Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia testo e video

Al Festival di Sanremo nel 1981 una giovanissima Fiorella Mannoia cantava Caffè nero bollente sfidando una serie di preconcetti abituali sul palco più famoso della canzone italiana.

Certo la canzone scritta da Mimmo Cavallo e interpretata con grinta dall'esordiente (nel senso che era la sua prima volta al Festival) cantante romana non era la prima a parlare di autoerotismo femminile.

Gianna Nannini con la canzone America, scritta insieme a Mauro Paoluzzi, aveva già scandalizzato il pubblico più bigotto e le aveva permesso di raggiungere una buona notorietà.

La cantante senese aveva cantato:

...E allora accarezzo la mia solitudine
Ed ognuno ha il suo corpo
a cui sa cosa chiedere
Chiedere, chiedere, chiedere…

Da America Gianna Nannini

E Fiorella Mannoia rispondeva con:

...Ma io come Giuda
So vendermi nuda
La strada conosco
Attirarti nel bosco
Attirarti nel bosco, attirarti...

da Caffè nero bollente Fiorella Mannoia

Testo di Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia

Testo di Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia
Testo di Caffè nero bollente di Fiorella Mannoia

Si deve comunque considerare che, in Italia, era un momento di rivoluzione culturale molto intenso e vivo con molti grandi cantautori che proponevano temi sociali nei propri testi.

A dirla tutta Lucio Dalla, già nel 1977, aveva pubblicato Disperato erotico stomp all'interno dell’album Come è profondo il mare: un testo che, in quanto ad autoerotismo, lasciava alla fantasia e ai doppi sensi molti spazi in meno di quelli presenti nei testi delle due cantanti.

In seguito Fiorella Mannoia a proposito di Caffè nero bollente avrebbe dichiarato:
“Quello è un periodo molto lontano e che io certamente non rinnego anche se non mi sento ancora pronta a portare sul palco quelle atmosfere. Quando ho iniziato a cantare ero giovanissima e non riuscivo a capire molto bene cosa succedeva intorno a me, non c'erano progetti precisi”.

Chiaramente la canzone era arrivata una fase della vita di Fiorella Mannoia in cui non aveva ancora maturato la determinazione e la consapevolezza nella scelta dei brani che desiderava interpretare perché trasmettevano quello in cui credeva.

Tuttavia nel 2009, nell'album Ho imparato a sognare la cantante romana ripropone la canzone insieme a cover di altri autori come: Le tue parole fanno male di Cesare Cremonini, E penso a te di Lucio Battisti, Mimosa di Niccolò Fabi, C’è tempo dell’immancabile Ivano Fossati.

Della canzone di Fiorella Mannoia e di quel testo all'epoca “scandaloso”, il senso che oggi rimane più chiaro e il tentativo di emancipazione di una donna da un uomo che la ignora: una canzone sotto certi aspetti femminista che vuole spingere le donne a rispettarsi.

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Foto da Wikipedia, elaborazione CaffèBook