I resti di una civiltà di 1 milione di persone nella foresta Amazzonica
La deforestazione minaccia di distruggere la foresta Amazzonica, ma questa volta è stata la chiave per una scoperta archeologica sorprendente.
1 milione di persone nella foresta Amazzonica
Grazie a immagini satellitari di aree in cui non sono rimasti praticamente alberi, un gruppo di archeologi dell'Università di Exeter nel Regno Unito ha scoperto i resti di 81 villaggi che, tra il 1250 e il 1500 d. C., erano abitati dalle 500.000 al milione di persone.
La recente scoperta è avvenuta nel sud dell'Amazzonia, nello stato brasiliano del Mato Grosso.
Un aspetto interessante della scoperta è che questi insediamenti sono lontani dai fiumi principali e questo mette in discussione l'idea che le maggiori popolazioni precolombiane di questa regione si trovassero solo attorno alle grandi sorgenti d'acqua.
Fino a pochi anni fa era stato stimato che, prima della colonizzazione, nei circa 5,5 milioni di chilometri quadrati dell'Amazzonia vivessero approssimativamente 8 milioni di persone.
Questa scoperta, tuttavia, suggerisce che in appena 2.000 chilometri quadrati potessero risiedervi in media 750.000 persone.
L'archeologo Jonas Gregorio de Souza ha dichiarato agli intervistatori: "Questo è solo un altro tassello nel puzzle dell'Amazzonia",.
"Ci sono regioni dell'Amazzonia dalle quali praticamente non si sa nulla, quindi questi risultati ci aiutano a capire meglio le popolazioni che vivevano lì e come si relazionavano con il paesaggio".
Il recente studio pubblicato dagli archeologi (martedì, 27 marzo 2018 sulla rivista scientifica Nature Communications) ha portato molti nuovi dati che cambieranno le convinzioni che comunemente abbiamo sull’Amazzonia.
Le prime ipotesi su queste culture fa pensare che combinassero l'agricoltura su piccola scala con la gestione di alberi da frutto, come castagne e varietà di palme.
I resti di una civiltà in geoglifi a forma di cerchi, quadrati ed esagoni
Dall'alto, ciò che attirò l'attenzione dei ricercatori furono i geoglifi, che sono fossati scavati nella terra sotto forma di figure geometriche come cerchi, quadrati ed esagoni.
Generalmente queste forme regolari segnalano il lavoro dell’uomo per delimitare i villaggi, con fortificazioni, o per predisporre dei centri cerimoniali.
Si trovano precisamente nella depressione dell'Alto Tapajós, a nord est del Mato Grosso (Brasile) e 24 di questi luoghi sono stati individuati attraverso le immagini satellitari. Le scoperte hanno impressionato maggiormente per le dimensioni dei villaggi e del numero di abitanti che vi potevano risiedere.
Il gruppo di archeologi dopo aver visto i geoglifi nelle immagini aeree ha visitato su campo anche le vestigia dei villaggi precolombiani e dai loro calcoli è emerso che vi potevano vivere fino a un milione di persone circa 800 anni fa.
I ricercatori hanno rilevato anche quello che si conosce come terra preta (o terra nera), un tipo di terreno molto fertile presente nell’Amazzonia, che si forma in luoghi in cui le popolazioni vi si erano insediate per lungo tempo.
Durante gli scavi, hanno trovato i resti di una civiltà che produceva ceramiche e oggetti come asce fatte con pietra scolpita.
Prima, insediamenti simili erano già stati trovati centinaia di chilometri a est e ad ovest di questi villaggi.
Inoltre, alcuni resoconti storici menzionavano che questa zona era popolata, il che induce gli esperti a pensare che non si trattasse di villaggi isolati, ma di un corridoio continuamente abitato da varie culture.
Per de Souza questi insediamenti aprono una strada molto importante non solo dal punto di vista archeologico. Per il ricercatore "Continuare a indagare su queste culture ci permetterà di imparare come si sostenevano le grandi popolazioni in armonia con il territorio", dice.
Il proseguire con ulteriori ricerche e scoperte, de Souza spera non dipenda in futuro dalla deforestazione.