Gennaro Esposito, Sindaco di Milano

Immaginate di leggere una cosa del genere, sul biglietto da visita che vi porge una persona che conoscete da poco: Gennaro Esposito – Sindaco di Milano. Pensate a uno scherzo e magari vi scappa di sorridere, forse. Dipende.

Se seguite appena un poco la politica o se semplicemente seguite i vari tiggì sapete bene che si tratta di uno scherzo. Ma se mancate dall’Italia da un po’ di tempo, magari da qualche anno, non siete così sicuri che si tratti di uno scherzo. Potrebbe essere.

Matteo Brambilla, lombardo, con un cognome che più lombardo non potrebbe essere, è stato candidato Sindaco alle ultime elezioni comunali di Napoli.

Con 276 voti raccolti tra i 574 iscritti che hanno partecipato alla consultazione in Rete, pari al 48 per cento, è risultato primo. Poi, lo sapete, è andata male. Peccato. Probabilmente i buontemponi della Rete che lo hanno eletto ci sono rimasti male.

Questo però, non dice che chissà, magari fra qualche anno, potrebbe succedere che Gennaro Esposito diventi Sindaco di Milano. Dipende.

 

Quando si pesca… dipende da quello che vuoi pescare. Se ti va bene di tutto, dalle spigole alle alici, dalle orate alle sarde, allora vai a pesca con la Rete. Tutto fa brodo. “Guagliù facite ammuina!” è diventato uno slogan storico.

Se il tuo solo interesse è fare “ammuina” vai a pesca con la rete. Dentro la Rete ci trovi di tutto: la casalinga di Voghera, l’illuminata convinta che tutti abbiamo un microchip e siamo spiati e cose di questo tipo.

Tutto fa brodo, tutto serve per fare “ammuina”. Per avere peso.

Quando ancora ero (quasi) un’anima bella, ed ero convinto della nobiltà della politica, della libertà dell’informazione, credevo nel libero mercato e tutto il perepè perepè perepè che conoscete, non riuscivo a spiegarmi come mai tutti continuassero a dirmi, e a sostenere, che gli Stati Uniti erano una democrazia, che gli Stati Uniti erano “la democrazia”  e così via.

Insomma, gli Stati Uniti, nel loro piccolo, un po’ di porcherie in giro per il mondo, ma anche in casa loro, ne hanno fatte e continuano a farne. Credetemi, ero sinceramente perplesso e non riuscivo a spiegarmi questa cosa.

Devo a un caro amico, per ironia della sorte militante della Destra, la risposta al mio problema. Il quale, come chiunque mastichi un po’ di politica da qualche tempo sa, mi spiegò che gli Stati Uniti sono, semplicemente, la migliore forma di Democrazia che abbiamo: in questo momento, in questo mondo, nelle condizioni date. “Capisci che la Svezia o la Norvegia, forse, sono ancora più democratiche. Ma quanto conta la Svezia e quanto contano gli Stati Uniti?” aggiunse.

E per spiegarmi bene come funzionano le cose, mi diede la prima lezione di Realpolitik o di pragmatismo, se preferite, che io ricordi. “Perché una Democrazia funzioni, è necessario che si possa sospenderla, quando serve. Per poco tempo, in certe zone, in certe occasioni. Ma non potrà mai esistere la Democrazia sempre, dovunque e comunque.”.

Ovvio che si debba convenire per forza su questo punto, anche se spiace. Per fare un esempio tra i moltissimi che si potrebbero fare, limitandoci agli Stati Uniti, Guantánamo ne è la dimostrazione.

 

E’ questo principio che viene in soccorso di Gennaro Esposito, napoletano, che vuole candidarsi a futuro Sindaco di Milano. A prima vista sarebbe un’impresa impossibile. Deve candidarti la rete.

E se la Rete non ti candida?

Nessun problema. Gennaro Esposito è il candidato ideale per la poltrona di Sindaco di Milano.

E’ giovane, deciso, con un curriculum di tutto rispetto. Ha lavorato-collaborato con uno dei più famosi studi legali (non ricordo bene: Ghedini, Bongiorno o uno equivalente); è ben introdotto in ambienti tipo Standard and Poor’s, Moody’s o che altro, non ricordo bene. Ha collaborato alla difesa di imputati eccellenti, non ricordo bene, Riina, Berlusconi o una cosa del genere. E poi… ha studiato alla LUISS! O alla Bocconi? Non ricordo bene. Ma, sicuramente, per questo, conosce bene i problemi della povera gente di Pinerolo o della Magliana.

Insomma, il candidato ideale.

Sì, ma gli iscritti, i simpatizzanti, la Rete? Magari potrebbero obiettare… potrebbe eleggere un altro… Nessun problema: sospendiamo la democrazia per un attimo, lo nominiamo noi e… “Guagliù, facite ammuina!”.

Dai Gennaro, sii fiducioso,  niente è impossibile. Verrà anche il momento tuo, come diceva il vermiciattolo di Jacovitti. Se il “complotto” per farti vincere riesce, senza nemmeno sapere come e perché, ti ritrovi Sindaco di Milano. E poi? E poi sarà da ridere. O da piangere. Dipende.