Dieta Fruttariana, si può vivere mangiando solo frutta?
Fruttarismo, si può vivere mangiando solo frutta?
Si può vivere mangiando solo un tipo di cibo?
Ci dicono che dobbiamo seguire una dieta variata per assumere tutte le sostanze nutritive di cui il nostro corpo ha bisogno, tuttavia, diverse tendenze suggeriscono di rompere con questa regola e limitare ad un solo alimento la scelta fra tutto ciò che possiamo acquistare in un supermercato.
Amanda Montell è una giornalista che ha rivolto la sua attenzione ad un regime controverso: il fruttarismo.
Le persone che lo adottano dicono che non lo fanno per motivi di salute, ma perché vedono in esso un modo di vivere.
All'interno del fruttarismo ci sono anche diverse correnti di pensiero:
da quelle che consumano solo frutta carnosa (botanicamente alcuni sarebbero dei falsi frutti...) come: mele, arance... a coloro che aggiungono noci alla loro dieta.
Tra i seguaci si dice che vi fosse Steve Jobs che praticò per un po’ questa dieta considerandola come il combustibile per la sua creatività. Va detto che quando l'attore Ashton Kutcher tentò di imitare il fondatore di Apple per entrare nella parte finì in ospedale, naturalmente tutto questo al netto di una possibile manovra pubblicitaria per il film.
I sostenitori di questa dieta ne evidenziano i suoi principi etici e le sue radici storiche.
Fra le varie motivazioni ci sono che i frutti sono quelli che contengono il germe della vita e sono senza dubbio sani.
Inoltre, poiché questi sono consumati crudi, come la maggior parte dei cibi, sfruttano appieno tutte le loro sostanze nutritive naturali, alcune andrebbero perse nella cottura ad esempio.
I richiami genetici e storici li portano a sostenere che i nostri predecessori preistorici fossero grandi consumatori di frutta. Se discendiamo veramente dalla scimmia, il nostro modello di alimentazione dovrebbe essere basato sul singolo consumo di frutta (ma quest’aspetto non è del tutto vero, gli scimpanzé, ad esempio, sono onnivori).
Quelli più sensibili alla natura possono persino ammettere che, consumando frutta, la pianta non viene uccisa, a differenza che per il veganismo, e che rappresenta l'unica dieta che non comporta la distruzione di nessun essere vivente.
Si potrebbe ribattere che neppure il consumo di latte e di latticini comporta la distruzione di alcun essere vivente, sempre partendo dal presupposto che provengano da allevamenti naturali e non da quelli tristemente noti e molto più comuni che sono le normali fonti della grande diffusione.
Montell decise di affrontare l’argomento con metodo giornalistico, sperimentando personalmente questo tipo di scelta.
L’esperimento consisteva nel seguire una stretta dieta fruttariana per cinque giorni, considerandola anche come una disintossicazione e non una filosofia della vita.
Apprezzò quasi subito l’aspetto che la teneva lontano dai fornelli ma… Quale varietà c'è nel mangiare solo frutta?
Infatti, non c'era molta scelta:
colazioni a base di smoothies (l’estrazione pura e a freddo dei succhi dalla frutta o dalla verdura) spuntini di frutta secca, insalate di banane, uva e bacche (con un supplemento di vitamina B12), fichi secchi, avocado, cetriolo, pomodoro, accompagnati da olio d'oliva, limone, sale e pepe… la frutta non è, di solito, il pasto principale e tali proposte non le sembrarono troppo appetitose.
La giornalista si chiese se non stava per morire di fame con questi alimenti, ma presto le fu chiaro che questa era solo una sua iniziale diffidenza:
mangiare frutta cruda forse non era troppo eccitante, ma non la lasciava affamata.
Si ritrovò sorprendentemente, dopo un solo giorno, con una pancia meno gonfia, cosa che le fece tollerare le frequenti visite al bagno e i vari “rumori” che provenivano dalle sue interiora…
Dovette affrontare anche altri aspetti, questi sì più prevedibili: le tentazioni e i rapporti sociali. Frequentare amici e famigliari che mangiavano normalmente le rese difficile non accettare alcuni piatti e spiegare, ipoteticamente, le motivazioni di una scelta così poco comune.
Nonostante la Montell non sia riuscita a resistere per tutti i cinque giorni che si era ripromessa in modo ineccepibile (finì con includere pasta e patate alle sue cene) disse di sentirsi più energica, leggera e che, l’essere sfuggita al cibo già preparato l’aveva resa più consapevole dell'importanza di mangiare la frutta fresca e di ascoltare il proprio corpo.
Gli esperti su questo tipo di dieta tendono a lanciare vari allarmi. Alcuni sostengono, come la nutrizionista Dana James, che l’eccessiva quantità di zuccheri nella frutta può comportare scompensi, e altri sottolineano la necessità di integratori di proteine, vitamina B, Omega 3, ferro, zinco, ferro e vitamina D e B12.
A pensare che anche il Mahatma Gandhi è stato considerato fra i fruttariani si può ritenere che probabilmente è una alimentazione molto particolare, magari da seguire con attenzione medica, ma non così sconvolgente come spesso viene considerata.
Alla fine potremmo dire che forse non è per tutti e, probabilmente, non può essere per sempre, ma, volendo chiudere con una domanda, così come avevamo cominciato: davvero pensate che mangiare cibi precotti sia più salutare?