Come al solito Koiciro è in ritardo. La sessione sarà già iniziata. Vabbè aspetteranno, d’altronde ormai lo conoscono, e poi il Maestro è sempre l’ultimo ad arrivare.
Appena entra in studio gli viene incontro Yumi, la segretaria.
– Maestro Tamano, ben arrivato! Sono tutti già nella Live Hall che la attendono.
– Hanno già impostato Mari?
– No, aspettano lei per quello.
– Bene. Potrei avere uno dei suoi splendidi tè? Chieda anche agli altri se ne vogliono.
– Già fatto, hanno scelto un medio tostato Hojicha. Lei cosa preferisce?
– Mi prepari un bianco King Peony. Infusione non più di 2 minuti ed acqua massimo 70°.
– Stia tranquillo. Si accomodi, glielo porto subito.
Koiciro entra in studio e dal vetro di separazione con la Live Hall vede la squadra dei tecnici della Cybernetics Entertainment al completo.
– Sono venuti proprio tutti – pensa tra sé mentre li saluta con la mano.
Dalla sala gli rispondono con un piccolo inchino. Si toglie il cappotto e la sciarpa. Oggi Tokyo è più fredda del solito.
Esce dallo studio e li raggiunge.
– Buonasera Maestro, è un onore averla con noi! – e gli inchini si ripetono ancora verso di lui, Mari compresa.
– Buonasera, l’onore è il mio – e ricambia l’inchino.
Poi si rivolge a Mari – È un piacere conoscerla. È pronta per la performance?
– Maestro Tamano, ricambio il piacere. Sono qui per stupirla, positivamente spero. Non vedo l’ora di interpretare la sua composizione – gli risponde lei con una voce che tradisce una leggera frequenza sintetica.
Koiciro le sorride, poi prende in disparte Sugiura, il direttore di produzione.
– Che mi dice di questo nuovo prototipo? È affidabile?
– Maestro, Mari rappresenta il meglio della ricerca robotica della C.E. Vedrà, ne rimarrà piacevolmente sorpreso.
– Mi ci è voluto più di un anno per arrivare ad un risultato che centrasse tutti gli obiettivi prefissati dal cliente. Non vorrei aver lavorato inutilmente.
– Non abbia timore, quando le macchine ascolteranno la sua musica ci sarà un beneficio sia sulla produzione sia sulla manutenzione. Siamo molto fiduciosi. Il suo lavoro e la voce di Mari saranno una solida conferma alle nostre speranze.
– Allora non resta altro che procedere.
Nel frattempo è arrivata Yumi con il tè. Koiciro la raggiunge in studio.
– Potete caricare i file musicali su Mari – le dice con un sorriso di ringraziamento per il tè che lei gli sta versando nella sua solita piccola coppa personale di finissima porcellana – qui c’è l’intera sessione – continua porgendole il suo telefono portatile.
– Mi scusi per l’attesa Maestro, ma il nostro bollitore ha appena smesso di funzionare. Ho dovuto ricorrere al vecchio pentolino– poi chiama Yuuki, l’ingegnere di studio, col quale si dirige nella Live Hall.
Yuuki invia i file a Mari la quale si blocca per un istante, chiude gli occhi e con un leggero movimento della testa fa cenno che è pronta. Yuuki le posiziona il microfono proprio di fronte, le porge degli auricolari specifici per le sue orecchie ed invita gli altri ad uscire. Abbassa un po’ le luci e chiude la porta di separazione tra le sale.
L’atmosfera in studio è tesa. Un misto tra curiosità ed ansia. È la prima volta che si realizza un prodotto simile e gli interessi in ballo sono molti. Se il tentativo dovesse fallire ci sarebbero forti ripercussioni su tutto il settore, soprattutto su quello della ricerca sonora sintetica dei robot. Ognuno dei presenti ne è ben consapevole. L’unica tranquilla sembra Mari. Dall’altra parte del vetro li guarda immobile, aspettando il suo momento per cantare.
Yuuki fa partire la musica, ed un morbido tappeto di archi appena accennato esce dalle casse dello studio diffondendosi nella sala. Dei corni inglesi danno un lieve ritmo ed un oboe delinea la melodia.
Poi Mari inizia. La sua voce si percepisce appena, le sue frequenze sono su un registro molto alto e la sua interpretazione è intensa e meccanica al tempo stesso. Non canta parole, ma emette solo suoni, più che una voce sembra uno strumento. L’effetto è strano, inaspettato, ma alla fine bello e coinvolgente. Nello studio tutti ascoltano sorpresi, rivolgendo sguardi di ammirazione sia a Koiciro sia a Mari, che, dall’altra parte del vetro continua a cantare ad occhi chiusi.
La registrazione scorre via fluida ed appena finita in studio scoppia spontaneo un applauso. Koiciro si alza sorridendo soddisfatto. Tutti gli si fanno intorno per stringergli la mano e complimentarsi con lui.
Bravo Maestro!
Una composizione meravigliosa!
Sarà un successo sia per le macchine sia per la critica!
Yumi va a cercare Mari nella Live Hall per permettere anche a lei di ricevere le congratulazioni di tutti.
Koiciro è il primo a parlare – Sono veramente entusiasta della sua interpretazione.
Il robot accenna il suo sorriso sintetico – Grazie Maestro! Sono molto felice che le sia piaciuta – per assurdo sembra emozionata anche lei.
Sugiura con occhi scintillanti porge la mano a Mari che la stringe appena con le sue fredde dita. Poi invita Koiciro a seguirlo. I due si accomodano nella sala relax dello studio.
– Maestro Tamano, siamo in procinto di realizzare una nuova forma di musica, un evento senza precedenti, una vera e propria rivoluzione culturale di cui lei è senza dubbio il principale artefice!
– Non esageri Sugiura – si schernisce Koichiro – Anche se riconosco di essere orgoglioso di questo progetto. All’inizio ero un po’ scettico per il genere e soprattutto per l’applicazione che ne veniva fatta. Scrivere per le macchine mi sembrava folle ed inutile. Ma col tempo ne ho capito l’utilità, trovando alla fine anche una vera forma artistica.
– Non c’è dubbio! Lei è riuscito a dar vita ad un’idea valida sia per i robot sia per gli uomini. Un miracolo…siamo così felici di aver scelto lei. Quanto pensa che ci vorrà per avere il prodotto finito?
– Un paio di giorni. Il tempo che Yuuki faccia il mix e poi lo masterizzi.
– Sa, c’è molta attesa. La produzione non vede l’ora di testarlo. La sua musica oltre a far raddoppiare la produzione dei robot farebbe risparmiare tanti soldi sui costi di manutenzione. Parlando di soldi, mi permetta di consegnarle l’assegno per...
– Sugiura, la prego! Yumi le darà le mie coordinate bancarie. Aspetti almeno che le consegni il brano…
– Maestro insisto!
E con fare deciso porge la busta con l’assegno a Koiciro, il quale riluttante alla fine la ripone nella tasca interna della giacca.
I due raggiungono gli altri in studio intenti a riascoltare la registrazione. Tutti hanno in mano dei bicchieri con dello Champagne, meno Mari ovviamente.
C’è un’aria di eccitazione dovuta anche all’allentarsi della tensione accumulata in quei giorni.
Koiciro chiama Yuuki a sé – Non c’è bisogno di farla ricantare. Tanto il robot farebbe sempre la stessa interpretazione. Quindi procedi col mix ed il Master.
– Non dubiti, in un paio di giorni avrà il definitivo.
Poi rivolgendosi a Mari – Mia cara vedrà, avremo ancora molto lavoro da fare insieme.
– Lo spero Maestro, non vedo l’ora – risponde lei col suo solito sorriso.
Poi alzando la voce – Signore e signori sono costretto a lasciarvi. È stato un piacere ed un onore lavorare con voi!
Tutti si voltano verso di lui e gli ricambiano il saluto.
Koiciro si affretta ad uscire – Meno male – pensa tra sé – È andato tutto bene, meglio di quello che pensassi, ed è pure stato breve! Questi stupidi robot con quelle voci oscene… anche se Mari effettivamente ha fatto il suo dovere.
Poi tira fuori dalla giacca la busta con l’assegno. Una cifra che val bene la pena di questo pietoso compromesso. D’altronde si lavora sempre meno, ed il progetto della C. E. è arrivato proprio al momento giusto. La moglie, l’amante, la casa, il mutuo per la scuola privata di sua figlia. Ma ora con questa iniziativa si aprirà una nuova era, con lui come unico ideatore. Non potranno più fare a meno del suo talento. Chissà, forse avrà anche un posto nella Storia della musica moderna.
Entra in macchina. Cerca di accenderla ma, come al solito, è costretto a provare più di una volta. Alla fine parte e lentamente si infila nel caos del traffico di Tokyo. Prima o poi dovrà cambiarla. Dopo stasera più prima che poi. Dalla radio la sua stazione preferita trasmette la sinfonia n° 3 di Brahms…
– Koiciro, Koiciro …! Svegliati! Sono già le 10:00! Ha appena chiamato il signor Sugiura, si scusa di averti disturbato a casa, ma ha detto di richiamarlo appena puoi, a quanto sembra è urgente!
Koiciro apre gli occhi mentre sua moglie Tomoko apre le finestre. Non è abituato ai bruschi risvegli – Ma che succede? Sugiura che mi chiama a casa? Ma come si permette? E di domenica poi! – dice a sua moglie con la voce ancora impastata dal sonno.
Contrariato si alza dal letto, indossa la vestaglia che Tomoko gli porge e beve un po’ di succo di ananas che sempre sua moglie premurosamente gli ha appena lasciato sul comodino.
Ma cosa vorrà mai per decidersi a chiamare? Sugiura è così rispettoso e riservato! Deve essere realmente importante. Magari vuole soltanto aggiornarlo sugli esiti del prodotto che gli ha consegnato il mese scorso e proporgli un nuovo lavoro.
Si infila le pantofole e va in bagno. Si siede sul water per orinare. Appena alzati alla sua età ci vuole troppo tempo per svuotare la vescica, quindi meglio seduti. Fa una doccia veloce, indossa l’accappatoio di spugna italiano che sua figlia gli ha appena regalato e prende il telefono portatile di casa.
– Questo è il numero che mi ha lasciato dove puoi richiamarlo – e Tomoko gli porge un pezzo di carta.
Ancora un po’ confuso Koiciro compone il numero.
– Buongiorno Sugiura, ma che succede? Come mai questa chiamata? Spero vada tutto bene…
– Buongiorno Maestro. Mi perdoni se la disturbo a casa e proprio oggi, ma ieri notte sono stato fino a tarda ora con tutto lo staff dirigenziale della C.E. Purtroppo non sono contenti. Da quando ci avete consegnato il lavoro abbiamo fatto molte prove ed i risultati non sono soddisfacenti.
Cioè, con la sua musica i robot producono, anche con buoni risultati, ma le aspettative erano diverse e la manutenzione con i suoi costi elevati non è affatto diminuita. Mi hanno detto che bisogna provare ancora. Pensi, hanno anche rottamato Mari! Al suo posto stanno ultimando un nuovo prototipo, questa volta con specifiche studiate proprio per questo progetto. Dicono che hanno messo a punto un sistema di sintesi musicale molto innovativo, di cui il nuovo robot è dotato, col quale si dovrebbe risolvere ogni problema.
– Maledizione Sugiura, ma questo cosa significa? Bisogna riscrivere un altro brano o basterà che il nuovo pezzo di metallo lo reinterpreti?
– Bisogna riscrivere tutto di nuovo – risponde Sugiura con voce esitante.
– Non ci posso credere… e tutto ciò per loro che tempi dovrebbe avere?
– Una settimana – risponde Sugiura ancora più esitante.
– Una settimana? Ma stiamo scherzando? Ma cosa credono che debba scrivere una canzonetta pop? Ma glielo ha detto ai suoi datori di lavoro? – urla nel telefono.
– La prego, non si arrabbi con me. Le assicuro che ho fatto del tutto per convincerli. Pensi che inizialmente volevano farlo in tre giorni. Poi con fatica li ho convinti. Però…
– Cosa c’è ancora Sugiura? – Dice Koiciro con un tono preoccupato.
– Sì, c’è una novità, che comunque potrebbe essere vista anche come una soluzione per lei.
– E quale sarebbe?
– Vogliono che il nuovo prototipo partecipi alla stesura della musica – dice Sugiura con una vocina appena percepibile.
– Ma siete impazziti? Io con un pezzo di ferro a comporre? Ma che cosa avete in testa tutti quanti? Sugiura mi meraviglio che lei abbia accettato di farmi una simile proposta! – urla ancora più forte.
– La prego Maestro Tamano, mi creda, è l’unica strada percorribile. Inoltre le garantirebbero un compenso molto alto ed i diritti di composizione rimarrebbero suoi.
– Ma per favore, Sugiura! – e riattacca il telefono imbestialito.
– Che succede? – gli chiede Tomoko.
– Succede che sono tutti dei pervertiti della robotica, ecco cosa succede! Vogliono farmi scrivere della musica con una macchina! Non hanno rispetto e neanche buon senso! Maledetti tecnocrati del c…
Tomoko gli tappa la bocca con una mano e cerca di calmarlo.
– Siediti in sala, ti porto subito del tè.
Koiciro si mette le mani nei capelli e scuotendo la testa si siede in poltrona.
– Lo sapevo che non dovevo prendere il lavoro. Alla fine queste iniziative riservano sempre delle brutte sorprese – pensa tra sé.
Tomoko porta il tè e gli si siede difronte. Lui lo beve e lentamente si calma.
– Non ti arrabbiare Koiciro, lo sai che non ti fa bene. In fondo il signor Sugiura ti ha sempre rispettato ed alla fine questo lavoro ti è stato anche ben pagato.
– Le donne alla fine pensano solo ai soldi – riflette amaro Koiciro.
Scrivere a quattro mani con un robot… mi immagino di cosa potremmo parlare durante le sessioni…”è abbastanza intenso questo cambio in minore? O preferisci una settima? Sei stanco? O vuoi un altro po’ di lubrificante?” . In questi casi ti chiedi perché la tua vita non si sia fermata prima, tanto da evitarti certe umiliazioni. O forse sono io che esagero con la mia ortodossia d’altri tempi. Il mondo cambia e a quanto pare le macchine sono diventate più preziose degli uomini se addirittura si stanzia una montagna di soldi per una produzione simile. Non mi ricordo che ne siano mai stati spesi così tanti per il mercato tradizionale. Già i soldi! Poi si ricorda perché ha accettato il lavoro: ne aveva bisogno, un bisogno impellente. I compensi per le sue esibizioni ed i suoi corsi non bastano più. Alla fine dovrà vendere la casa, ridimensionarsi, cercare delle alternative, forse peggiori di scrivere accanto ad un ammasso di fili e metallo. E magari poi passano il lavoro a quella mezza figura di Watanabe!
Tomoko per cortesia ridammi il telefono…
– Salve Sugiura, mi scusi per prima ma per me è molto difficile…
– Non si scusi Maestro, la capisco benissimo. Al contrario, sono io che mi scuso con lei.
– Accetto, ma ad una condizione : scriverò la musica con questo nuovo barattolo, però il tema principale è roba mia. Su questo non sono disposto a trattare, ne va del mio nome.
– Va bene Maestro, passerò la sua proposta alla dirigenza e vediamo cosa ci rispondono.
È di nuovo in ritardo, ma questa volta l’ha fatto apposta.
Yumi lo accoglie come al solito – Buonasera Maestro Tamano, sono già tutti qui.
– Salve Yumi, arrivo subito, nel frattempo potete caricare Ryou coi file della musica.
– Se la prenda comoda. Ryou li ha già caricati da sé. Aspetta soltanto lei per inserire anche quelli della melodia.
– Ok, qui c’è quello con il tema – le dice porgendogli il telefono. – dica a Yuuki di inviarla al database di Ryou.
– Yuuki non lavora più qui. Ora abbiamo un robot alla consolle. Pensi che pulisce anche le sale quando ha finito.
– Di bene in meglio… povero Yuuki. Ed ora in quale studio lavora?
– Nessuno studio. È tornato al villaggio dai suoi. Aiuta la famiglia con la locanda.
– D’accordo allora ci penso io. Nel frattempo posso avere del tè? Spero per lei che non sia l’ultima volta che glielo chiedo!
– È difficile risponderle. Qui cambia tutto così velocemente, troppo. Le porto il solito?
– Si certo, grazie Yumi.
– Ci vorrà un po’ più del previsto, visto che qui pensano a rinnovare tutto meno che il bollitore!
Koiciro si toglie il soprabito e raggiunge lo staff in studio.
– Buonasera e scusate il mio solito ritardo. È un po’ buio oggi, come mai?
– Buonasera Maestro e ben ritrovato – gli risponde Sugiura – è saltata qualche luce ed era troppo tardi per cambiarla. Ma se non le dispiace possiamo procedere anche così.
– Per me va bene.
– Salve Maestro Tamano, aspettavamo lei per caricare il tema principale. Ho già inserito i file orchestrali e Shinpei ha già impostato la consolle per registrare. Noi siamo pronti. – gli risponde Ryou con la sua voce risoluta e perfetta.
– Si, mi prendo solo ancora un momento, vogliate scusarmi – e chiama Sugiura con sé. I due si appartano in un angolo della grande sala.
–Questa volta non sono affatto sicuro di quello che stiamo facendo. Lavorare con Ryou è stato un incubo. Ha un’ottima preparazione musicale, questo sì, ma non capisce nulla di dinamica, di emozione, di sensibilità creativa! Non sono riuscito mai a fargli accettare compromessi! D’altronde come si può far ragionare una macchina? Mi creda, se non fosse perché la melodia è rimasta una mia esclusiva, avrei già lasciato la produzione! Sono seriamente preoccupato del risultato finale.
– Maestro, si tranquillizzi, le cose sembrano andar bene. I vertici della C. E. sono molto contenti e fiduciosi. Ora completiamo la registrazione. Vedrà che tutto andrà per il verso giusto e ci sarà un glorioso futuro per tutti!
– Lo spero bene…!
I due raggiungono gli altri mentre Yumi si presenta col tè.
Koiciro si avvicina a Shinpei, il nuovo assistente automa – Qui ci sono i file con la melodia che Ryou dovrà eseguire.
– Grazie Maestro, provvedo ad inviarla – e gli porge la mano gommata per prendere il telefono.
– No, vengo con lei.
I due entrano nella Live Hall dove tutto è già pronto per registrare. Sugiura sta parlando con Ryou. Poi si rivolge a Koiciro –siamo pronti!
– Perfetto, ti ho appena inviato i file.
Ryou dà un cenno di assenso, ma subito dopo scuote la testa.
– Che succede? – domanda Koiciro
– Non ne ho idea – risponde Sugiura. Allora si rivolge a Ryou, il quale però non si muove. Guarda Shinpei, ma anche questo resta immobile. Prova di nuovo a rinviare i file ma il risultato è sempre lo stesso: i robot restano immobili.
– Che problema hai? Perché non iniziamo con la performance? È la formattazione che mi avevi richiesto, cosa c’è che non va?
– Caro Maestro, non è questa la melodia, almeno non quella giusta. Ma io lo immaginavo. Pertanto ho preparato un nuovo tema sostitutivo.
– Un cosa? Non dire sciocchezze! Chi sei tu per stabilire se la melodia sia giusta o no?
Poi si rivolge a Sugiura – Questi non sono gli accordi! Il tema deve essere il mio, altrimenti non se ne fa nulla!
Sugiura lo guarda con occhi rassegnati.
– Maledetto anche tu! Eravate già tutti d’accordo! – E si lancia contro Ryou con furia omicida, ma viene subito bloccato dagli uomini della C. E. che in breve lo immobilizzano e lo portano in studio costringendolo a sedersi. Yumi lo guarda con occhi spaventati e tristi.
Dal microfono Ryou ordina a Shinpei di procedere con la registrazione.
Parte la musica e Ryou inizia ad emettere dei suoni incomprensibili, privi di ogni senso melodico e spesso neanche percepibili date le altissime frequenze, simili più ad un sibilo che ad un suono, che si alternano poi a frequenze così basse da scuotere stomaco e budella. Un malessere fisico e psicoacustico per il povero Koiciro.
All’improvviso le luci che non funzionavano si riaccendono di colpo, così come tutti gli outboard dello studio, compresi quelli che erano fuori uso da tempo. Yumi li guarda con occhi increduli. Anche alcune lucine della consolle che si erano fulminate si riaccendono tutte, e la consolle stessa lavora a meraviglia, compreso il sistema di automazione che da qualche giorno era fuori uso, e nello schermo del computer di bordo del mixer appare improvvisamente la scritta “ Magnifico! “
Sugiura abbraccia Shinpei con slancio – Funziona! Funziona! Questa volta funziona davvero!
Koiciro li guarda disperato. Poi si alza e gli uomini della C.E. si avvicinano per bloccarlo di nuovo. Ma Sugiura gli fa cenno di allontanarsi. Quindi prende Koiciro sottobraccio e lo porta fuori dallo studio.
– Finalmente! Erano anni che aspettavamo questo momento – dice con voce rotta dall’emozione – anni di studi e di ricerche per raggiungere un risultato che tutto il mondo ci invidierà! Un giorno storico per noi e per il futuro dell’umanità! Maestro, in questa busta troverà l’assegno per il suo compenso e una lettera con la quale la C.E. la ringrazia per la sua dedizione e l’impegno fin qui dimostrati e dove al tempo stesso la informa che il suo rapporto professionale con la nostra società è da considerarsi concluso!
– Ma di cosa sei felice Sugiura? Ma non capisci che domani toccherà anche a te? E poi perché mi avete chiamato? A questo punto il mio lavoro è da considerarsi marginale, inutile –risponde Koiciro con aria distrutta.
– Il suo lavoro è stato indispensabile. Il robot aveva necessità di apprendere i meccanismi di base della composizione. È bastato poco certo, ma aveva pur sempre bisogno di esempi. Sa, le macchine… senza di lei non avremmo mai potuto realizzare un simile prodotto. Non se la prenda, anzi deve essere orgoglioso! Lei sarà ricordato come il padre di una nuova era musicale, quella dei robot! Le auguriamo tutti un futuro pieno di gloria e degno del suo genio!
E con un leggero sorriso ed piccolo inchino si congeda da lui tornando in studio.
Koiciro, pallido in volto, riprende il soprabito e si avvia mestamente verso l’uscita. All’ingresso anche il bollitore ha ripreso a funzionare. Koiciro lo apre ed infila nell’acqua bollente la busta che gli ha appena dato Sugiura.
Fuori raggiunge il parcheggio ed entra in macchina. Con stupore nota che stavolta si è accesa subito. Il cellulare gli vibra in tasca, è Midori, la sua amante. Non le risponde, non è il momento. Si chiede quando e se verrà mai quel momento. Dopo stasera molte cose dovranno cambiare.
Dalla radio Rachmaninoff, concerto in Do Minore opera 18. Chissà ancora per quanto…
Racconto ispirato dall'articolo
Robert Jastrow oltre l’uomo nell’evoluzione della specie di Alessandro Barocchi