Come abbiamo scoperto il nostro amore per gli animali
Tratto dalla puntata del programma radiofonico Fisica dell'Amore: Amore per gli animali.
“Chi non ha tenuto con sé un cane non sa cosa sia amare ed essere amato”,
diceva lo scrittore spagnolo Mariano José de Larra
citando Schopenhauer nei Parerga e paralipomena.
E così, sorprendentemente, scopriamo che l'anticonformista autore de “Il Mondo come volontà e rappresentazione”, il filosofo ritenuto misantropo e misogino per eccellenza, colui che considerava l'amore solo un trucco escogitato dalla natura ai fini della riproduzione, custodiva invece nel cuore un amore puro, di tale importanza che non aveva timore di cantarne le lodi, giungendo a dire:
“Se non ci fossero i cani, io non vorrei vivere".
Il cane di Schopenhauer
Schopenhauer trascorreva le sue giornate, lontano da una mondanità che gli era preclusa, in compagnia del suo barboncino Atma, il cui nome significa “anima del mondo".
“Ciò che mi rende così piacevole la compagnia del mio cane”, diceva il filosofo, “ è la trasparenza della sua natura.
Il mio cane è trasparente come un vetro".
Derogando alla sua filosofia del velo di Maya, Schopenhauer scrisse che Atma per lui fosse oltre ogni velo, in quanto vero e trasparente alla realtà.
D'altronde i cani non possono e non sanno mentire, e la loro sincerità non è altro che pura verità.
L'amore per gli animali da una puntata della Fisica dell'Amore:
Prendendo come spunto le riflessioni del filosofo più caro agli animalisti...
Vogliamo scoprire qualcosa di differente rispetto alla tenerezza che il loro mantello peloso ispira, giungendo, mediante un percorso emozionante che attraversa il cuore dei filosofi, all'essenza di un nuovo e sorprendente sentimento, capace di giovare a noi stessi oltre ogni immaginazione.
Schopenhauer e l'amore per gli animali
Per tornare a Schopenhauer, il filosofo ci spiega che gli animali domestici sanno valorizzare il presente, e soprattutto ci insegnano a farlo, mentre noi il più delle volte andiamo al di là del momento che stiamo vivendo, e perciò non riusciamo ad apprezzarlo ed essere felici.
Questa capacità degli animali di saper gioire della vita viene sfruttata dall'egoismo e dalla crudeltà dell’uomo:
“l’uccello, che è organizzato per traversare a volo il mondo, è da noi chiuso in un breve spazio, dove esso muore lentamente e grida spasimando verso la libertà, ed il cane, il suo intelligente amico, è da lui legato alla catena!”
Con parole dense di commozione, Schopenhauer, sostenitore dei diritti degli animali anzitempo, gridava:
“Io non posso mai vedere tutto questo senza un’intima pietà per il cane e una profonda indignazione per il suo padrone!”
Non si vergognava il buon precursore della Lav, ferocemente avverso alla vivisezione, di chiamare “amore” quel sentimento che lo legava agli animali, amore con la A maiuscola, in contrapposizione a quello che lega gli umani, da sempre schiavi dell'egoismo.
Scandalizzando una società decisamente meno sensibile della nostra alla tematica animalista, Schopenhauer scriveva che
“l’amore per gli animali è intimamente associato con la bontà di carattere, e si può tranquillamente affermare che chi è crudele con gli animali non può essere un uomo buono”.
Immanuel Kant e l'amore per gli animali
Per essere sinceri, alle sue spalle qualcuno aveva azzardato una simile idea, diversi anni prima: si tratta di Immanuel Kant, secondo il quale
“si può giudicare il cuore di un uomo dal modo in cui tratta gli animali".
Scritte dal padre della Ragion Pratica (e Critica della ragion pura), devoto solo al cielo stellato sopra di lui ed alla legge morale in lui, queste righe pongono la base di tutta l'etica moderna, che finalmente reimposta il rapporto tra l'uomo ed il resto degli esseri viventi.
La conferma cinematografica alle parole di Kant e Schopenhauer arriva negli anni in cui il cinema ed il mondo dei cartoni inizia a interessarsi alle storie del migliore amico dell'uomo.
In una società ancora poco animalista, l'amore per i cani viene vissuto solo da coloro i quali hanno un cuore particolarmente buono, un animo oltremodo sensibile, cioè i bambini…
Amor che al cor gentil ratto s'apprende, avrebbe detto Dante.
Belle e Sebastien e l'amore tra bimbi e cani
Fioccano allora le avventure tra bimbi e cani… il cui emblema può essere considerata la serie cartoon di Belle e Sebastien, di recente riadattata per il grande schermo.
Ambientata nello scenario mozzafiato dei Pirenei, racconta dell'amore nato, in periodo di guerre partigiane, tra il piccolo Sebastien e la temutissima Belle, chiamata dai compaesani “la bestia", e pertanto perseguitata.
Nella pellicola fa sfoggio del suo manto bianco-neve una razza particolarissima di cane da guardia del gregge, ossia il pastore dei Pirenei, che, coi suoi oltre 80 chili, incute timore ai predatori delle montagne, oltre che agli abitanti del paese, troppo schiavi del pregiudizio.
Il piccolo Sebastien ci insegna che è proprio dal pregiudizio che bisogna liberarsi per vivere un amore puro con un essere che pare tanto diverso da noi, ma invece racchiude in sé emozioni e sentimenti che l'uomo ha smarrito nel corso dei millenni.
Il cane, che proviene dal lupo e conosce benissimo qual è il suo ruolo nel branco, impara presto a leggere nel cuore del suo umano, e gli fa giuramento di fedeltà a vita.
Tecniche di educazione cinofila
Le moderne tecniche di educazione cinofila, abolite le botte e le dure punizioni, si basano proprio sulla scoperta di un linguaggio peculiare che apra col cane una via comunicazionale, capace di far comprendere presto al nostro amico le richieste del proprietario e, soprattutto, la volontà di ricambiare la sua fedeltà con la nostra lealtà.
Così si accede per la via più corretta anche al cuore di un cane da “rieducare", perché proveniente da un passato turbolento, come, ad esempio, i cani sfruttati per i combattimenti o i cani ritenuti aggressivi.
“Nessun cane è davvero aggressivo”, ci insegna Cesar Millan, il più noto tra gli educatori cinofili, così come nessun uomo sarebbe aggressivo se non vivesse in una società votata a corromperlo, diceva Rousseau.
In entrambi i casi, la causa è una società distorta, che male comunica con i propri membri, umani o non umani.
Il Mahatma Gandhi e Rosa Luxemburg: la sofferenza degli animali
A proposito della critica alla società che ci abbraccia, Il Mahatma Gandhi si spinge oltre Kant e Schopenhauer, e sostiene che non è solo il cuore di un uomo che possiamo giudicare dal modo in cui tratta gli animali, ma è addirittura la grandezza di una nazione ed il suo progresso morale che si possono giudicare allo stesso modo.
Gandhi scriveva in un periodo storico in cui ancora poco si sapeva sulla sensibilità degli animali e di conseguenza questa sensibilità non era tenuta in alcun conto.
Poco tempo prima, Rosa Luxemburg, rivoluzionaria polacca dei primi del novecento, dal carcere di Breslavia dove trovò la morte per mano dei soldati tedeschi, si affacciava alla sua finestra e soffriva nel vedere i bufali, lì condotti come trofei di guerra dall'esercito che li aveva imprigionati in Romania, per picchiarli e sfruttarli fino al loro ultimo respiro.
Rosa sentiva un profondo legame coi bufali, che guardavano i loro carnefici senza comprendere il motivo di tanta violenza.
“mio povero bufalo, mio povero amato fratello, ce ne stiamo qui entrambi così impotenti e torpidi, e siamo tutt'uno nel dolore, nella debolezza, nella nostalgia.”
Erano anni in cui il sentimento di empatia col mondo animale iniziava a fare capolino nelle opere dei più illustri pensatori.
Fëdor Dostoevskij, che avvertiva la necessità di rispettare Dio in tutti gli esseri ai quali Egli aveva dato la vita, scriveva:
“Uomo, non ti vantare di superiorità nei confronti degli animali:
essi sono senza peccato, mentre tu, con tutta la tua grandezza, insozzi la terra con la tua comparsa su di essa e lasci la tua orma putrida dietro di te”.
Le battaglie vegetariane e animaliste
Nel corso degli anni, con l'aumento della scolarizzazione, è cresciuta anche la sensibilità nei confronti del mondo animale e dell’ecosistema, sfruttato e stuprato dalle multinazionali senza scrupoli.
Tutto ciò oggi ha creato uno stile di vita più ecocompatibile, soprattutto tra le nuove generazioni, e la diffusione capillare dei prodotti Vegan, mirati a combattere in modo non violento gli allevamenti intensivi, cancellando per sempre il sangue innocente lì dentro versato.
Le battaglie vegetariane e animaliste sono state sostenute dai grandi scienziati moderni, da Margherita Hack a Umberto Veronesi, che hanno fatto dell'amore per gli animali una scelta di vita etica, oltre che salutistica.
Nella giurisprudenza, inoltre, si va verso la logica che tutti gli animali siano titolari di diritti, e, soprattutto,
che gli animali da compagnia debbano essere riconosciuti come membri della famiglia, pertanto non escludibili dalle attività sociali.
L’amore per gli animali oggi
Su questa linea, sono stati bocciati dalla magistratura decine di regolamenti comunali che impedivano l'accesso ai cani nei parchi o nelle zone verdi,
ed inoltre si è riscritta la legge sui regolamenti condominiali, impedendo di escludere gli animali dal condominio.
Insomma, oggi l’amore per gli animali è un sentimento molto più vissuto e compreso, rispetto all'epoca di Schopenhauer, e sempre più coppie dichiarano di amarli come dei figli.
Questo sentimento che precedentemente era considerato alla stregua della pietà o della compassione,
oggi viene riconosciuto e avvalorato col nome che merita, quello di amore con la A maiuscola.
Forse più di dell'amore che lega due umani, l'amore tra un umano ed il suo quattrozampe ha tutte le carte in regola per essere chiamato tale:
rispetto, fedeltà, tenerezza, legame simbiotico fino a che morte non li separi… ed anche dopo.
Concludo con una poesia di Alda Merini
Perché amo gli animali?
Perché io sono uno di loro.
Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba,
il panico del cervo che scappa,
sono il tuo oceano grande
e sono il più piccolo degli insetti.
E conosco tutte le tue creature:
sono perfette
in questo amore che corre sulla terra
per arrivare a te.(Alda Merini)
Testo di Carmen Trigiante, utilizzato nel programma radiofonico "La fisica dell'amore", scritto e condotto da Francesco Monteleone su Radiobari
Quadro in copertina di Jakob Philipp Hackert (Prenzlau, 15 settembre 1737 – San Pietro di Careggi, 28 aprile 1807).