Qi Baishi espelle L’urlo di Munch dalle 20 opere più costose del mondo
Una serie di 12 dipinti di paesaggi del famoso pittore cinese Qi Baishi (1864-1957) è stata venduta all'asta a Pechino per 931 milioni di yuan (120 milioni di euro), e questo l’ha resa l'opera d'arte più costosa della storia cinese, secondo il quotidiano ufficiale China Daily.
La serie “12 paesaggi”, venduti domenica (17-12-2017) dalla Casa d’Aste cinese Poly, specializzata nell'arte e nell’investimento immobiliare, entra a far parte del ristretto club delle 20 più costose opere d'arte a livello globale e ne espelle una delle versioni de L'urlo (titolo originale: Skrik), la famosa opera dell'espressionista norvegese Edvard Munch.
L’urlo di Edvard Munch, era stato venduto per 119,9 milioni di dollari il 2 maggio 2012 da Sotheby's a New York.
Un club, quello delle opere più costose al mondo vendute all’asta pieno di nomi e opere veramente eccezionali come:
il 'Salvator Mundi' di Leonardo da Vinci, venduto per 450,3 milioni di dollari,
il Donne di Algeri (Le femmes d'Algers), versione "O" di Pablo Picasso venduto per 179,4 milioni di dollari venduti da Christie's a New York
o il quadro Numero 17A, di Jackson Pollock acquistato per 200 milioni di dollari (176,57 milioni di euro) dall'investitore Kenneth Griffin alla David Geffen Foundation ed in prestito all'Art Institute di Chicago
L'offerta è iniziata a 450 milioni di yuan (68 milioni di dollari, 58 milioni di euro), un prezzo che è alla fine è più che raddoppiato grazie all'offerta finale di un acquirente il cui nome non è stato ancora rivelato e che ha presentato la sua offerta per telefono.
Il prezzo finale, il primo nell’arte arte cinese a superare i 100 milioni di dollari (85 milioni di euro), ha battuto il record un altra opera dello stesso Qi Baishi stabilì nel 2011, quando il suo lavoro "Aquila in posizione verticale su un pino" fu venduta per 55,6 milioni di euro in un'asta della China Guardian Auctions.
La serie di 12 paesaggi verticali, tutti alti 1,8 metri, fu dipinta da Qi nel 1925 e segue i canoni degli acquerelli tradizionali del paesaggio orientale.
Dati dall'artista a un amico medico a Pechino, i dipinti avevano cambiato proprietà diverse volte, restando però sempre nelle mani di collezionisti privati.