti della cosi chiamata street art è cambiato, oggi è diventata “cool”.
A me come a tanti altri non interessa se rimane l’opera oppure no, è il messaggio che si veicola nell'azione che conta.
Nella street art gli artisti restano un po' nascosti dall'opera stessa, molti dicono "bellissimo questo murales", ma poi non ne conoscono l'artista, ora però sembra che anche gli street artist sono seguiti, conosciuti e apprezzati soprattutto grazie ai social e al web, è questa la nuova dimensione dell'arte?
Chekos'art: Molti artisti preferiscono non scoprirsi perché crea curiosità tanto che il valore delle opere salgono.
I social ne amplificano la conoscenza, ed oggi direi che la street art sia una delle forme d'arte più attuale e giovane dei nostri tempi.
D: Quali sono i tuoi progetti futuri?
Chekos'art: Non ho mai progetti futuri, vivo giorno per giorno, in base a dove mi porterà il mio karma, lascio che le cose si muovano da sole.
Foto gentile concessione di Chekos’art dal sito 167bstreet. com