Tre poesie di Bertolt Brecht e alcune parole inopportune
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Tre poesie di Bertolt Brecht: La guerra che verrà, Quelli che portano via la carne dalle tavole e Al momento di marciare molti non sanno e una biografia breve.
Biografia breve di Bertolt Brecht
Bertolt Brecht (Eugen Berthold Friedrich Brecht) nacque ad Augusta, in Germania, il 10 febbraio 1898.
Fu drammaturgo e poeta, uno degli scrittori più influenti del XX secolo, un prototipo di intellettuale rivoluzionario che cercò di decifrare la realtà attraverso l'arte.
Ribelle sin dalla sua gioventù, studiò medicina e nel corso della prima guerra mondiale servì come infermiere. Questa esperienza gli ispirarono alcune poesie che in seguito portarono alla sua inclusione nella lista nera di Hitler.
Fu un deciso oppositore della mentalità borghese della sua famiglia che espresse in tutta la sua letteratura come stile di vita.
Le sue prime influenze letterarie furono derivate dall’espressionismo, ma tutto il lavoro di Brecht era completamente legato alle ragioni politiche e storiche in cui viveva.
Nel 1933, dopo l'arrivo di Hitler al potere, dovette lasciare la Germania, fu privato della nazionalità tedesca, e, dopo aver viaggiato attraverso diversi paesi in Europa, andò in esilio in California.
Nel 1947, dopo la prima di "Galileo", fu sottoposto ad un processo da parte del Comitato per le attività antiamericane che, sebbene non ebbe gravi conseguenze per lui, lo spinse a lasciare gli Stati Uniti.
Nel 1948 tornò nel suo Paese, stabilendo la sua residenza a Berlino Est, dove creò una compagnia teatrale, il Berliner Ensemble, in cui lavorò con la moglie. Morì a Berlino il 14 agosto 1956.
Le tre poesie di Bertolt Brecht
Quelle che seguono sono tre poesie del drammaturgo e poeta tedesco sulla guerra, ma, direi, non solo. La prima, La guerra che verrà, è su tutte le guerre e comunque vuole far capire, prima che una nuova cominci, che non ci saranno vincitori fra quelli che vi parteciperanno (solo fra chi le proclama).
La seconda delle tre poesie di Bertolt Brecht, Quelli che portano via la carne dalle tavole, potrebbe far pensare, nei nostri recentissimi tempi, anche alla nostra interminabile crisi economica, a chi si richiedono i sacrifici? Chi non ne fa invece?
L’ultima delle tre poesie di Bertolt Brecht, Al momento di marciare molti non sanno, sembra tornare a parlare solo di guerra, ma in realtà non è cosi.
È rivolta alle persone che avvallano con il loro consenso, magari anche nelle urne, delle decisioni in modo obbediente e inconsapevole.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width="1/3"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width="2/3"][vc_column_text]Ci sono delle parole che sono spesso state considerate una poesia di Bertolt Brecht, in realtà non lo sono (appartengono, trascritte in vari modi, al pastore luterano e teologo tedesco Martin Niemöller), ma hanno una tale forza che comunque dovremmo conoscerle per rifletterci.
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Pensiamo che queste parole, come a quelle delle tre poesie di Bertolt Brecht, e il ragionamento conseguente non potrà essere che se non si prendono posizioni contro le proposte sbagliate di chi ci governa, poi le conseguenze non potranno che essere quelle delle liriche del drammaturgo e poeta tedesco.
Le nostre opinioni dobbiamo esprimerle e farle valere e per questo ci sono i momenti opportuni e quelli inopportuni.
Esprimerle al momento opportuno vuol dire votare, ad esempio. Certo ci sono anche i momenti inopportuni per manifestare le proprie idee, anche questi momenti non dobbiamo farci mancare.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width="1/3"][/vc_column][/vc_row]