Trophime Bigot il Maestro della candela
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Per molto tempo una serie di quadri notturni, non conoscendo il nome dell’artista, furono definiti opera del Candlelight Master (Maestro della candela o Maître à la chandelle).
San Francesco d’Assisi in preghiera ne è un esempio.
Inizialmente questo quadro fu attribuito a George de La Tour in un momento in cui al pittore alsaziano, che usciva dall’oblio dei tempi, venivano riconosciute molte opere.
Molti critici hanno raggruppato alcune opere stilisticamente coerenti sotto l’etichetta anonima di Candlelight Master e il San Francesco d’Assisi in preghiera fu una di queste.
Il Santo è illuminato solo dal chiarore di una candela la cui luce, sapientemente rappresentata, delinea tutti gli oggetti e li lega fra loro.
Del maestro che fece il dipinto, come per altre opere, si è poi identificato il nome in Trophime Bigot, ma questo non ha cancellato le moltissime lacune storiche.
Si sa che Trophime Bigot, il Maestro della candela, nacque ad Arles nel 1579.
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width="1/3"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width="2/3"][vc_column_text]Dopo una prima formazione locale, tra il 1600 e il 1605, come di prassi per gli artisti del tempo, fece il suo viaggio a Roma per perfezionarsi e confrontarsi con i migliori artisti europei.
Il soggiorno romano di Trophime Bigot è collocato dall’inizio degli anni Venti del Seicento al 1634.
Viene da immaginare che in questo periodo, il pittore, abbia subito come e più di altri la suggestione caravaggesca.
Se molte delle sue opere furono attribuite a Honthorst, tanto da far pensare che sia stato nel suo seguito se non addirittura nella sua bottega, è altrettanto evidente la costante ricerca del contrasto fra luci e ombre e le nature morte affiancate a figure umane molto realistiche.
Di molte opere attribuite a Candlelight Master resta da identificare il vero nome dell’artista, e se alcune ormai sembrano di Trophime Bigot questo è stato solo rinviare i dubbi su un altro personaggio.
Ad esempio alcuni lavori a sua volta attribuiti per coerenza stilistica a Bigot sono risultati il frutto di una commissione eseguita da un certo Mastro Jacomo per alcuni un pittore italiano, per altri Jacques Casell.
Il biografo degli artisti Joachim von Sandrart si riferiva ad un pittore che lavorava in Linguadoca e che era specializzato in dipinti notturni.
Ancora una volta un indizio che conduce a Trophime Bigot, che nelle sue opere conosciute manifestava l'influenza della pittura, certo di Caravaggio, ma anche di Gerrit van Honthorst e di Carlo Saraceni.
Nel 1634 è documentato che Trophime Bigot fosse tornato di nuovo ad Arles e poco dopo si fosse stabilito ad Aix-en-Provence.
Dopo i cenni storici su questo misterioso pittore si diradano e di Trophime Bigot, il Maestro della candela, si sa solo che le sue opere, di un vigoroso realismo e dai colori caravaggeschi, erano richieste in tutta la Provenza.[/vc_column_text][vc_btn title="Potrebbe interessarti anche: Francis Picabia biografia di una vita in viaggio" color="white" link="url:https%3A%2F%2Fcaffebook.it%2F2017%2F11%2F06%2Ffrancis-picabia%2F|title:Francis%20Picabia%20biografia%20di%20una%20vita%20in%20viaggio||"][vc_btn title="Se ti piacciono i nostri articoli senza banner, seguici anche su Facebook" link="url:https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FCaffeBook.it%2F|title:Caff%C3%A8Book||"][/vc_column][vc_column width="1/3"][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width="2/3"][vc_column_text]
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