Diario dalla pensione: I miei sogni notturni.

Una notte mi misi in viaggio per andare… non so dove. Nel mio andare incontravo persone senza volto vestite di nero.

 Diario dalla pensione: I miei sogni notturni.

Nessuno parlava, si camminava in silenzio e senza meta. I nostri pensieri capivano benissimo del nostro vagare.

Incontravamo alberi fioriti, lunghe distese d’erba verde e laghi e fiumi con acqua chiara.

I paesi erano bellissimi sebbene le case fossero strane e di colore terra.

In questo lungo viaggio ogni cosa cambiava all’istante: come i sentieri sempre pericolosi o i compagni di viaggio, diversi un attimo prima, e tutto appariva normale.

Ma non per me, l’angoscia si faceva parte del mio animo era sofferente. E la tristezza era insopportabile.

Io cercavo la via per tornare a casa, ma non sapevo come fare perché ogni strada che provavo era sempre più pericolosa.

Allora al mio fianco trovavo sempre due uomini. Mi davano una mano a passare l’ostacolo che si opponeva ai miei occhi. Con il loro aiuto ogni cosa era più facile, anche tornare sulla via giusta.

Questi sogni sono frequenti. Questi personaggi ora sono a me noti. E qualche volta vedo i loro volti, bellissimi e dolci. Quando mi aiutano sono sempre gentili, mi fanno sentire una persona importante. E al risveglio il mio animo è triste.

Questi sogni sono frequenti, anche se cambia il luogo e incontro altre persone con vesti di colori bellissimi.

Io ancora non so come capire questa cosa. Ma so solo che quando faccio questi sogli, per me è come vivere una vita parallela, perché queste persone al mio arrivo mi fanno tante feste.

 

Vestiti di grigio sorrisi e feste

vestiti di nero angoscia silente,

anche se io al mattino non ricordo niente.