Uno sguardo sulla letteratura al femminile
Saffo, Isabella Morra, Vittoria Colonna, Marguerite Yourcenar, Elsa Morante, Dacia Maraini, un viaggio nella scrittura delle donne.
La figura della donna che scrive nei secoli ha sempre assunto una funzione rilevante, anche se la sua presenza nel mondo letterario non sempre è stata approvata e sostenuta dalla società. Molte donne intellettuali sono state considerate inadatte ad assumere posizioni e relegate a mantenere il ruolo limitato ed esclusivo di genitrici.
La prima figura di donna nella letteratura europea è stata Saffo, considerata la più grande poetessa di tutti i tempi.
Nata da una famiglia aristocratica nell'Isola di Lesbo, visse a Mitilene tra il VII e il VI secolo a.C., educando le giovani nobili dell'epoca.
"C'è chi dice sia un esercito di cavalieri, c'è chi dice sia un esercito di fanti, c'è chi dice sia una flotta di navi, la cosa più bella sulla nera terra, io invece dico che è ciò che si ama." Saffo
La sua produzione letteraria nel dialetto della sua terra si divide in canti corali e poesie, dove racconta in prima persona le sue emozioni e i suoi sentimenti, affrontando l'erotismo.
Considerata un'innovatrice per lo stile e per le tematiche, che si allontanano dai poemi omerici che fino ad allora erano modelli da emulare, Saffo mette in rilievo il valore e l'importanza di memoria e sentimenti, come nessuno mai aveva fatto. Una delle abilità della poetessa è il saper dare musicalità alle parole, la scelta mirata delle immagini, il creare una sintonia tra gli elementi della natura e le percezioni e sensazioni ad essi legate.
Fu donna stimata ed ammirata, molte sue concittadine si riunivano intorno a lei in una sorta di cenacolo intellettuale, dove seguivano il culto di Afrodite e delle Muse, apprendendo le arti.
Altra figura da ricordare è Aspasia di Mileto, maestra di retorica nell'Atene del V secolo a. C., dove le leggi dello stato ponevano l'esclusione dalla vita politica dei non cittadini e il pensiero che una donna assumesse il ruolo di intellettuale era considerato perversione da combattere in modo assoluto.
Su Aspasia di Mileto da “I miserabili” di Victor Hugo “Un'ultima parola: sapete, signore, chi era Aspasia? Sebbene vivesse in un tempo in cui le donne non avevano ancor l'anima, era un'anima; un'anima d'una dolce tinta rosea e porporina: più accesa del fuoco, più fresca dell'aurora. Aspasia era una creatura in cui si toccavano i due estremi della donna: era la prostituta dea, Socrate, più Manon Lescaut. Aspasia fu creata per il caso che a Prometeo occorresse una sgualdrina.”
Una donna greca doveva esprimersi meno che poteva e la situazione ideale era che si parlasse poco di lei. Aspasia fu costretta a difendersi da diffamazioni ingiuste e continue, subendo accuse pesanti di lenocinio. In un periodo politico e sociale che escludeva totalmente la donna, Aspasia tenta di ritagliarsi uno spazio di indipendenza nell'espressione del pensiero e diventa un personaggio scomodo, proprio per il mancato rispetto delle regole imposte, volte al silenzio e all'invisibilità femminile.
Portatrice di speranza e coraggio è l'originale autrice lucana del Cinquecento, Isabella Morra, poetessa fanciulla, rimasta quasi nascosta dal mondo letterario, fino alla riscoperta di Benedetto Croce, che l'ha riconsegnata alla sua terra, Valsinni.
Nata da una famiglia baronale, terzogenita di otto fratelli, fu segregata nel castello di famiglia e come unico appiglio alla solitudine, si affidò alla poesia. Uccisa per volontà dei fratelli insieme al precettore e a Diego Sandoval de Castro, suo presunto amante, anche lui poeta, marito della nobildonna Antonia Caracciolo, Isabella fu costretta a scontrarsi con le convenzioni sociali, che non permettevano una libertà di espressione e di sentimenti.
La scrittura di Isabella Morra si distingue per l'esplorazione dei sentimenti, vincolati a quell'isolamento a cui era costretta, scrivere era la sua unica forma di evasione dalla realtà.
Isabella Morra fu una giovane nobildonna appartenente a un'aristocratica famiglia napoletana. I suoi fratelli furono Marcantonio, Scipione, Decio, Cesare, Fabio, Porzia e Camilloche Nata a Favale, l'odierna Valsinni, nel 1516 circa, morì nell'inverno tra il 1545 e il 1546 proprio per opera dei fratelli per una presunta storia d'amore con Diego Sandoval De Castro, poeta di origine spagnola Importante fu il suo ruolo di poetessa Petrarchista del Rinascimento.
Molte , infatti, sono state le letture del suo canzoniere in chiave meramente femminista (tenuto conto del limitato numero di donne presenti nella storia letteraria italiana, come Veronica Gambara, Gaspara Stampa, Francesca Turina Bufalini)."...I fieri assalti di crudel Fortunascrivo, piangendo la mia verde etate..."
La lettura dei classici, il riferimento alla mitologia, l'avevano resa un'attenta osservatrice di quel poco a cui poteva accedere attraverso la fantasia e l'ispirazione. Ed è proprio la sete di sapere e conoscere che la spingono ad amare con tutta se stessa la poesia, raggiungendo una maturità espressiva.
Tra le poetesse che hanno segnato la storia da non dimenticare Vittoria Colonna, una tra le donne più colte del Rinascimento, che ha creato una sorta di codice epistolare della poesia al femminile. Fu ammirata e stimata nella società letteraria dell'epoca, si dedicò con continuità alla poesia e a progetti di rinnovamento religioso, con Michelangelo Buonarroti instaurò un profondo legame spirituale, che fu consacrato nella loro fitta corrispondenza. Assunse la figura di riformatrice della Chiesa, che necessitava di radicali cambiamenti.
Vittoria Colonna apparteneva alla nobile famiglia dei Colonna in quanto figlia di Fabrizio Colonna e di Agnese di Montefeltro I Colonna erano, in quegli anni, alleati della famiglia D'Avalos e, per suggellare tale alleanza, concordarono il matrimonio fra Vittoria e Ferdinando Francesco. I due si sposarono ad Ischia e proprio durante il suo soggiorno dal 1501 al 1536 l'isola visse un intenso momento culturale. Citazione: “…Morto, il vigor, che pria sostenne l'ale, | S'estinse; onde alla strada eccelsa e sola | Fa che 'l desir bramoso indarno s'erga…”
La sua scrittura si identifica proprio con il periodo storico in cui vive, dove forte è il legame tra cristianesimo e platonismo, le opere attualizzano le riflessioni religiose e morali dove non mancano punti di contrasto. Personalità raffinata e saggia dell'epoca barocca fu Christina di Svezia, la regina che si stabilì a Roma con la sua corte e che si circondò di intellettuali creando l'Arcadia, essendo amante della musica, della poesia e dell'arte. Donna orgogliosa e scandalosa per la sua personalità irriverente, abile tiratrice e cacciatrice, parlava il latino, il greco, il francese e il tedesco. Si dedicò all'alchimia, all'astrologia e scrisse delle memorie dedicate a Dio.
La scrittura di Marguerite Yourcenar invece ci pone di fronte ad una donna autoritaria, ma allo stesso tempo passionale, che non rinnega le origini cattoliche, ma non disdegna il confronto con realtà diverse. La scrittrice francese si rivela moderna nel pensare, di ampie vedute, non chiude le porte alle varie interpretazioni del mondo.
Marguerite Yourcenar, pseudonimo di Marguerite Cleenewerck de Crayencour (1903 – 1987), scrittrice francese. Da Memorie di Adriano: “Che cos'è l'insonnia se non la maniaca ostinazione della nostra mente a fabbricare pensieri, ragionamenti, sillogismi e definizioni tutte sue, il suo rifiuto di abdicare di fronte alla divina incoscienza degli occhi chiusi o alla saggia follia dei sogni?”
Il bisogno di trasgredire con la ricerca di un qualcosa che va oltre il pensiero, la conduce ad una matura rigenerazione di sè, attraverso l'immaginazione. Poesia e narrativa vanno a scardinare l'ordine e la logica del tutto, sconvolgendo i canoni classici della conoscenza.
Coraggioso ed estremo è lo stile di Elsa Morante, che scegliendo una scrittura in anticipo sui tempi, quasi visionaria, che non rientra negli schemi alla pari di Pasolini, affronta le grandi tematiche del Novecento. La Morante ama il femminile dell'uomo, lo propone assiduamente nelle sue opere, come la famiglia e gli ambienti, che mai tralascia. La scrittura della Morante è considerata comunque femminile, ogni parola è intrisa di attenzione e sensibilità, anche se lei nutre una certa insofferenza verso la natura delle donne, un tema a lei caro però è proprio la maternità, forse per quel mancato concepimento che non le ha permesso di diventare madre.
La Morante non si identifica con le donne, anzi ne prende quasi le distanze, ma nonostante questo è vista come maestra e madre di letteratura per chi si avvicina al mondo della scrittura.
Elsa Morante nata a Roma nell’agosto del 1912. È considerata fra le più importanti scrittrici di romanzi del secondo dopoguerra. Elsa Morante incontrò Alberto Moravia neel 1936 che aveva già pubblicato “Gli indifferenti” con il quale visse una relazione tormentata. Citazione: “L'amore vero è cosí: non ha nessuno scopo e nessuna ragione, e non si sottomette a nessun potere fuorché alla grazia umana.”
La scrittrice femminista più nota nel panorama letterario è Dacia Maraini, nata da Fosco Maraini e dalla principessa Topazia Alliata. Internata con la famiglia in un campo di concentramento in Giappone, la scrittrice racconta le sofferenze di quel periodo in una collezione di poesie. Schierata da sempre nella lotta per i diritti delle donne, racconta il mondo femminile con una grande sensibilità e acutezza sociale, senza rinunciare ad una sperimentazione espressiva. La funzione civile della sua scrittura permette una riflessione ampia sulla realtà, senza rinunciare al dibattito e al confronto politico, economico e sociale.
Molte sono le autrici che attraverso le loro opere hanno dato voce al loro pensiero, facendo una sorta di indagine su ciò che è accaduto nel tempo. tutto è diventato documento per capire in che direzione siamo andati e come siamo cambiati nei secoli. La scrittura delle donne è sicuramente un contributo importante per guardare il mondo con occhi diversi, recuperando un dialogo tra passato, presente e futuro.