Storia del logo di CaffèBook.

Quando abbiamo cominciato a ragionare sulla necessità di un logo per CaffèBook non sapevamo le complicazioni che avremmo incontrato. Un’associazione di idee talvolta divertenti che avrebbero coinvolto caffè, e-book, lepri, conigli, cani e lettori con libri spalancati davanti.

 

Premessa fondamentale, nel team di CaffèBook non c’era nessun grafico in quel momento. Proprio l’idea era appena nata. L’idea di realizzare una piattaforma che consentisse di vendere libri e di far incontrare gli autori fra loro e con i propri lettori.  

Da dove cominciare quindi a progettare un logo? È stata questa la prima domanda. Naturalmente un logo deve comunicare un messaggio, quella è stata la prima risposta, e da quella siamo partiti.

Cerchiamo nel web un esempio, qualcuno con cui confrontarci. Le parole “Caffè” e “book” in Italia portano a decine di bar che propongono libri ad avventori in cerca di relax e una bevanda piacevole. Apprezziamo la vivacità culturale, ma nel nostro caso virtuale è il luogo d’incontro e digitali sono invece i libri.

Decidiamo allora di partire dalle lettere del nome anche perché, provare per credere, non è affatto facile disegnare un file!

Con la C la B di CaffèBook si potrebbe disegnare “qualcosa”, magari una forma antropomorfizzata. Scivolando fra le linee che formano le lettere, disegniamo e proviamo. “Qualcosa” è la definizione che i più esprimono nel vedere i primi i risultati. Dopo chiedono cosa sia.

Mai arrendersi alla prima! Meglio aspettare almeno la seconda! Sorretti da sì fatta fiducia incrollabile, proseguiamo in questo viaggio alla ricerca del logo.

La “Qualcosa” con un libro sottobraccio e le scritte “Caffè e book” è scartata a giudizio unanime, ma contiene in sé qualcosa di utile. Più di una in realtà. Intanto la luna dietro, che ci piace, poi il libro in forma cartacea.

Rinunciamo totalmente all’idea di capire come disegnare un file, e consideriamo che le cartelle, quelle di file appunto, un po’ ai libri assomigliano. Rimane la forma originale. Un e-book è un libro, fine della discussione.

Ma chi legge questi e-book?

O, meglio, a chi farli leggere? Ci vuole un animaletto, tutti adorano le mascotte, e anche noi. Il passo successivo è quale scegliere.

Dopo una papera, nel senso dell’animaletto, improponibile, ecco l’immagine di un cane. Inizialmente almeno assomigliava a un cane. Racchiuso fra due lettere leggeva seduto alla luce lunare. La luna magari è un po’ mielosa, ma chi legge spesso trova il tempo prima di addormentarsi.

Ora la papera, idea iniziale, era un po’ panciuta, ma anche sto’ cane non scherza. Poi perché avrebbe le zampe da coniglio? E anche la coda…

Alla fine prevale il coniglio, è decisamente migliorato, e… assomiglia a una lepre!

La lepre va bene, per quello che vorremmo rappresentare. Intanto è un animale più solitario del coniglio. L’accezione che vorremmo cogliere in questa metafora è quella di una persona che si prende i suoi tempi per fare ciò che desidera. Non pensiamo ad un egoista, ma a qualcuno che ama la propria privacy e passare del tempo con se stesso, magari per leggere.

Aggiungiamo poi che la lepre potrebbe essere un simbolo della fretta, quindi dello stress quotidiano. Una persona, di solito pressata dagli impegni della vita, che si prende del tempo per leggere sotto la luna. Leggere, come spesso scrivere, può essere una rivincita personale.

Tutto questo si avvicina all’idea che ha fatto nascere questa piattaforma solo che, a guardare bene, la luna è davvero troppo mielosa.  lepre che leggeSito esterno

Già la lepre di suo presenta non poche difficoltà. Ora assomiglia a un asino, ora sembra un gatto. Tante prove anche snervanti

In certi momenti le persone intelligenti sanno però cosa devono fare e quali responsabilità devono assumersi. Il voto unanime, anche questa volta, ha deciso quello che era giusto… e abbiamo contattato un grafico!

Onore al grafico che è riuscito ad accontentare i gusti di tanti senza rinunciare a una lepre che nel frattempo avevamo preso in simpatia.

Questa è la storia del logo di CaffèBook!

Difficile crederlo? Possiamo capirlo. Le cose, alla fine, sono andate proprio così, quasi così… quasi quasi.