Ieri e oggi: il lavoro manuale come forma di riscatto

Nel mondo... nel nostro mondo esistono anche cose belle, non tutto è cattiveria e buio. Una cosa molto bella può essere rappresentata da una giornata trascorsa con un compagno di classe.

 

Il muratorino è uno degli episodi del libro Cuore che di più colpisce i sentimenti dei lettori.

L’autore si avvicina con sensibilità e delicatezza alle problematiche degli operai, di coloro che si sacrificano per mandare i figli a scuola e preparare per loro un futuro migliore.

Anche se siamo nell’800, in questo episodio si nota la concezione solidaristica dei rapporti tra fra le varie classi sociali e si evince, altresì, la grande impronta educativa e pedagogica che è valida anche nella nostra odierna società.

Nel racconto viene descritta una bella giornata trascorsa a casa di Enrico ( il protagonista, ragazzino borghese che andrà avanti negli studi) che ha invitato un suo compagno di classe, Antonio Rabucco chiamato “il muratorino”. De Amicis si accosta quasi con “affetto” al personaggio di Antonio Rabucco di otto anni, detto il “muratorino” perché figlio di un muratore. Si tratta di un ragazzino un po’ timido ma buono e divertente. In molte occasioni fa “il muso di lepre” facendo ridere a crepapelle i suoi compagni.

 

Quando i due ragazzini si misero a giocare con dei legnetti si instaurò tra loro un clima di fiducia e il dialogo nacque spontaneo. Il “muratorino” parlò a lungo della sua famiglia. Non era facile la vita per loro, abitavano in una soffitta e il padre frequentava la scuola serale per imparare a leggere. Nonostante ciò si avvertiva in questa famiglia una spinta propulsiva al miglioramento e lo dimostrava il fatto che i genitori mandavano il figlio a scuola anche se dovevano affrontare dei grossi sacrifici economici.

Quando si è amati e si è capaci di amare, quando non si fanno sogni irrealizzabili (ma ci si accontenta di fare il muso di lepre per divertire) quando la povertà è dignitosa si viene bene accolti dagli altri, allora come oggi.

 

Dopo la merenda del pomeriggio il papà di Enrico non volle che fosse pulita la spalliera del sofà che il “muratorino” aveva sporcato, fece un cenno con la mano al figlio e pulì di nascosto.

È da notare la sensibilità del padre di Enrico che, con delicatezza, pulisce di nascosto la spalliera per non umiliare il ragazzino.

Mi piace molto ciò che scrisse il padre nella lettera.

Quello che si fa lavorando non è sudiciume. Non dire mai a un operaio che è sporco. Non è sporco perché nei suoi vestiti ci sono le tracce del lavoro”.

In questo racconto l’autore mette in risalto il valore del lavoro manuale. Considera un ideale superiore che vede nel lavoro dell’operaio un valore più nobile riconoscendogli la peculiarità ad avere anche aspirazioni e bisogni morali e sociali. Tutto ciò deriva dal “cuore socialista” e umanitario di Edmondo De Amicis che mette al centro la questione sociale, l’uguaglianza e la solidarietà tra gli uomini. Si può affermare che questo scrittore è stato un precursore dei tempi.

Mi piace citare un suo pensiero: ” L'uomo che pratica una sola classe sociale, è come lo studioso che non legge altro che un libro”.

 

 

(per le foto si ringrazia Angolo della Memoria, Enzo Geronimo, Lorenzo Durso)