Intervista con l’artista Paul Gauguin i viaggi e il mare

Amici lettori di CaffèBook (caffebook .it) bentornati al nostro appuntamento di questa metà di primavera che sa tanto d'estate, oggi intervisteremo per voi un artista francese, Paul Gauguin e con lui parleremo di viaggi, di mare e di libertà.

È un giramondo, un eclettico viaggiatore dell'arte e non potevo fare altro che invitarlo a fare un giro per parlare della sua arte su una mongolfiera. Lui ancora non lo sa, gli ho dato appuntamento in Piazza Navona vicino alla fontana dei quattro fiumi del Bernini di fronte alla chiesa di S.Agnese in Agone del Borromini. La mongolfiera è parcheggiata sulla strada sampietrinata ed è un omaggio del nostro sponsor che ce l'ha concessa in cambio di un autografo di Gauguin, eccolo lo vedo arrivare, sta mangiando un gelato.

- Signore e signori, Paul Gauguin.

- Ciao Paul benvenuto.
- Ciao Walter scusami mi sono fermato a prendere un gelato.
- Oh nessun problema puoi finirlo mentre ci facciamo una chiacchierata.
- Sì, ottimo questo gelato è stata una  buona idea avermi dato appuntamento in questa splendida piazza, toglimi una curiosità, che mi dici della rivalità di Bernini con Borromini, tu che ne pensi?
- Paul sono solo leggende metropolitane lontane dalla realtà. È un pò come Totti contro Del Piero oppure Rivera contro Mazzola o don Camillo contro Peppone: in verità erano grandi amici.

- Ho qualche dubbio, comunque dimmi una cosa ma questo pallone colorato che cos'è?
- È il nostro mezzo di trasporto per oggi, tranquillo vola a bassa quota.
- Ma sei pazzo, io sono un uomo di mare non voglio mica svolazzare in aria!
- Dai quando atterriamo andiamo a prenderci un altro gelato.
- Allora và bene, ma facciamo presto.
Saliamo a bordo, salutiamo Bernini e Borromini e ci alziamo in volo.
Paul mi hai detto che sei un uomo di mare.  

Dico sapendo di come siano inseparabili in Gauguin viaggi e il mare.

- Tieni presente che avevo poco più di un anno quando passai  lunghi mesi in mare su una nave diretta dalla Francia in Perù, quindi immagina un ragazzino come me in Sud America a contatto con un mondo che profumava di mare e di calore umano.

Il mare è come una seconda pelle te la senti addosso e fa parte di te stesso. Il tuo sguardo è fissato sulla linea dell'orizzonte verso l'infinito e tutto il resto non conta quindi appena mi fu possibile mi arruolai in marina militare. Ero troppo giovane per capire l'assurdità dei conflitti armati fra nazioni e finita la guerra tornai a Parigi, divenni artista per caso.

- Paul, che c'azzecca un marinaio con l'arte?

- E me lo domandi a me? Tutto è dipeso dalle circostanze, dagli incontri, dal destino e sotto, sotto da quello che avevo dentro di me, forse un desiderio di calmare il mio vagare per il mondo. Dipingere fu solo un caso e mi accorsi che sapevo anche farlo bene.

È tutta questione di porsi davanti ad un tela come l'essere su una spiaggia di fronte al mare e poi sognare. Ecco! Dipingere era un ottimo strumento per rappresentare un sogno. Il profumo della materia utilizzata che mi entrava nel naso, pur essendo differente dalla salsedine, giungeva nel cervello come una miscela esplosiva. Mi appassionava al punto che, attraverso le tonalità di colore, vedevo un mare dove tuffarmi. Quest'amore marino mi faceva tracciare segni netti senza paura e la linea tracciata con il pennello era la stessa del mare senza fine, ai confini del mondo. Ero proprio un vecchio lupo di mare così coraggioso e sicuro di me che non ebbi problemi ad entrare in contatto con artisti già svezzati e poi gli impressionisti.

- Gli Impressionisti un grande movimento. - Chiedo a Paul Gauguin aspettandomi la sua risposta franca.

- Sì, ma io amavo la libertà e forse, lo ammetto, non avevo un carattere molto socievole. Accettavo l'amicizia ma ero anche scaltro a pensare a me stesso. Non potevo definirmi un egoista ma fra me e loro c'era una diversa concezione, un modo diverso di respirare, hai capito che intendo dire?

- Questione di feeling?

- Sì, o per meglio dire, io amavo la mia libertà. Loro erano troppo chiusi nei loro schemi, io vedevo la realtà con i miei occhi: loro la dipingevano pensando di più alla tecnica. Me ne distaccai anche perchè in quel momento storico le cose in Europa non andavano affatto bene e così andai un po' in giro a cercare fortuna: tenevo pure famiglia eh!

Infatti arrivò l'occasione di guadagnare qualche soldo partendo per Panama e, lo ammetto, il richiamo del mare era sempre troppo forte. Da lì poi il viaggio in Martinica che mi diede nuova ispirazione per dipingere. Ma finiti i soldi, mi inbarcai su una nave come marinaio e tornai ancora a  Parigi.

- Che cosa ti rimase del viaggio in Centroamerica? 

- Un nuova luce che mi illuminò la mente. Dimenticai gli impressionisti che mi sembravano già vecchi. Avevo visto nuove forme e nuove sonorità, ormai ero diventata un altra persona. La mia pittura era più semplice, naturale, spontanea: colori netti, privi di sfumature e mi piaceva giocare con i contrasti fra le forme.

- Non funzionò neanche in campagna con Van Gogh.

 

Paul Gauguin viaggi

Articolo Intervista con l’artista Paul Gauguin viaggi e il mare di Walter Festuccia

- Sì avevo conosciuto il fratello Theo, grande competente e appassionato d'arte. Credeva molto in me e anche Vincent era un caro amico. Ma la mia sete di libertà era superiore alla sua. Logicamente era un grande artista. I più grandi sono quelli veri, quelli silenziosi di poche parole, quelli meno furbi. Io amavo la libertà e mi guidava l'istinto; e poi l'aria di campagna con i suoi profumi erano troppo distanti dal mio mare. Così, come un lampo in un temporale estivo, partii. Il tempo di trattare alcune cose a Parigi e poi via verso la Bretagna.

- Era l'inizio di una nuova vita?

- In un certo senso si, ormai avevo la spinta giusta per osare. Ora il mio modo di intepretare il colore era solo mio. Scusami se insisto su un concetto: hai idea di che cosa sia la libertà?

- Certo, proprio come noi due ora, in mezzo al cielo su questa mongolfiera,

- Già, proprio così, ma la libertà ha un prezzo. Avevo scoperto il nuovo e alla vista degli altri la mia pittura non venne capita. Chissà, forse, mi avevano scambiato per un povero pazzo che non sapeva amalgamarsi allo stile degli altri artisti. C'era un pò di presunzione, secondo me, parevano non avere più nulla da imparare.

La libertà ti dà la possibilità di avere altri punti di vista, di viaggiare con la fantasia. I miei colori, apparentemente piatti, erano pieni di calore e profumavano di vitalità moderna. Volevo farli saltare fuori dalla tela senza farmi condizionare dalla pura tecnica: questa era la mia legge. Ero geniale ma selvaggio! Tutti si accorsero delle mie idee fuori dalla normalità e così, fregandomene di tutto e di tutti, mollai gli ormeggi della mia vita e dopo 65 giorni di navigazione arrivai a Thaiti. La mia furbizia da vecchio lupo di mare mi aveva da dato il modo di ricevere da amici influenti il riconoscimento ufficiale per potermi trasferire in missione artistica a Papeete. Credo che molti furono contenti di non avermi fra i piedi... Walter a questo punto la storia diventa complessa.

- Già posso immaginarlo.
- Hai da fumare?
- Veramente non ho mai fumato.
- Hai ragione il fumo nuoce gravemente alla salute e io ne so qualcosa.
- Thaiti, Papeete, terre così lontane.

- Sì, così lontane dall'Occidente ma così vere. Nonostante in vita mia avessi viaggiato tanto non avevo mai visto nulla di simile e ne rimasi così affascinato da sentire dentro la testa uno stato di confusione e poi finalmente un sentimento di liberazione. Solo lì ho capito tutto.

Una terra con tradizioni primitive e incomprensibili per noi oltre oceano ma nella loro semplicità migliori di noi. Mi hanno aperto gli occhi facendomi cancellare una parte di me e scoprire la mia vera essenza per ricongiungermi all'eternità e anche in questa occasione il mio amico più fedele e inseparabile rimaneva il richiamo del mare. Senti Walter, che ne dici se con questa mongolfiera attraversiamo il Mediterraneo e andiamo a prendere un caffè da Picasso? Credo che me lo deve perchè da me ha imparato qualcosa di importante.

- Paul certo che ti dico di sì, amici lettori io e Paul Gauguin andiamo a prenderci il caffè a casa di Pablo Picasso, se volete potete seguirci con la fantasia e poi ritorneremo su CaffèBook ( caffebook .it) per la prossima intervista con l'artista di turno, sarà un piacere rincontrarvi.

Articolo Intervista con l’artista Paul Gauguin viaggi e il mare di Walter Festuccia