Diritti e doveri… il manuale della moglie im-perfetta

Fiori bianchi, bomboniere di cristallo, abiti nuziali da Mille e una notte, la location perfetta, la wedding cake più spettacolare del pianeta, preparativi a non finire ed ecco che il fatidico giorno, dopo tanta attesa e tanta fatica, arriva.

“Sì, lo voglio”, concordano entrambi gli sposi davanti ai testimoni. Sì, ma cosa volete davvero?

La favola, ovvio, per lei. Per lui, la donna che possa sostituire la madre e, magari, con cui divertirsi e invecchiare. Forse, se lei fa la brava.

 

Attenzione…

Il viaggio di nozze li trasporta in una favola (quella che lei desiderava) e il ritorno a casa li catapulta con violenza nella realtà del dover sopportare difetti, oltre a pregi, che fino a prima non si erano notati nell’altro.

Mi raccomando, donne, vietato lasciare il lavoro solo per esservi sposate. Certo che se arrivano i pargoletti tanto desiderati e i genitori sono lontani, l’asilo nido carissimo… pensateci, forse è arrivato il momento di sacrificarsi. Insomma, meglio che restiate a casa voi, che guadagnate un terzo di vostro marito, che lui. Giusto? Brave.

In una società evoluta, dove uomini e donne si sposano, spesso la donna è costretta a lasciare il proprio posto di lavoro. Questo accade perché purtroppo la società evoluta esiste solo sulla carta e basta.

Non lasciate il lavoro? Se avete la fortuna di avere aiuto, beate voi, se non ce l’avete, la vita sarà una corsa in salita… la cima irraggiungibile.

Così, per non soccombere, la maggior parte delle donne lascia il lavoro, in comune accordo con il marito, e resta a casa a occuparsi di tutto. Se due più due fa quattro, ciò significa: che il marito lavora e basta, come ha sempre fatto, mentre lei resta a casa, “a carico del coniuge”, così come compare sui documenti.

A fare cosa? A fare ogni genere di incombenza, destreggiandosi fra pannolini, notti insonni, piatti da lavare, cene da preparare, bollette di cui ricordarsi, file interminabili alla cassa con bambini urlanti, camicie dell’adorato maritino da stirare e polvere da spazzare via... Se una colf, una baby-sitter, un maggiordomo, una tassista, una segretaria e una cuoca vengono pagati per ciò, cosa guadagna una donna casalinga? Un “accidenti, non ti sei ricordata di ritirare la giacca in lavanderia!”, da parte della metà lavorante e “comprensiva”.

Vi lamentate ancora? Vi avevo avvertito di fare attenzione.

I telegiornali di mezza Europa concordano sullo stipendio che dovrebbe avere una casalinga per tutti gli impegni e i lavori che svolge. 7.550 Euro mensili. Quindi, dai, consolatevi. Se mai ci fosse un ufficio del personale per casalinghe, sapreste di avere lo stipendio più alto di quello di vostro marito! Peccato non ci sia…

Risultato? Con il passare del tempo, lei perde diritti e acquisisce solo doveri. Questo perché se è solo il marito a lavorare, si crea la dipendenza economica. Ciò significa che lei dovrà chiedere permessi per andare ad acquistare ogni cosa, mentre lui deterrà il diritto di concederle questo o quel piacere.

Insomma, un insieme di diritti e doveri che vengono distribuiti in modo diseguale.

Nella migliore delle ipotesi, queste donne vivono una vita di bassissimo profilo, ritirandosi in casa e abbandonando ogni sogno, ma dando l’esempio della vita matrimoniale perfetta, la famiglia senza ombre e senza macchie.

Nella peggiore, invece, se queste poverette reclamano un loro spazio o si permettono di discutere con i loro mariti, la terza guerra mondiale casalinga ha inizio.

Si sa, però, che il momento della pace resta il migliore e se si ha una famiglia, il compromesso bisogna trovarlo.

Il marito, quindi, farà di tutto per non far fuggire la propria donna.

Le porterà una rosa in segno d’amore? No, sono cose ormai antiquate.

La porterà a cena? No, i ristoranti sono cari e lavora solo lui. Sottolineano bene queste tre parole. Lavora solo lui.

Le scriverà una lettera d’amore o un bigliettino dolce? Cose da sdolcinati, i veri uomini non lo fanno.

La porterà a ballare? No, certo, ballare non gli piace, quindi figuriamoci se fa uno strappo alla regola per ballare con lei…

Il massimo che farà sarà chiederle scusa per l’ennesima volta, rassicurandola sul fatto che lei in casa è la Regina (del focolare, quindi, dolce ragazza, tra le righe ti sto dicendo di prendere strofinacci e pulire!) e che non è vero che è una mantenuta (anche se ti viene in mente di comprare un mascara, ricordati che è caro e lavora solo lui!).

Contente? Vi basterà accettare le sue scuse, evitare di comprare il mascara (chissà perché, però, quando vi hanno conosciuto vi dicevano che i vostri occhi, resi così accattivanti da quella miracolosa invenzione della chimica, erano così ammalianti… forse lo erano perché pagava vostro padre? Misteri della natura umana).

Il matrimonio, così, prende il via, tra alti e bassi, difficoltà del quotidiano. Lui sempre più in carriera, voi sempre più impegnate tra stoviglie, panni da stirare, spesa da gestire con parsimonia, figli da prendere e portare dovunque come foste la tassista più esperta del mondo…

Poi, un bel giorno, il mondo vi crolla in testa. Non perdete la pazienza, infatti, se scoprirete un tradimento. Le nonne insegnano che capita, fa parte della vita. Poi, insomma, se prima vi curavate, care donne, ora che non comprate più nemmeno un mascara, come potete competere con la collega del vostro adorato marito che indossa tacchi a spillo, calze nere velate, un rossetto rosso sfavillante e sbatte le ciglia come se la stanza fosse invasa da moscerini?

Che fare? Bene, se aveste uno stipendio vostro, potreste andarvene a gambe levate, ma dal momento che “dipendete” economicamente dal coniuge, cosa potete fare? Abbassare la testa, sopportare e continuare a dare l’esempio della famiglia perfetta. Oppure cercare lavoro (sì, ma chi ti assume dopo un certo periodo che sei disoccupata?) e abbandonare il marito fedifrago, ben sapendo che sarete additate da tutti come le “sfascia-famiglie”.

Diciamo pure che la vita matrimoniale sembra una società dove diritti e doveri delle due parti sono suddivisi con una quota del 70% per diritti al marito e il restante 30% alla donna.

Vi state lamentando? Non fatelo! Avete un bel primato con il vostro 80% in doveri!

Insomma, forse nascere ora, in una società evoluta, non so fino a che punto possa essere un dono… I nostri genitori litigavano, avevano i medesimi problemi, ma quando facevano pace l’uomo tornava dal lavoro con una rosa rossa e un bel sorriso da scuse stampato sul viso. Stessi diritti e doveri, forse anche meno, ma la gioia e la semplicità nel condividere. Mentalità come oggi con gesti antichi che sapevano di romantico sogno… perché le donne, regine di cuori e di fiori, si conquistavano giorno dopo giorno.