I custodi del mondo

Il nostro pianeta è l'unico nel sistema solare in cui abbia avuto origine la vita. Le teorie al riguardo sono molteplici, molti uomini di pensiero ne hanno dato la propria originale interpretazione sin dall'antichità.

Ma tralasciando questo grattacapo universale, una questione di fondamentale importanza oggi, su cui potrebbe valere la pena riflettere è: "Qual è la nostra posizione su questo pianeta meraviglioso?" Infatti è proprio questo il punto: il nostro mondo è uno splendido luogo dove vivere.

 

Facciamo un salto indietro nel tempo.

Quando l'uomo diede inizio alla società industrializzata di fine Ottocento, le aspettative erano altissime. Si pensava che le scoperte tecnologiche avrebbero portato il benessere per tutti.

L'industrializzazione invece, nelle mani degli imprenditori, aveva lo scopo di mettere in moto dei meccanismi, che sarebbero poi sfociati nel consumismo.

Verso la fine dell'Ottocento, per esempio, Thomas Edison inventò la lampadina elettrica; secondo la sua idea essa doveva essere perenne, cioè non doveva esaurirsi. Ciò, di certo, non avrebbe giovato all’interno di un sistema di produzione e di un’economia consumistica (si pensi che la lampadina più vecchia del mondo ha 114 anni e risale alla fine degli anni ʽ90 dell'Ottocento ed è ancora accesa nella caserma dei vigili del fuoco di Livermore-Pleasanton, in California).

Gli elettrodomestici come le lavatrici, i televisori, le stampanti, ma anche i PC o i telefonini potrebbero ipoteticamente non esaurirsi mai, invece hanno una vita limitata, perché?

La risposta è una sola: le regole del mercato hanno imposto la filosofia dell’obsolescenza programmata, che alimenta la logica del consumismo. Questo naturalmente ne è solo una manifestazione, mentre la conseguenza più grave si è manifestata nelle guerre del Novecento e nella crisi costante tra gli Stati. Laddove sono in corso dei conflitti, gli interessi economici in ballo sono enormi.

Le scoperte della fisica quantistica, agli inizi del secolo scorso, se hanno squarciato un velo sul mondo atomico e subatomico, nel contempo, hanno fornito gli strumenti per la realizzazione di armi altamente distruttive, di cui gli Stati più potenti si sono attrezzati, per accrescere la loro competitività bellica.

Non sappiamo se scienziati della portata di Einstein, Heisemberg, Planck, Bohr, Enrico Fermi avessero considerato l’ipotesi che i loro studi sulle particelle atomiche e subatomiche potessero avere delle ricadute tanto pericolose per l’umanità. Questi fisici si sono dedicati alla scienza per amore della conoscenza di un'affascinante realtà, che è la natura. Probabilmente non avrebbero mai pensato che le loro scoperte sarebbero state impiegate per rafforzare i meccanismi della società del consumo e del potere.

A cosa hanno giovato quindi le scoperte scientifiche di queste grandi menti che hanno lavorato per la conoscenza? Sicuramente l'umanità ha oggi un sapere più vasto anche grazie al loro lavoro, ma ciò non è sufficiente e non può giustificare gli scopi per cui viene utilizzato.

 

Una maggiore coscienza e un uomo nuovo.

 

La mancata coscienza da parte dell'uomo sull'utilizzo delle nuove tecnologie messe a disposizione dal sapere scientifico, è la causa per cui la situazione sembrerebbe essere oggi fuori controllo. Il mantenimento delle strutture della società consumistica si è tradotto infatti in un impatto violentissimo sulla natura.

In quanto ospiti di questa meravigliosa Terra e in quanto unici esseri dotati di coscienza, avremmo avuto il compito morale di custodirla, invece di impiegare le nostre conoscenze per avvelenarla.

Dunque, che senso ha il nostro benessere temporaneo, basato sul consumo e sullo sfruttamento non sostenibile dell'energia, se il pianeta su cui viviamo si avvia al collasso a causa della bramosia di potere? L'uomo dovrebbe impiegare la sua reale intelligenza, utilizzando il sapere scientifico per scopi ben diversi.

In sostanza questo pianeta è la nostra casa e noi stiamo determinando consapevolmente il suo degrado e rovina, in nome di interessi puramente materiali e contingenti, senza contemplare quali ripercussioni possano avere determinate scelte sulla futura sopravvivenza del pianeta e della nostra stessa specie, che al pianeta è legata visceralmente.

La scienza, sospinta dalle migliori intenzioni dell’uomo, frutto del suo ingegno più grande, è pronta a tradire la vera causa, a cui molti uomini di pensiero hanno dedicato nei secoli la loro esistenza? Inquinare il pianeta non è sinonimo di progresso!

Io penso che il problema di fondo sia il rapporto economico tra scienza applicata e società imprenditoriale, che finanzia le scoperte scientifico-tecnologiche al solo scopo di creare un profitto senza regole, dove il buon senso viene meno.

Se la ragione che guida le nostre scoperte deve basarsi esclusivamente sul business economico, allora impieghiamo male la nostra conoscenza scientifica.

Mi par chiaro che ci sia bisogno oggi di riscoprire la natura; una maggior sensibilità e una maggior coscienza del nostro rapporto con essa potrebbe essere l'inizio di un nostro cambiamento e di conseguenza di un mutamento nei confronti della natura stessa. Serve un uomo nuovo, che abbia coscienza delle proprie scelte su questo mondo, perché noi siamo responsabili di questo meraviglioso pianeta.

Papa Bergoglio, nella sua enciclica "verde", parla diffusamente del dono del Creato e di come l’uomo debba custodirlo nella sua integrità.

Nella realtà dei fatti, l'uomo non si comporta affatto come il custode del Creato, ma ne è diventato il colonizzatore... Perché? Ne avevamo il diritto? Per quale ragione l'abbiamo fatto? Le risposte potrebbero essere di vario tipo, ma in sostanza credo che si possa sintetizzare in una parola: il Potere.

Ma di quale potere si tratta? Riflettiamo ancora una volta quindi su come avremmo potuto agire nei confronti della natura che ci ospita. Avremmo potuto scegliere un approccio differente con essa? Una maggiore considerazione e meno indifferenza avrebbero giovato alla natura e a noi di conseguenza? Oggi, più che mai, non dobbiamo smettere d’interrogarci e tenere desta la nostra coscienza.

Forse una maggior attenzione da parte nostra al consumo compulsivo e la consapevolezza che il riciclo delle apparecchiature in disuso può dare come conseguenza effetti positivi al nostro mondo, potrebbero essere due punti cardine per una nuova partenza dell'uomo su questo pianeta.